45-non mi interessa

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Il biondo guardò di sotto, le macchine passavano indifferenti, facendo ogni giorno gli stessi percorsi, certe andavano veloci, come se la persona che la guidava fosse in ritardo, altre invece erano più lente, come se fossero fuori per una passeggiata. Quando era lui a guidare non si accontentava di andare piano, voleva andare sempre più veloce... aveva sempre pensato che non fosse normale che proprio lui fosse così, dovrebbe essere terrorizzato dalla velocità, dovrebbe aver paura di guidare, invece quando lo faceva si sentiva libero, era così strano per lui, ma importava davvero poco ormai. Cosa pensasse, cosa provasse, ormai si era arreso, non capiva più niente, tutti facevano come volevano, lo trattavano come una bambola, ma lui non lo era, ma a quanto pare nessuno la pensava come lui. Non stava male, ma non stava manco bene, si sentiva vuoto, come sempre ormai. Quando kiba l'aveva baciato aveva sentito un muro costruirsi sul suo cuore, aveva sentito tutte le emozioni scomparire. Anche lui lo voleva usare, come se fosse un sostituto, lui non era Shikamaru, non avrebbe preso il suo posto, non era manco un arma per farlo ingelosire. Da quando aveva scritto in fronte che tutti potevano fare quello che volevano con lui? 
Si sentiva una di quelle ragazze delle serie televisive, girava tra le mani di tutti ma alla fine il suo cuore era sempre dello stesso ragazzo. Peccato che al contrario di tutte le ragazze lui non lo volesse. Non voleva amarlo. Odiava amarlo. Odiava amare essere toccato da lui. Odiava sognarlo. Odiava guardarlo. Odiava tutto quello che era legato a lui. Ma lo amava. Poteva dire di odiarlo quanto voleva ma non era vero. Ed era proprio questo a far crescere l'odio, la consapevolezza di non poterlo fare. Tutto l'odio che nutriva nei suoi confronti si tramutava in amore nel momento in cui lo vedeva. Non poteva comandare niente. Forse dovrebbe diventare sul serio un burattino, lasciarsi usare. Non voleva farlo, ma lui non decideva niente, erano gli altri a comandare, che lui fosse d'accordo o meno.
-lo sai che l'accesso al tetto è vietato?- non aveva manco bisogno di girarsi per capire chi era, gli bastava sentire il suo cuore che faceva un salto nel petto prima di iniziare a correre all'impazzata, non poteva controllarlo. Lo odiava.
-E tu lo sai?- disse di rimando, la voce sottile e tagliente, non voleva cedere di nuovo nelle sue mani. Non era la ragazzina dei telefilm, poteva scegliere da chi andare.
-ti ho visto venire qui-  si muoveva in silenzio, come se non poggiasse i piedi a terra, capivi di essere caduto nella sua trappola troppo tardi, lui l'aveva capito nel momento in cui aveva sentito il suo fiato sul collo, ma non voleva cedere, anche se era nella sua trappola poteva fuggire, non voleva tornare da lui.
-non dovevi seguirmi-
-volevo parlarti- le labbra del biondo si incurvarono in un piccolo sorriso, quel sorriso amaro che aveva imparato a fare da pochi giorni
-non abbiamo niente da dirci- disse continuando a guardare la strada, si sarebbe buttatto, solo per fuggire, Non  lo voleva più vedere, lo odiava.
-Naruto...- sussurrò il corvino sfiorandogli una spalla ma il biondo si allontanò, non voleva ascoltarlo.
-ci vediamo in classe- disse il biondo aprendo la porta ma il corvino la chiuse facendola sbattere, Naruto restò immobile, non poteva scegliere niente, non poteva scappare da lui.
-Non andare via, resta qui- disse il corvino facendolo girare -io non ti ho mai usato- mormorò il castano alzandogli il volto, i suoi occhi erano dello stesso colore del cielo, quell'azzurro limpido e puro che adorava.
-Non mi interessa- disse il biondo, non aveva il controllo del suo corpo e dei suoi sentimenti, ma poteva ancora scegliere che parole usare, di sicuro non avrebbe sprecato l'unica cosa che poteva usare liberamente
-si invece, lo so che ti interessa- disse il corvino
-credi quello che vuoi-
-Naruto, perché non vuoi credermi?  ho bisogno di te- disse il corvino accarezzando le guance del biondo per poi scendere fino alle braccia
-Non è che non ti credo, non mi interessa-
-sei così difficile-
- non sono io difficile, sei te che non ti muovi, se proprio hai bisogno di me fai in fretta, non voglio arrivare tardi a lezione-
-ma io non voglio questo-
-allora lasciami andare- il corvino strinse la presa sulle sue braccia spingendolo contro al muro
-No. Non andare-
-te l'ho già detto, fai in fretta,  mancano dieci minuti alla fine della pausa-
-sabato verrai sul serio a cena?-
-me l'ha chiesto tua madre, e non potevo dirle di no, lo faccio solo per lei-
-mi basta sapere che verrai- disse il corvino prima di baciarlo, il biondo avrebbe voluto allontanarlo, ma il suo corpo non rispondeva ai comandi, invece di spingerlo via e andarsene restava lì immobile.
-hai detto che potevo fare quello che volevo, ma non c'è molto gusto se stai immobile- borbottò poggiando le mani sulle spalle del biondo
-Non ho mai detto che avrei ricambiato-
-sei un...- iniziò il corvino ma si interruppe per baciarlo. Lo odiava, lo odiava, lo odiava. Continuava a ripeterselo nella mente, ma ogni volta era più difficile dirlo perché non era vero, ma non voleva essere il suo gioco, non voleva essere una scopata e via, ma era l'unica occasione che aveva per stargli vicino, perché sapeva che poi sarebbe andato via. Il biondo strinse la camicia del corvino tra le dita e schiuse le labbra, era più forte di lui, non poteva resistergli.
Dicono tutti che l'amore è il sentimento migliore, ma in quel momento, Naruto stava odiando l'amore, quel sentimento lo stava distruggendo.

𝒕𝒐𝒄𝒄𝒂𝒎𝒊  𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 ˢᵃˢᵘⁿᵃʳᵘ Where stories live. Discover now