Dopo

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Sono giunta ad una conclusione.
Dopo ore passate a fissare il muro, le quattro pareti fredde della mia stanza, con le cuffiette piantate nelle orecchie e il cuore troppo gonfio, ho capito finalmente una cosa.
Mi sono arresa.
Mi sono arresa come quando perdi una partita fondamentale, come quando non vinci in qualcosa su cui hai lavorato tanto.
Mi sono arresa come fanno i genitori con dei figli come me: sempre freddi, austeri, che non sono in grado di dimostrare quello che sentono.
Mi sono arresa al dolore di non meritare poi tanto più di quello che ho trovato.
Arresa alla fine dell'unica cosa che mi provocava un emozione.
Penso che un po' me la sono voluta tutta questa malinconia attaccata addosso.
Me lo sono scelto io di pensarti tutti i giorni senza fare niente.
Di pensare a noi, a tutto quello che non ci siamo detti tra un morso e il bacio della buonanotte.
Ci penso ancora al fastidio che ti dava il fondotinta quando mi accarezzavi, perché la pelle ti piaceva nuda.
Penso a quando il cuore smetteva di funzionare ogni volta che ti accendevi una sigaretta. Ogni volta che cantavi sotto voce.
Quando i miei capelli rossi  ti sfioravano la schiena, o il viso mentre facevamo l'amore sul divano.
Quando cammino per strada ogni tanto ho ancora la sensazione di sentire i tuoi passi accanto a me, la tua mano che mi tocca lentamente.
Ricordo ancora come mi spogliavi, con frenesia, come se i vestiti fossero un muro da abbattere tra i nostri corpi.
Ripenso spesso ai tuoi capelli scuri, all'odore che mi lasciavano sulle mani perennemente fredde.
Il tuo odore è la cosa che più mi è rimasta addosso.
Incastrata da qualche parte, soffocata, ma mai sbiadita.
Mi sono chiesta tante volte se poi tutti quei progetti li hai realizzati per davvero senza di me, se ancora ti piace il sapore dell'erba dopo il sesso o se soffri ancora il solletico.
Mi tormento domandandomi se guardi lei come guardavi me, se la ami nello stesso spudorato modo. Se le concedi di guardarti mentre ti rivesti o mentre dormi con i capelli tutti scompigliati.
Mi chiedo se quando piove l'abbracci, se sorridi ancora con la bocca storta e se ti ricordi ancora il mio sapore.
Poi mi domando come si fa a finire così, a non amarsi più da un momento all'altro.
Che poi non è vero che non ci amiamo, semplicemente abbiamo smesso di cercarci, di guardarci, di sorriderci per paura di innamorarci ancora.

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