Prima

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A volte vorrei essere in grado di disubbidirmi.
Vorrei non restare intrappolata tra le mie ossessioni e le mie paranoie.
È successo il finimondo e mi sono soffocata con le mie mani.
Non respiro più, gli occhi sono appannati, non riesco più a vedere dove sono, tante le lacrime che mi rigano le guance.
Kay mi scuote. Mi afferra le spalle e cerca di farmi tornare alla realtà.
<<Beth che è successo. >>
Non riesco a parlare. Dire ad alta voce alla mia migliore amica quello che è accaduto significherebbe accettare che è reale.
<<Elisabeth che diavolo è successo?>>
Continuo a piangere e a singhiozzare, mi sento urlare senza riuscire a controllare la mia voce.
<<Kaya ti prego fallo smettere!>>
<<Che cosa Beth? Che cosa cazzo
è successo?>>
Si inginocchia davanti a me. Mi abbraccia, ma non sento niente.
<<Tutto quanto Kay ti prego fallo smettere.>>
Kaya allunga le mani sulle mie guance, mi pulisce la faccia e con la voce seria e dura mi ordina di calmarmi.
<<Beth! Non riesco a capire, parlami.>>
<<Credo di aver tradito Freddie.>> mormoro.
Mi viene da vomitare, sono distrutta sconvolta e non ne ho il diritto. Sono io la stronza, sono io lo schifo e me lo merito, me lo merito tutto.
<<Ma come,perché? >>
<<E-ero li a ballare, tu non c'eri ed è venuto a parlarmi Alex. Mi ha portato una birra e si è messo a chiacchierare.>>  Tiro su col naso, la testa mi esplode mentre cerco di ricostruire lucidamente quello che ho fatto.
<<Allora non lo so, mi sono messa a pensare che non è voluto venire a questa stupida festa, che magari aveva di meglio da fare. Mi sono messa a pensare che non so dov'è e con chi, che magari anche lui sta parlando con qualcun'altra. Cazzo Kaya, pensare a lui con un'altra mi ha fatto dare di matto, allora quando Alex si è avvicinato ho risposto al suo bacio. È stato un attimo, un secondo e poi ho realizzato che Freddie è  a casa, magari a dormire nel cazzo di letto in cui dovrei essere anch'io. Non se lo merita e  ho rovinato tutto come sempre perché sono un'idiota, perché sono infelice.>>
Kaya si siede sull'erba umida accanto a me.
Questa festa doveva essere divertente. Doveva essere un sabato sera come tanti,quelli in cui ti vesti bene ed esci con le amiche per non passare la solita nottata davanti alla TV.
Venire qui, ballare,cantare, chiacchierare e tornare a casa.
Semplice, normale.
<<Beth io ti voglio bene. Sei un'idiota ma ti voglio bene, troveremo una soluzione.>>
Si sfila la giacca di pelle e me la sistema sulle spalle.
Vorrei dirle che non c'è soluzione per la mia coscienza, solo le apparenze possono essere sistemate.
Lucidate come se niente fosse successo.
<<Ti ha visto qualcuno?>>
<<Non lo so,credo di no.>>
<<Bene. Lo so che è immorale,cattivo,sporco e sbagliato,ma non dirglielo. Ti conosco abbastanza da credere che il panico di cui sei fatta ti abbia guidato anche questa volta. So che lo ami e a lui non serve dubitarne.>>
<<Che cosa faccio adesso Kay? >> Mi appoggio a lei.
Continuo a piangere come se avesse un senso provare dolore.
L'unica per cui dovrei provare qualcosa di negativo sono io.
<<Adesso torniamo a casa. Beth, ascolta so che tu stai male, ma devi riuscire ad andare avanti,devi riuscire a portare via dalla tua testa l'idea che tutti vogliono ferirti. >>
Già, dovrei.
Non dirglielo è irrispettoso e meschino, ma farlo significherebbe perderlo e non riuscirei a perdonarmi se dovesse accadere.
Ho bisogno di lui. Ho disperatamente ed egoisticamente bisogno di lui.
Questo doveva bastarmi, ma il mio istinto di conservazione supera di gran lunga la ragione. 
Ed è un fottuto casino.

Game OverWhere stories live. Discover now