Capitolo 2.25

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La mattina seguente, Victoria si svegliò verso le dieci.

La testa le girava e sembrava incastonata in un cubo di cemento. Le faceva male, maledetto alcol - pensò tra sé e sé mentre provava ad alzarsi.

Allungò una mano verso l'altra parte del letto, vuota e fredda. Sergio non si era nemmeno seduto sul letto la sera prima, forse non era nemmeno rientrato.

Aprì gli occhi, notando sopra il comodino la mascherina bianca. In un rapidissimo momento, si ricordò ogni singolo momento di quella sera appena passata.

Sul blackberry, vicino alla mascherina, circa cinque messaggi. Laura, forse ubriaca, le aveva mandato strani messaggi con ragionamenti contorti.

Non aveva nemmeno la forza di leggerli, perciò riappoggiò il black berry vicino sul comodino e controllò l'interfono: Sofia ancora dormiva, fortunatamente.

Mise sul pavimento un piede, cercando di svegliarsi del tutto: una doccia gelata era quello che le serviva, un rimedio ottimo e infallibile - lo faceva sempre quando si ubriacava con Ines, anni prima.

Sospirò: doveva risolvere anche i suoi problemi con Ines, in che modo ancora non lo sapeva e in più non aveva le facoltà mentali per pensarci in quel momento. Si alzò del tutto, stiracchiandosi, camminò a piedi nudi per la stanza finché non inciampò sui suoi tacchi e sulla sua pochette abbandonate vicino alla porta del bagno.

Abbassò la testa e si ricordò che nella borsetta aveva messo la sua fede. Ripensò nuovamente alle sensazioni della sera prima e aprì la borsa riprendendo l'anello.

Lo fece scivolare sul dito e sorrise per un momento: quella sera era stata la prima dopo giorni in cui era stata veramente felice. La felicità che conosceva lei e che poteva conoscere solo grazie a Sergio. Chissà se lui lo sapeva, chissà se l'aveva riconosciuta e per quello era scappato in quel modo. Chissà..... avrebbe custodito quel momento, quel segno determinante del destino per sempre nel suo cuore che dopo ieri sera aveva ripreso a battere d'improvviso come aver inserito delle batterie nuove ad un dispositivo elettronico.

Aprì la porta del bagno e vi entrò preparandosi per la doccia.

Non appena la sua pelle toccò l'acqua fredda, subito iniziò a rabbrividire. Erano gli stessi brividi della sera precedente, poteva ancora sentire Sergio addosso a lei, le sue mani, il suo respiro.

Chiuse gli occhi, scuotendo la testa. Concentrati, Vicky, concentrati! - pensò finendo la doccia.

Si avvolse nell'asciugamano e aprì la porta, convinta di essere da sola in casa.

Cacciò un urlo quando si accorse che di fronte a lei, stava Sergio con addosso solo i jeans della sera prima.

Si guardarono. Fu un deja vù. Entrambi si ricordarono della stessa scena, in albergo durante il reportage in trasferta della Roja. Incredibile quante cose fossero cambiate da quel momento.

"Scusa" fece lui abbassando lo sguardo, aveva un modo di fare strano. Forse anche lui doveva riprendersi dalla sera precedente.

Tuttavia questo non fermò l'intento di Victoria di sondare il terreno. Era come se si sentisse rinata, come se sentisse di nuovo la forza di reagire.

"Il bagno è libero se vuoi" disse indicando la porta.

"Sì. Ehm..grazie." fece lui quasi imbarazzato.

Le passò accanto lasciando per la porta aperta. Si fermò di fronte allo specchio mentre Victoria si cambiava tra le ante dell'armadio.

"Com'è andata ieri sera, se posso chiedertelo." domandò la ragazza senza guardarlo.

Trilogia con Sergio RamosDonde viven las historias. Descúbrelo ahora