43-perché?

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Non era la prima volta che si faceva quella domanda, "perché?" Era come se fosse tornato bambino, risentiva quelle stesse sensazioni, vedeva tutte quelle persone felici ma lui non riusciva ad essere come loro, per quanto ci provasse. Credeva di aver superato quel periodo, di essersene liberato, ma ogni giorno era sempre più ovvio il contrario. Forse era masochista, gli piaceva farsi del male, ma non era così, odiava stare male, ma allora perché? Perché si stava distruggendo con le sue stesse mani? Perché continuava a farlo? Era sempre stato egoista, perché ora non riusciva più ad esserlo? Perché ci stava così male a pensare di ignorare quelle parole? Forse aveva ragione Karin, avrebbe dovuto parlargli, ma come poteva solo guardarlo in faccia? Aveva scelto Karin, e tutto per lui, ma non ne era più sicuro, non voleva più farlo, si era pentito, non voleva questo, non l'aveva mai voluto. Per quanto avrebbe resistito? Una settimana? Due giorni? No...non ci riusciva più. Non avrebbe mai pensato che sarebbe finita così, sacrificare la sua felicità per farlo scegliere, ma non era più una scelta. Aveva sbagliato tutto, l'aveva spinto tra le sue braccia, non sarebbe più tornato da lui, aveva esagerato. Non era la prima volta che succedeva, credeva di fare la cosa giusta, ma non era così. Voleva tornare ad essere egoista, riprendersi Naruto ed essere felice. Ma lui era arrivato dopo, non poteva distruggere la sua vita. Quante volte aveva pensato quelle cose? Tante, forse troppe.  Quella notte, quando aveva scelto Karin, aveva sentito il suo cuore spezzarsi, eppure era stato lui stesso a pronunciare quelle parole, ma aveva fatto male, troppo.  Lo voleva, non riusciva a stare senza di lui, era diventato una droga, non riusciva a togliersi dalla testa il suo sorriso angelico, la sua timidezza e sfacciataggine, il suo tocco delicato, il suo odore di cioccolato, lo faceva impazzire. 

- Sasuke!-
-dimmi-
-c'è Naruto- il corvino alzò lo sguardo scorredolo su quello dei compagni, in cerca dei capelli biondi del ragazzo trovandolo con kiba, era passata una settimana da quella notte,  una settimana dall'ultima volta che aveva incrociato il suo sguardo. -è triste, kiba dice che è un brutto momento per lui- continuò il castano
-Non sembra triste-
-È mai sembrato triste?- il corvino alzò le spalle indifferente, Naruto gli era sembrato triste così tante volte, non riusciva a dimenticare quanto fosse diverso da loro, era diventato così bravo a nascondere le sue emozioni.

Una ragazza entrò nella classe guardandosi in torno e non appena incrociò lo sguardo del biondo gli corse in contro allacciandogli le braccia al collo
-Reiko- il biondo la strinse accarezzandole la schiena
-Stai bene...ero così preoccupata- disse la rossa tra i singhiozzi
-guarda che sono immortale, non vi libererete di me molto in fretta voi due-
-sarà meglio, perché se muori vengo all'inferno a prenderti per ucciderti di nuovo- disse kiba
-sei stato un idiota! E se finivi all'ospedale?- disse la ragazza allontanandosi e asciugandosi le lacrime
-non ci sono andato, quindi non c'è problema- la rossa strinse i pugni e puntò lo sguardo a terra
-Non farlo mai più- sussurrò
-se capiterà di nuovo, non ci penserò due volte a rifarlo-
-no. Non dovevi farlo, tu non c'entri niente, restane fuori-
-ne resterò fuori il giorno in cui ti lasceranno in pace-
-lascialo perdere, è un idiota-
Intervenne Kiba posandole una mano sulla spalla
-l'idiota sarai tu- disse il biondo guardando male l'amico
-sarà meglio che vado, sta per suonare la campanella- borbottò la rossa allontanandosi, Naruto la fermò per un braccio
-se hai bisogno, non esitare a chiamarmi, sul serio- un piccolo sorriso si formò sulle sue labbra
-ci penserò, grazie- velocemente si alzò sulle punte baciandogli una guancia -allora vado ciao-
-ciao- i due la salutarono con un cenno della mano
-Non è giusto- borbottò il castano guardando la porta chiudersi
-cosa?-
-a me non ha dato il bacio. Che giusto c'è a baciarti la guancia? Tanto non hai reazione-
-Non è che non ho reazione-
-ma se sei rimasto un muro, non hai sorriso, non sei arossito, anzi, sembrava darti fastidio-
-Non mi ha dato fastidio...è solo che...- il biondo si passò una mano tra i cappelli facendo una piccola smorfia
-ti fa ancora male?-  chiese il castano girandosi a guardarlo
-un po', ho sempre male di testa...-
-forse dovresti farti vedere da un dottore-
-no, sto bene, è solo una botta- 
-Non toccarti, così peggiori le cose te l'ho già detto- disse il castano schiafeggiando la mano del biondo
-lo sai che lo faccio sempre...è un abitudine-
-ci credo che non ti passa il dolore, se non la smetti ti lego le mani-
-mi da fastidio...- si lamentò il biondo
-dovresti tenere la benda ancora un po'-
-Non andrò in giro con la testa fasciata-
-sei un vero idiota, ci credo che hai male se non fai niente per sistemarti la zucca vuota, il giorno che si riaprirà la ferita non venire a piangere da me-
-Come sei crudele, non mi vuoi più curare infermiera?-
-infermiera un corno! Ti sembro una donna? Se vuoi un infermiera vai all'ospedale.- disse il castano puntandogli un dito contro, il biondo gli sorrise
-mi sei mancato- un leggero rossore colorò le guance del castano che si girò dandogli le spalle
-quella botta ti ha fatto diventare ancora più idiota- borbottò prima di andarsi a sedere al suo posto, il biondo raggiunse Gaara senza cancellarsi quel piccolo sorriso dalle labbra, gli era mancato sul serio, era così strano non averlo in torno, ora che Kiba era di nuovo con lui stava così bene. 

𝒕𝒐𝒄𝒄𝒂𝒎𝒊  𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 ˢᵃˢᵘⁿᵃʳᵘ Where stories live. Discover now