Prima

401 43 2
                                    



Quando arrivo al muretto della piccola stazione della città e lo vedo ho un tuffo al cuore inaspettato.
Freddie Carter è bello da morire.
Non è il classico principe azzurro, ma d'altronde forse non mi piacerebbe così tanto. Ha più l'aria dello zingaro, con la pelle ambrata che lo fa sembrare sempre abbronzato e gli occhi scurissimi.
I lineamenti sono marcati, la bocca arrossata e carnosa. Ha i capelli neri tutti mossi e scompigliati che gli solleticano il collo. Indossa un paio di jeans sdruciti e una maglia a maniche lunghe, che copre a malapena i braccialetti sul polso.
Dio se è bello. Con quel viso imbronciato e l'aria incazzata. Mi fa venire voglia di fargli i solletico per strappargli un sorriso.
Ho sempre nutrito una curiosità particolare nei confronti di Freddie.
Mi è sempre piaciuto il suo essere così distaccato, come se nulla fosse importante come se dentro di lui ci fosse tutto un altro mondo di cui preoccuparsi.
Per un breve periodo ha frequentato il gruppo di cui facevo parte a scuola, è lí che l'ho conosciuto. In cortile, durante l'ora di geometria.
Non è stato facile entrare in confidenza con lui . Parlava solo se era strettamente necessario e quasi sempre era di cattivo umore, così si infilava in bocca una sigaretta dopo l'altra e se ne stava per i fatti suoi.
Tentare di avvicinarmi a lui in quei momenti di isolamento mi sembrava stupido e invadente. Odio quando le persone mi stanno con il fiato sul collo e per qualche verso riuscivo a capire il suo disagio, così aspettavo che fosse lui a prendere iniziativa.
Devo ammettere che nonostante ci sia tra di noi una specie di amicizia più o meno confidenziale, mi sono stupita nel veder lampeggiare il suo nome sulla mia pagina Facebook stamattina.
Quando alza lo sguardo e incontra i miei occhi sento improvvisamente caldo. Anzi vado proprio a fuoco.
Ma che mi prende dannazione.
<<Ciao bionda.>> Mi saluta con una carezza timida sui capelli tremendamente rossi.
<<Ehi.>>
Lo guardo dal basso, visto che è uno dei pochi ragazzi che mi batte in altezza.
Mi passa un braccio muscoloso e asciutto
dietro il collo e si avvicina con il viso al mio.
Sento l'aria tra le nostre bocche assottigliarsi sempre di più, lo stomaco mi sta esplodendo e gli occhi non sanno più dove guardare.
Mi prenderei a calci da sola. Mi sento stupida, ma tutto questo contatto mi ha colto decisamente alla sprovvista.
<<Dove vogliamo andare?>> mi chiede sfoderando un sorrisetto furbo, con un angolo della bocca piegato all'insù.
<<Credo di avere una mezza idea.>>
Mi incammino verso la strada principale mentre Freddie mi segue in silenzio.
Sento la sua presenza pesante e ingombrante dietro di me.
Non mi sfiora, rimane a distanza e di questo sono sollevata.
Mi sento strana, sottosopra. Sono felice che abbia scelto me per parlare e per svagarsi, ma perché? Questa domanda non smette di tormentarmi.
Magari ha chiesto a me di incontrarci solo perché in fondo siamo molto simili e confrontarsi con chi ha la tua stessa filosofia a volte è rincuorante. Ti fa sentire meno solo.
Fa così freddo che non sento più le dita ed il posto che ho scelto non è probabilmente adatto al clima invernale di Groove.
Saliamo parte della strada che costeggia la ferrovia e poi ci infiliamo in un sottopassaggio chiuso da qualche anno.
I muri sono pieni di graffiti, scritte e dediche d'amore, adoro questo posto lo trovo stranamente poetico.
<<Non abituarti troppo Carter.>>
<<A cosa?>> chiede con la voce profonda e cupa.
Un brivido mi percorre la schiena. Cammina senza guardarmi, con la testa bassa e le spalle curve e nonostante questo continua a superarmi di dieci centimetri buoni.
<<Ai miei posti segreti.>> sussurro.
Appena scoperta la salita del sottopassaggio,un enorme campo verde si apre davanti a noi.
Le rovine dell'unico ponte, colato a picco sulle sponde del fiume di Groove, troneggiano su una distesa d'erba incolta.
La recinzione è bucata ed entriamo facilmente. Freddie mi precede e allunga la mano nella mia direzione che mi rifiuto di prendere.
<<Questo è il mio posto segreto.>> sentenzio soddisfatta.
Mi fissa con quegli occhi scuri e profondi come due pozze nere.
<<Mi piace. Bell'idea bionda.>>
<<Ehi>> dico puntandogli il dito su una spalla. <<è solo un prestito.>>
<<Hai paura che io possa portare qui le mie conquiste?>>
Sbuffo dandogli il gomito. <<Ah, ma piantala.>>
Mi siedo su una delle grosse rocce a bordo del fiume. Freddie si accomoda accanto a me.
Si sfrega le mani e si tira le maniche della maglia fino a stringerle tra le dita.
L'aria è così ghiacciata che sento il naso staccarsi dal resto del viso.
<<Allora, Freddie. Che succede?>>
Un capello ribelle gli sfiora gli occhi scuri, profondi, che sembrano bucarmi la pelle.
Freddie è.. intenso. Ti assorbe completamente, anche solo con uno sguardo.
La bocca carnosa e morbida è avvolta intorno alla sigaretta. La faccia seria, assorta, come se si stesse concentrando sul mio viso più del necessario.
<<Deve succedere per forza qualcosa
con te?>>
<<No,certo che no.>>
Non ho bisogno di un motivo particolare per uscire con un amico, ma con Freddie devo ammettere che il dubbio mi è sorto.
Fisso la luminescenza della sigaretta nel buio. Vorrei sapere come sta e domandargli di Haven. Una cosa del genere deve fare male.
Decido di non chiedere e di mettermi a parlare di altro.
Infondo, mi ripeto, è per questo che mi ha chiesto di uscire. No?

Game OverWhere stories live. Discover now