Prima

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<<Hai i capelli biondi.>>
Si passa una mano tra le ciocche ispide e molto più corte dell'ultima volta.
<<Già, mi sa che ho fatto una stronzata.>> Sorride, in maniera diversa dal solito. Più genuina, quasi felice.
<<Mi piaci. I capelli voglio dire,ti stanno bene.>> Farfuglio.
È persino più bello di quanto me lo ricordassi.
Il biondo a contrasto con la pelle scura e ancora lievemente abbronzata è mozzafiato.
Si accende la sigaretta e manda giù una boccata di fumo. <<Come stai?>>
<<Sto bene Freddie. Tu come stai?>>
<<Mi sembri nervosa.>>
<<Non lo sono.>>  Controbatto.
Piega un angolo della bocca all'insù e aspetta.
Non dice niente, aspetta che sia io a farmi avanti. A farmi scoprire.
<<Me ne dai una?>>
Si sfila la sigaretta  e me la avvicina alla bocca.  Il contatto con la sua mano mi manda in tilt il cervello.
<<Ti tocchi il labbro.>>
<<Che?>> 
<<Ti tocchi il labbro. Lo fai sempre quando sei nervosa.>>
<<Mi stai facendo innervosire adesso.>> 
Lui mi stuzzica. Con lo sguardo, con le mani e quei sorrisetti improponibili.
Cammino in silenzio verso la panchina vuota nascosta dietro un binario abbandonato,mi siedo e Freddie mi raggiunge.
Ci separa uno spazio inconsistente e
pericoloso.
<<Perché i capelli?>>
<<Che vuoi dire?>>
<<Non lo so è un cambiamento strano per te.>>
<<E cosa avrei dovuto cambiare?>>
Lo guardo di traverso.
<<Avresti parecchio su cui lavorare. Il tuo caratteraccio ad esempio.>>
Freddie ride divertito , ed inizio a pensare a quanto sia stato raro negli ultimi tempi della nostra storia sentirlo così rilassato.
Dopo la nostra rottura, quel giorno al parco con Kay,parlai del destino.
Magari sta tutto nella mia testa, sicuramente sto esagerando e mi sto facendo prendere dalla situazione, che avevo inutilmente giurato a me stessa di tenere sotto controllo. Magari però avevo ragione.
<<Che hai fatto tutto questo tempo?>>
<<Il solito. >> Rispondo secca.
Incrocio le gambe sul metallo freddo della panca, rivolta verso di lui.
Indugio sulla sua pelle, gli occhi lievemente assonnati, la bocca rosa morbida e voluminosa. Le sopracciglia scure e corrugate.
Si sfila una mano dalla tasca e così semi sdraiato, senza spostarsi di mezzo millimetro intreccia le dita alle mie.
Glielo lascio fare, stabilire un contatto che desidero come l'aria.
Ci odiamo in un modo complicato, così come è altrettanto complicato il sentimento che sentiamo l'un l'altro.
Sbuca fuori quando non ce lo aspettiamo, quando ci guardiamo di traverso e ci diciamo che è finita.
Spinge sull'orgoglio un po' alla volta, ma costantemente.
Si preserva per quando non possiamo fare a meno di starci accanto.
Non la puoi ignorare una cosa così.
<<Non dire una parola.>> Lo scongiuro.
Le parole sottolineano, dividono, consumano. Tra noi non funzionano.
<<Ok.>>
Si alza e mi tira a se. Mi scosta una ciocca di capelli dalla fronte e appoggia le mani ai lati del mio viso.
Lo abbraccio lottando contro la voglia di stringerlo di più.
Il naso premuto contro il suo collo.
Non glielo ho mai detto, ma il profumo della sua pelle è ciò che più di tutto mi manca di lui.
<<Beth.>>
<<Mm.>>
<<Che fai?>> sussurra.
Mi rendo conto solo adesso che lo sto baciando. Sul collo, sul mento.
Armata di tutto il coraggio che possiedo non mi fermo. Voglio seguire il mio istinto e il mio bisogno di lui.
Continuo a lasciare una scia di baci leggeri sulla pelle morbida.
Freddie sospira, ansima un po', offrendomi il collo.
<<Così non finisce bene.>>
<<Mi dispiace Freddie.>>Lo stuzzico.
Mi prende il mento tra le mani e mi bacia.
Mi bacia come se stessi scomparendo, accarezzandomi dappertutto con le mani e con la lingua.
Per tutta la mattina non facciamo altro che questo.
Ricominciare esattamente da dove eravamo rimasti.

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