Dopo

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La pelle lucida e abbronzata di Freddie è incastrata tra le lenzuola candide del mio letto.
Sospira nel sonno. Ha il volto tranquillo, le ciglia lunghe e scure ombreggiano le guance.
La bocca carnosa e rosa è rilassata.
Ha l'aspetto di un angelo ma scatena l'inferno ovunque vada, sopratutto quando si tratta di me.
Il sesso con Freddie è probabilmente la cosa più bella che io abbia mai provato.
Disegno sul suo torace cerchi invisibili. Gli addominali obliqui sono tirati e spuntano  dal lembo di tessuto che copre a malapena il necessario.
Dio, se questa non è una visione.
Socchiude le labbra morbide e si stiracchia accanto a me.
<<Buongiorno bionda.>>
Sorrido in silenzio, non rispondo perché non ho parole da articolare. Freddie Carter di mattina è la cosa più sexy che i miei occhi abbiano mai avuto il piacere di vedere.
Sono sconvolta completamente.
Due anni dopo ricordo ancora a memoria ogni centimetro della sua pelle ed il suo odore. Vorrei assaporare ogni singola parte del suo corpo e sentirlo mugolare di piacere e..
<<Vieni qui.>> Bisbiglia. Mi avvicino fino a quando non aderisco perfettamente a lui.
Nudo ed eccitato sotto di me comincia a toccarmi e baciarmi ovunque.
Potrei seriamente liquefarmi. Diventare un tutt'uno con le sue mani.
<<Beth!>>Una voce femminile che proprio non dovrebbe trovarsi qui in in questo momento mi fa sussultare.
Mi tiro a sedere sul letto di colpo. Ho la fronte sudata e avvampo come dopo un pomeriggio sotto il sole.
Mi volto istintivamente verso la parte destra del mio letto.
Vuota.
Sento il cuore in gola e l'eccitazione svanire piano piano. Sembrava così reale.
Impreco diverse volte prima di realizzare che il momento migliore degli ultimi anni è stato solo frutto della mia fervida immaginazione.
Fantastico.
Adesso oltre che le giornate deve incasinarmi anche i sogni. Merda.
<<Beth è mezzogiorno scendi per pranzo!>> Strilla mia madre come un'ossessa dal piano di sotto.
<<Arrivo.>>
Non prima di aver lavato via con una doccia ghiacciata ogni residuo di quella che vorrei fosse la realtà.
**
Smangiucchio a fatica. Sono agitata e non ho appetito.
Chissà se il sogno che ho fatto voleva ricordarmi che il giorno del suo compleanno non lo passeremo insieme. Neanche questa volta.
E la maledizione colpisce ancora.
Odio i compleanni,il mio sopratutto mi rattrista da sempre.
Tutti gli anni, il giorno in cui sono nata, è capitato qualcosa di brutto.
Sono una calamita per le disgrazie.
Oggi è il suo e sono proprio ansiosa di scoprire cosa accadrà sta volta.
Svogliata torno di sopra, mi lavo i capelli con cura prestando più tempo del solito a pettinarli e piastrarli. Il rosso rubìno sulle punte si sta scolorendo lasciando una scia di rosa che non mi dispiace affatto.
Per tutto il pomeriggio spero di non sognarlo e di lasciarmi cadere in un sonno profondo e oscuro. Senza volti ne lenzuola.
È Kaya a svegliarmi ore più tardi.
Entra come un uragano nella mia stanza e si piazza sul letto con la faccia imbronciata.
La lingua tra i denti pronta a tagliare qualche battuta delle sue.
<<È sabato Briget Jones! Alzati. Non pensavo che io lo avrei mai detto a te.>> Sospira tragica.  <<È la fine di un'era>>
Le mostro il dito medio. <<Avevo sonno Kay non sono depressa.>>
<<Bhe allora che aspetti? Vestiti e andiamo a bere.>>
Obbedisco e lentamente mi infilo un tubino nero leggero, le converse ai piedi sembrano più vecchie e logore di quanto lo siano in realtà.
Prendo la borsa ed esco velocemente di casa.
<<Andiamo bellezza.>>
Bere è un'ottima prospettiva. Grandiosa direi.
Il fatto che Kaya sia da poco single mi piace, rafforza la sua personalità estrosa e finalmente inizia a rilassarsi e a divertirsi un po'.
<<Va tutto bene?>>
<<Certo, perché me lo chiedi.>>
<<Oggi è il compleanno di Freddie.>>
<<Non è mica morto Cristo Santo.>>
<<Purtroppo.>> sogghigna.
<<Kay!>>
<<Holly ci aspetta al bar, stasera è di turno. Aspettiamo che finisce e ce ne andiamo da qualche parte.>>
Sospiro. Freddie starà bene, si starà divertendo con i suoi amici. I stessi che non vede da due anni e che forse hanno aspettato tanto quanto me una sua notizia.
Devo smettere di pensare a lui e pensare a quello che voglio io per una buona volta. Anche se sfortunatamente sono la stessa cosa.
<<Sto diventando pazza!>> strilla Holly quando entriamo nel bar.
Il locale è stracolmo, è sabato e non mi stupisce vedere tutta questa gente accalcata davanti al bancone di metallo.
Holly si destreggia perfettamente tra bottiglie e bicchieri, mentre i miei occhi non possono far a meno di notare un ubriaco Freddie sul terrazzino.
Deglutisco e mi impongo di non voltarmi a guardare .
<<A noi.>> Sentenzia Kay con la tequila in mano. Mi unisco a lei e mando giù il mio shot.
Voglio andarmene e ignorare lui e tutto ciò che lo riguarda. Voglio tornare a respirare e non sentirmi di troppo. È lui quello che se ne è andato, lui ha fatto tutto quel casino ed è lui che deve sentirsi un pesce fuor d'acqua.
Non io, non più.
<<Guarda guarda chi si vede.>>
Una voce che conosco fin troppo bene arriva da dietro le mie spalle. Holly trattiene il respiro, si volta dall'altra parte e si mette ad armeggiare con la lavastoviglie.
Sono  incredula. Non è possibile che stia parlando con me.
Un braccio abbronzato mi scivola intorno al collo.
<<Allora bella bionda non me li fai gli auguri per il compleanno?>> Sbiascica. Il suo alito odora di alcool. Il suo profumo però mi fa ancora girare la testa.
Scosto il braccio dal mio collo con fare più sprezzante di quanto avrei  voluto. <<Tanti auguri.>>
Faccio cenno a Kay di non preoccuparsi ed esco a fumare una sigaretta.
La strada è deserta e la musica del bar rimbomba ovattata attraverso le porte di legno scuro.
<<Perché scappi? Sono arrivato a farti tanto schifo?>>
Mi si piazza davanti con gli occhi lucidi e un sorrisetto perverso sul viso.
Anche ubriaco Freddie è il sesso fatto persona e questo non riesco a controllarlo.
Accidenti.
Indossa la mia maglietta preferita,quella bordeaux tutta allentata sul collo. Un paio di vecchi jeans gli cadono sui fianchi stretti.
Dio è così bello. Con i capelli scompigliati ad arte che implorano di essere toccati.
Trattengo l'impulso di urlare per la frustrazione, mi pianto le unghie nel palmo della mano e comincio a desiderare intensamente che sparisca. Come se questo in fin dei conti potesse bastare.
<<Sei ubriaco Freddie.>>
<<Non così tanto.>>
<<Oh si invece. Anche un tantino in più.>>
Si avvicina e si accascia accanto a me sulla panchina fredda.
Mi scosto leggermente, non voglio che succeda qualcosa di cui potrei pentirmi, ma quando mi afferra la mano mi rende la cosa maledettamente difficile.
So che sta giocando, si sta divertendo e mi sta prendendo in giro. Non c'è rimasto più niente di noi e questa è la dolorosa consapevolezza di entrambi. O almeno lo è per me.
<<Che stai facendo?>>
<<Ti sto toccando Beth.>> Dice come se stesse parlando con una bambina.
<<Questo lo vedo. Ma perché lo stai
facendo?>>
Si stringe nelle spalle e per un momento sembra più lucido di quanto dovrebbe.
<<Perché ne ho voglia.>>
Ho la gola secca, ma che diavolo mi prende? Perché non riesco ad alzarmi e lasciarlo qui come un povero idiota, proprio come lui ha fatto con me quella notte.
Questo meriterebbe, la vera Beth, quella stronza che se ne frega, invece  Freddie riesce sempre a plasmarmi in qualcosa di diverso. Riesce a far leva sui miei sentimenti più nascosti, quelli che credo di tenere chiusi a chiave dentro di me.
<<Dai piccola vieni qui, mi sei mancata.>>
Le sue parole sono come lame taglienti e so che non dovrei credere ad una sola frase, ma per un momento mi aggrappo all'idea che sia sincero.
<<Freddie..>>
<<Credimi Beth.>> Si avvicina, troppo e pericolosamente. Il suo naso sfiora il mio ed io trattengo il respiro.
<<Dove sei stato per tutto questo tempo.>>
<<In giro.>> Taglia corto.
Non mi basta, ma probabilmente non è questo il momento di sollevare una polemica.
Mi passa una mano sulla guancia. Sento il sangue ribollire e il cuore esplodere. Non riesco a controllarmi e lui questo lo sa, lo sente.
Per questo azzarda e non si tira indietro.
Sa dove colpirmi, sa che lui è il mio punto debole.
<<Cosa stai facendo Freddie..>>
<<Mi prendo il mio regalo di compleanno.>>
In un attimo è su di me. La sua bocca mi divora ed io non posso fare a meno di ricambiare.
Fanculo tutto quanto, mi è mancato come l'aria e voglio assaporare ogni secondo dell'ossigeno che mi regala.
Mi prende di peso e mi sposta sulle sue gambe. Lo sento muoversi sotto di me, le sue mani sono ovunque ed io stringo i suoi capelli.
I suoi meravigliosi boccoli scuri si intrecciano alle mie dita e mi sembra di essere in paradiso.
Quando qualcuno ci urla di prenderci una stanza, Freddie quasi ruggisce.
Si alza e cammina con le mie gambe attaccate alla vita senza la minima fatica.
Quando trova un posto appartato dietro una vecchia casetta di legno abbandonata, mi fa scivolare contro il muro. La sua fronte contro la mia.
<<Ho bisogno di te Beth, ti prego.>> È quasi una supplica, ma io non ho intenzione di farmi pregare.
Ho bisogno di lui e non mi importa quanto sia stupido, insensato e doloroso.
Lo voglio da quando l'ho visto alla festa.
Lo voglio da due anni ininterrottamente e senza tregua. Con le conseguenze farò i conti dopo.
<<Non chiedo altro.>>
Armeggio con la sua cintura ed in un attimo è dentro di me.
La sensazione della sua pelle contro la mia è impagabile ed infinita.
Spinge con foga come se la sua vita dipendesse da questo. Come se dovesse liberarsi di tutti i suoi demoni, finalmente dopo troppo tempo.
<<Mi sei mancata piccola.>> dice tra gli ansimi.
Restiamo così per un tempo che mi sembra lunghissimo, non riesco a dire una sola parola mentre Freddie mi lascia una scia di baci leggeri intorno al collo.
Quando si stacca da me sento un pezzo della mia anima venire via insieme a lui.
Vorrei intrappolare questo momento e non lasciarlo andare, ma devo farlo.
Ogni secondo qui sarà un minuto in più di dolore.
Non posso permettermi di tornare a pezzi.
Lo bacio per l'ultima volta su quelle labbra morbide che ho avuto addosso fino a poco fa.
<<Buon compleanno Carter.>>
Poi mi volto e me ne vado lasciandomi alle spalle la cosa più bella della mia vita, prima che possa distruggermi.

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