Capitolo 2.24

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Era quasi mezzanotte, mentre Sergio Gonzalo e Guti ballavano in pista tenendo in mano l'ennesimo drink. Ballavano insieme, circondati dalle solite ragazze in cerca di bei giocatori famosi a cui accollarsi. Sergio se n'era quasi dimenticato della presenza di quelle ragazze con le quali fino a due anni prima gli piaceva giocare per poi vincere improbabili scommesse con i suoi amici su quante conquiste fatte in una notte.

Quella notte era strana: era come se Sergio fosse lì, ma non ci fosse. Gonzalo e Guti si divertivano come sempre, ormai il proposito di rimanere fedele alla fidanzata era andato a farsi benedire almeno tre drink prima, Guti stava baciando l'ennesima ragazza incollata a lui in pista. Gonzalo intanto ballava con un'altra bella ragazza mora che sembrava particolarmente divertita dal modo in cui l'argentino si buttava in pista imitando Tony Manero.

Sergio, lì vicino, li guardava, muovendosi a tempo di musica. Solitamente, quando andava in discoteca, andava con Victoria, con Sara, con Ines, con Cesc, con Iker.

Cesc. Gli veniva il vomito solo a pensarci, non poteva nemmeno immaginarselo in testa.

Scosse il capo, buttando giù l'ultimo sorso di Manhattan. Ad un tratto, a mezzanotte in punto, qualcuno spense le luci nel club.

Guti si scollò dalla ragazza che sparì nella folla soddisfatta, e si avvicinò all'amico.

"Che succede?" domandò quando la musica si fermò del tutto lasciando in silenzio il locale.

"Succede che....inizia la vera festa amico!"

Improvvisamente, tra la folla, i camerieri del bar iniziarono a distribuire qualcosa in bustine di plastica.

Sergio ne prese uno, guardando cosa fosse quel sacchettino. "Su apri.." sorrise Guti.

Il ragazzo, perplesso, scartò il sacchetto mettendo il nylon in tasca. Rigirò tra le mani quella strana "idea" di Guti. Era una maschera. Una mascherina che copriva il volto all'altezza degli occhi.

Lo guardò. Lui l'aveva già indossata.

"Cosa...?"

"Bianche per le donne. Nere per gli uomini." spiegò Guti sistemandosi i capelli soddisfatto "..non importa chi é, basta che non ti faccia pensare e solo divertire."

Sergio lo guardò, scettico. Aveva uno strano presentimento.

"Andiamo Ramos, ti sei arrugginito in questi anni da sposato! Avanti, levati la fede e vediamo se alla fine della serata riesci a battermi...!"

Sergio guardò la mascherina, la rigirò di nuovo tra le mani guardò Gonzalo, guardò Guti, guardò il resto della sala piena di mascherine nere e mascherine bianche. Sospirò, alzò le spalle e indossò la mascherina. Era solo una notte, solo - una - notte.

La musica riprese. The club can't handle me right now di Flo Rida. Perfetta per iniziare.

Gonzalo e Guti sparirono tra la folla. Sergio rimase da solo, attorniato da una squadra di mascherine bianche che lo guardavano sperando che, il bel Sergio Ramos muscoloso e sensuale, scegliesse una di loro.

"Guti è pazzo" - disse tra sé e sé poi, spostandosi tra la folla iniziò a guardarsi intorno. Si fidò dell'istinto, come sempre. Ad un tratto la vide. Girata di spalle, l'elastico bianco della mascherina fermata sulla testa, i lunghi capelli color caramello lungo le spalle: le ricordava Victoria ma sapeva bene che non era lei. Chiuse gli occhi.

"Victoria." sussurrò tra il rumore della folla impazzita. Si avvicinò, appoggiò una mano sulla sua vita, come faceva sempre, stringendola a lui. La ragazza non oppose resistenza, si fece stringere, inclinò il capo. Sergio appoggiò le labbra sull'orecchio della ragazza.

Trilogia con Sergio RamosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora