Capitolo 53

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Non riesco a togliere gli occhi da quel dannato tavolo, come se una forza mi spingesse a continuare a seguire ogni piccolo dettaglio.
Pallina dopo pallina vengono imbucate tutte  con una precisione che solo un campione potrebbe avere.
Una parte di me esulta per ogni buca, mentre l'altra parte si dispera sapendo quanto pericoloso sarà stargli vicino.
-Vado a prendermi da bere. - mi desta Roy.
-Aspettami ti seguo.- si unisce Jack, lasciandomi sola.
Sento le speranze abbandonarmi, vincerà e dovrò seguirlo.

Il cuore mi prega di assecondarlo,  mentre la mente mi riporta alla nostra ultima conversazione.

Devo far resistenza per Will, mi ricordo per la milionesima volta.

Ma ecco che ad un nuovo tiro andato a segno torno a bramare lo sguardo che mi lascia.
Mi entra in testa come un siero in endovena, sento quell'esplosione di cui sono asuefatta.
Resa un vegetale incapace di muovermi mi perdo nelle sue occhiate furbe.
Sono in un fottuto casino.
Anzi no, io sono un fottuto casino.

Will, ricordati di lui.

Sposto lo sguardo verso il mio migliore amico che bianco in viso assiste alla sua ormai imminente perdita.

Povero Will lotta per me mentre io mi beo delle attenzioni del suo sfidante.
Sono una pessima amica!
Devo fare qualcosa, ma cosa?
Se Rider vincerà sarà come servigli un'altra vittoria... Io.

Mi volto cercando una possibile fonte di distrazione da dare.
Mancano due tiri e la partirà sarà vinta da Rider.
Dwein è fermo a guardare la giocata a poca distanza.
Forse potrei...
Perché no!
Tentare non nuoce.

Mi avvicino di soppiatto.
Tiene ancora la sua birra in mano. 
-Bella partita non è vero?- domando mentre lascio apparire un sorriso tirato.
-Non male! Davvero niente male!- dice dandomi un'occhiata portandosi il boccale alle labbra.

-Mi domandavo se ti andasse di prendere una boccata d'aria fresca!- tento titubante.
Oddio che sto facendo!
-La partita è quasi al termine e non vorrei perderla!- mi liquida veloce sorridendo.
Ha capito cosa cerco di fare.
-Capisco beh forse è meglio così. Ci vediamo- sollevo la testa in una posa orgogliosa e lo supero.
-Non ti servirà a molto scappare. Rider non ti lascerà andare tanto facilmente. - mi raggiungono le sue parole, che mi portano a bloccarmi per qualche attimo.
Vorrei voltarmi e urlargli contro tutta la rabbia che sento crescere.
Ma opto per lasciare perdere.
Devo far in fretta.
Torno a camminare veloce verso l'uscita.
Basterà allontanarsi di poco e poi chiamare Will per dirgli dove trovarmi.
E se Rider se la prendesse con lui?
Ne sarebbe capace.
Io sono la ricompensa.
-Dove stai andando?- mi blocca Jack parandosi davanti alla mia marcia.
-Io... Io volevo prendere una boccata d'aria- mento anche a lui.
Solleva un sopracciglio come a dire "Davvero?"
-Ok, volevo svignarmela- mi arrendo con tono sommeso.
-Davvero lasceresti Will a pagare per la tua sparizione?- mi rimprovera.
Ha dato voce alla paura che stava arrivando.
-Volevo, ma poi stavo arrivando alla tua stessa conclusione. Una volta fuori mi sarei fermata. Conosco abbastanza Rider per sapere che se la sarebbe presa con lui... È solo che ho paura.- ammetto a capo chino.
-Paura che ti faccia del male?- fraintende i miei timori.
-Paura di ciò che provo. Paura di non riuscire a far fronte alle mie stesse emozioni. Non posso lasciarmi andare, è complicato da spiegare, vedi , ci sono molti ostacoli insormontabili tra me e lui e... Non so se avrò la forza per respingere tutto. - parlo piano mentre i miei occhi si velano.
-Tutti gli amori hanno complicazioni, ma rinegare i propri sentimenti per paura non ti aiuterà ad affrontarli. - cerca di darmi il suo aiuto.
Lui che fino a poco fa non sapeva come farsi perdonare dalla sua fidanzata.
Incredibile!
-Non capisci! Non è come pensi... -scuoto la testa energicamente, mentre alle mie spalle arrivano una serie di esultazioni.
-Beh a quanto pare dovrai affrontarle. Sta arrivando- con la testa indica alle mie spalle.
Mi volto con il cuore in gola e lo stomaco stretto in una morsa.
Rider esce dalla sala da biliardo camminandi sicuro con un sguardo incavolato.
Dietro di lui Will tiene bassa la testa.
Quando mi è affianco Rider mi prende dal polso stringendo quanto basta per impedire una mia fuga, trascinandomi con lui.
-Lasciami, ti ho detto di lasciarmi. Che ti prende? Perché ti comporti così!- cerco di frenare quell' uscita forzata.
Si ferma voltandosi-Perché mi comporto così? Davvero lo stai chiedendo? Mi sono voltato pochi secondi e ti vedo avvicinarti al mio amico, riabbasso lo sguardo e sparisci. Dovrei essere contento per il tuo tentativo di fuga?- ha uno sguardo da folle e il petto che si solleva e si abbassa velocemente per la potenza di nervoso pronto a scoppiare.
-La stai costringendo a fare ciò che non vuole!- risponde Will per me.
Mentre io ancora una volta resto senza parole.
-Tu non ti immischiare in cose che potrebbero solo farti finire male- Rider gli si avvicina pronto ad una rissa.
Lo conosco quello sguardo.
- Davvero pensi non lo siano? - risponde Will osando ridergli in faccia.
Si mette male, molto male.
-Ok, forse è meglio se ci calmiamo!-Jack prova a calmare gli animi.
Mentre io mi rendo conto di cosa stavo per creare.
Mi sposto davanti a Rider mentre scatta per afferrare la maglia di Will.
-Non lo fare ti prego, verrò con te. Nessun giochetto. Ti seguirò, ma ti prego lascialo stare. Vuole solo proteggermi da chi pensa sia una minaccia per me. - cerco i suoi occhi prendendolo dalle guance.
Ho capito da un po' che per entrare nel mondo dove si chiude devo prima mostrargli la mia paura.
Mi guarda senza accennare a nulla.
Poi mi volto verso il mio migliore amico.
-Lasciami andare ti prego, non  complicare tutto. Non mi farà male, Will. Starò bene. Aspettami a casa.  Tornerò al più presto. - sento il corpo di Rider irrigidirsi alla menzione casa.
-Non andare Scarly... Ti porterà solo sofferenza.- è il suo ultimo grido di ribellione.
- Chiudi quella fottuta bocca! - salta di nuovo su Rider.
Lo tengo per un braccio  -Andiamo- dico lasciando l'ultimo sguardo di scuse al mio migliore amico.
Si lascia guidare mentre sento passo dopo passo più fragile.
Vorrei piangere, urlare la mia disperazione ma non è il momento per lasciarsi andare alle debolezze.
- Non avevi bisogno di aggredirlo. Sarei venuta con te ugualmente. - dico una volta all'aperto.
-Deve imparare a tenere la bocca chiusa in questioni che non lo riguardano. -risponde freddo.
-È mio amico ed è normale si preoccupi per me!- lo difendo.
-Il tuo amico è solo un coglione! Che pensa di sapere tutto ma che non ha capito un cazzo!- si volta verso di me con rabbia.
Come osa prendersela con lui.
-Un coglione che ha visto cosa le tue rivelazioni mi hanno portato! Ti ricordo che non è stato lui a scoparsi quella gallina platinata! Tu lo hai fatto. Aggiungendo il fatto che non l'avresti mai lasciata. - mi altero.
- Se non ricordo male tutto è successo a causa tua e di quel figlio di puttana con cui complottavi. Tu mi hai fatto credere di essertelo scopato, non è così?- mi si avvicina minaccioso.
Il mio cuore rallenta fino quasi a fermarsi.
Che significa mi hai fatto credere?
Non lo crede più?
Non ho mai smentito quella parte!
È per questo che è tornato?
-Come lo hai scoperto?- chiedo mentre mi appiattisco verso il muro.
-Non grazie a te. Perché non ti sei difesa dalle mie accuse?- domanda mentre iniziano a cadere le prime goccie di pioggia.
Non so cosa rispondere. Come posso spiegargli che quella sera sono state fatte troppe scoperte per poter pensare di salvare il salvabile.
Si avvicina guardandomi con curiosità. Aspetta una risposta, scavando nei miei occhi.
-Avevi già detto abbastanza tu!- rispondo schivandolo.
Mi afferra prima che possa allontanarmi.
-Sono stato un'idiota ok. Mi dispiace per averti ferita portandomi a letto Roxy e per averti sbattuto sul muso i nostri trascorsi. Ho fatto più di uno sbaglio lo ammetto e se ora sono qui è solo per ricostruire ciò che ho distrutto quella sera. Non dovevo lasciarti andare via.- le sue parole mi lasciano spiazzata. Non ero pronta a delle scuse.
Chiudo pochi secondi gli occhi, perché potrebbero tradirmi da un momento all'altro.
-Non cambia nulla Rider ciò che è successo non si cancella. Abbiamo troppe cose a dividerci. - sussurro quelle parole che mi spezzano dentro.
-Se ti riferisci a Rox... - inizia a dire ma il mio scuotere la testa lo azzittisce.
-Non si tratta solo di lei. Parlo di noi. Io e te! Siamo diversi Rider, due mondi completamente diversi. Tu trascini i tuoi guai e io i miei. Io sono una snob mentre tu rimani un ex galeotto. Io sono quella che ha mentito e tu quello che ha agito.- rispondo dannandomi per ogni singola parola.
-Tu vorresti farmi credere che sono queste le cazzo di ragioni?- mi chiede alterandosi.
- Non sono cazzo di ragioni. È una constatazione. Tu resti un teppista macchiato d'inchiostro per me.- gli sbatto in faccia con l'unico risultato di accusare il colpo io stessa.
-E tu una snob di merda, ciò non cambia quello che abbiamo!- urla mentre sento la pioggia penetrarmi nelle ossa come così le sue parole nell'anima.
-Non abbiamo nulla! Possibile che non ci arrivi? Anche se qualcosa fosse iniziato tu quella sera lo hai distrutto.- urlo ancora più forte, con il cuore gonfio delle mie stesse bugie.

Mi guarda -Sta zitta!- urla avvicinandosi ancora.
-Sta zitta!- ripete con più durezza.
-Non starò zitta fino a che non avrai capito! Tutto questo non ha senso.- ribatto.
Le bugie mi stanno togliendo ogni singola forza.
Tra la pioggia che mi bagna il viso, lacrime amare si uniscono.
Non possiamo stare insieme Rider, lo devi capire.
-Tu rovini, tu spezzi, tu distr...- non mi fa terminare le mie parole al veleno.
-Sta zitta!- sbraita prima di fiondarsi sulle mie labbra con forza.
Il bacio ruento mi prende alla sprovvista.
Non me lo aspettavo.
Pensavo fuggisse.
Ci metto un attimo a riprendermi e poi scelgo di gustarmi quell'amore dal gusto salato. Incapace di sottrarmi.
Mi lascio andare, godendo del ricordo.
Il cuore scalcia inferocito.
Le sue mani, ora che mi sto lasciando andare, mi accarezzano il volto con gentilezza, il collo per poi fermarsi al fianco ed attirarmi a sé con brama.
Sono felice del sostegno del suo corpo, perché le mie gambe vacillano.
Ha il potere di farmi perdere la ragione.
Un bacio dove ognuno di noi grida il suo amore.
Pura estasi.

Mi rilascia piano, dolcemente mantenendo i suoi bellissimi occhi verdi su di me.
-Si sbaglia. Tu ti sbagli. Sono tornato per dare il giusto peso alle nostre miserabili vite. Mi sei mancata, come potrebbe mancare l'aria in giornata torrida nel deserto. Sono qui. Per rimediare. Lasciamelo fare. - parla piano con un tono stanco ma dolce.
Non l'ho mai sentito mettersi così a nudo.

Lo guardo, chiedendomi se ne valga la pena, rinunciare al paradiso, solo perché si porta il peso dell'inferno.

Non lo so più!
Ma quello che so è che voglio provare a vivermi anche solo per poco quest'illusione di felicità.

Da bravo ladro non mi ha portato via solo la scarpetta, ma anche il cuore e la ragione.
Lo amo.
Incapace di parlare per paura di rivelare più di quello che è pronto ad ascoltare cedo con la testa.
Un sì

silenzioso rotto solo dalla potenza della pioggia di cui non ci curiamo.
Non sento neppure il freddo di una nottata ventilata.
Il suo potere di farmi ardere è enorme.
Lui è il mio inferno.
-Vieni- mi tira a sé.
-Dove?- domando con un filo di voce, mentre raggiungiamo la sua auto.
-A dare un'inizio- mi solleva da sotto le braccia fino sopra la sua testa, poi mi abbassa lentamente. Mi si ferma il cuore, il respiro e ogni mio proposito.
Torna a baciarmi, mandandomi il cuore in fibrillazione.
-Farò di tutto per farmi perdonare.- la sua promessa sussurrata sulle labbra tra un bacio e una mia lacrima.
-Promettilo!- riesco a dire con fatica, perché non riesco a staccarmi dalla piacevole sensazione.
-Prometto.- dice guardandomi con tutta l'onestà di cui è capace.
E a me basta.
Gli credo.
Lo voglio.
Lo amo. 

Ride OutWhere stories live. Discover now