52- tre mesi

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Tre mesi dopo 

Sasuke puntò lo sguardo al cielo, e portò la bottiglia di birra alle labbra prendendone qualche sorso
-sasuke, la cena è pronta- il corvino sbuffò e fece scendere il gatto dalle gambe per poi alzarsi dal pavimento e rientrare in casa
-ha chiamato?- chiese sedendosi a tavola
-l'hai già chiesto a pranzo, non ha chiamato-
-perché non chiama!?- sbottò sbattendo un pugno sul tavolo, Mikoto si strinse nelle spalle e iniziò a mangiare in silenzio.
-otouto se fai così non risolvi niente- disse Itachi sorridendo al fratellino che lo guardò male
-Non ho fame- disse alzandosi
-Sasuke...-
-torno tardi oggi- borbottò prendendo le chiavi di casa e uscendo, il cellulare vibrò nella tasca dei pantaloni e il corvino lo afferrò sbloccando in fretta lo schermo ma sbuffò quando vide il messaggio di neji, come al solito non era Naruto. L'unica volta che il biondo gli aveva scritto era stato il giorno in cui era scomparso, gli aveva scritto un semplice scusa, come se quella parola potesse bastare per quello che aveva provato dopo. Si era sentito morire quando tsunade aveva detto che Naruto si era ritirato dalla scuola, per non parlare di quando aveva capito che non era più in città, la prima settimana credeva che lo stesse evitando, ma quando sua madre gli aveva detto che se ne era andato...era così arrabbiato, ma allo stesso tempo triste. Non riusciva a capire se avesse senso sperare in un suo ritorno, non sapeva manco se era vivo, non sapeva niente. Le labbra del corvino si strinsero strinse in una linea sottile, non aveva mai cercato di dimenticarlo, sapeva perfettamente che era impossibile, era anche colpa sua se ora non era più con lui, se avesse capito invece di urlargli contro sarebbe rimasto. Scriveva a Naruto ogni giorno, ma i messaggi non venivano mai letti, era così stressante non sentire la sua voce, non sentire il suo corpo, non incrociare i suoi occhi, non baciarlo, lo facevano impazzire, si era costruito un muro intero basato su quel ragazzo, ma era crollato, ci stava male, era una delle poche persone a cui teneva e l'idea di averlo allontanato di nuovo lo faceva morire.  
C'erano così tante cose che non gli aveva mai detto, aveva fatto errori su errori, e alla fine era finita così, con l'orgoglio a puttane e quel muro di mattoni a brandelli ai suoi piedi. Quante volte in quei mesi aveva pianto e urlato contro sua madre? Si sentiva fragile, non gli era mai successo di stare così, era sempre riuscito a trattenere i suoi sentimenti, ma da quando non aveva notizie di Naruto non riusciva più a fare niente. 
Aveva dato tutta la colpa a Kiba, lo aveva picchiato, lo aveva insultato, ma alla fine aveva soltanto mostrato la sua debolezza. Aveva dimostrato a kiba che senza Naruto la sua corazza impenetrabile non esisteva. Non che a lui fosse importanto, non gli ci volle molto per tornare tra le braccia di Shikamaru, in un certo senso lo invidiava, lui aveva il suo ragazzo accanto, ma Sasuke? Lo aveva il ragazzo o era solo una sua affermazione? Era stato lui stesso ad urlare al biondo che non voleva avere a che fare con lui fino a quando non gli avrebbe detto tutto, era stato così idiota, come poteva solo pensare di riuscire ad ignorare l'assenza di Naruto nella sua vita? Ci aveva ricavato solo un ammasso di incubi che gli impedivano di dormire la notte, non poteva fare a meno di chiedersi se avrebbe dormito meglio durante il giorno, in fondo usciva di casa solo a buio inoltrato ormai, in lui c'era qualcosa che lo spingeva nell'ombra, come se volesse nascondersi da tutti, ed in effetti era così, quando si guardava allo specchio non riusciva a riconoscersi, quegli occhi arrossati, le occhiaie, la postura floscia, erano parti di lui che non aveva mai visto, anche il suo carattere in parte era cambiato, se da una parte la sua emotività aveva preso il sopravvento dall'altra la sua aggressività era senza controllo, bastava una parola sbagliata per farlo infuriare, era come se la calma che lo caratterizzava fosse scomparsa.  Delle leggere goccie fecero scurire la strada, quando il corvino alzò lo sguardo sul cielo non si sorprese di vedere le nuvole coprire la luna togliendo gran parte della luce sulla strada, un tuono rimbombò nell'aria facenfogli fare una leggera smorfia,  Non gli dispiaceva la pioggia,  ma odiava i tuoni, era rumorosi e non riusciva a focalizzare i suoi pensieri che cambiavano ogni secondo. Quando il secondo tuono rimbombò e la pioggia iniziò a scendere più forte velocizzò il passo fino a raggiungere un minimarket aperto tutto il giorno, non si sorprese di trovare solo un gruppo di ragazzi che compravano alcolici probabilmente per qualche festa a cui sarebbero andati. Con uno sbuffo prese una bottiglia di birra e andò a pagare prima di tornare sotto alla pioggia insistente. Con l'aiuto delle chiavi di casa aprì la bottiglia prendendone qualche sorso prima di tastarsi le tasche in cerca del telefono che aveva iniziato a squillare
-che vuoi?- mormorò poggiandosi contro un muro 
-sasuke devi tornare subito a casa-  disse Itachi
-che è successo?-
-torna e basta-
-tsk. Non rompere-
-sasuke sono serio devi torn- il maggiore degli Uchiha non finì la frase che il corvino gli attaccò il telefono in faccia, lentamente si girò avviandosi verso casa, odiava quando Itachi lo chiamava, cosa che succedeva praticamente tutte le sere, ma la voce del fratello quella volta era così allarmata che spinse sasuke ad obbedire avviandosi verso casa, anche se il suo passo era lento e strascicato, non ci vollero più di una decina di minuti ad arrivare vicino alla casa. Il corvino guardò la casa in lontananza, le luci erano tutte spente, segno che Itachi era andato via, le labbra si Sasuke formarono una piccola smorfia, che senso aveva farlo tornare se manco era in casa? Il suo sguardo cadde sulla macchina rossa ferma davanti a casa sua e il respiro gli si bloccò, la bottiglia di birra gli scivolò di mano rompendosi in mille pezzi al contatto con il terreno, conosceva solo una persona con una macchina del genere.

𝒕𝒐𝒄𝒄𝒂𝒎𝒊  𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 ˢᵃˢᵘⁿᵃʳᵘ Where stories live. Discover now