Vuoto.

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Il giorno dopo,andai a dormire da Hanna,la mia migliore amica.
Passammo tutto il pomeriggio a giocare,disegnare e a cantare le canzoni dei cartoni animati.
Quando ci sedemmo a tavola,insieme alla sua mamma e al suo papà,mi sentii triste.
Un alone di tristezza,presa la meglio su di me.
Finita la cena andammo sul divano a guardare un film.
Ma la mia testa era altrove.
Non riuscivo a concentrarmi.
"Bambine a nanna",ci chiamò la madre di Hanna,dal piano superiore.
Salutammo suo padre,che era in cucina a sistemare delle carte per il lavoro e corremmo al piano di sopra.
Ci lavammo i denti e ci mettemmo i pigiami.
Una volta sotto le coperte.
Hanna ricevette il bacio della buona notte.

Questo piccolo gesto,dato dalla propria madre ha un significato diverso,da quello dato dal proprio padre

"Notte piccola Malia",sorrisi,"Notte".
Spense la luce e ci lasciò sole.
"Spero che tu ti sia divertita",mi chiese Hanna passandomi un peluche,"Si,tanto.Grazie Hanna per avermi invitata","Grazie a te per essere mia amica,Malia".
Ci addormentammo,in quella notte che mi aveva riempito il cuore di tristezza,invidia e amarezza,ripensando a quanto fosse vuota la mia vita,senza di lei.
Il giorno seguente,facemmo colazione e subito dopo,papà venne a prendermi.
Una volta in macchina,"Sei stanca?".
"No,perché?".
Papà sorrise,"Ti va di andare al parco",gridai tutta contenta,"Siiii!".
Arrivati al parcheggio del parco,vidi una donna,vestita con una tuta da ginnastica venirci incontro,"E quella?Chi è?".
Chiesi mettendomi le mani nelle tasche della felpa,"Hey Derek",i due si scambiarono due baci sulle guance,"Malia,lei è la mia collega e amica,Marion",la donna si piegò e mi porse la mano,la guardai,"Piacere Malia,tuo padre mi ha parlato tanto di te","Lo fa con tutti,tranquilla",sentii che papà mi diede un calcetto,ci guardammo

Non fare la maleducata...

Sbuffai e strinsi la mano alla donna.
Il parco.
Era un luogo MIO e di PAPÀ,non delle sue amichette!
La tizia non faceva altro che parlare.
Mi stava veramente stufando.
E lo sguardo di papà mi irritava.
Tutta quella situazione mi irritava.
"Papà mi sento male,andiamo a casa?".
Chiedi tirandolo per i pantaloni,"Uh?Si certo",mi prese in braccio,"Peccato.Allora alla prossima Derek e Malia",Marion ci salutò e papà mi portò subito a casa.
"Stai bene?".
Mi sedetti sul divano.
"Si,sto bene".
DEREK.
Marion mi aveva chiesto di uscire,ma solo per conoscere Malia,dato che le avevo parlato tanto di lei.
Dopotutto Malia è tutto quello che mi rimane...
Era strana.
Mi sedetti difronte a lei.
Era giù di morale.

Tesoro,cos'hai?

"Non usare la telepatia!".
Misi le mani in avanti,"Allora parla",scosse la testa,mi alzai e andai in cucina,"Se non parli,non ti posso aiutare!".
Aprii una birra,"Tanto non puoi aiutarmi lo stesso!Tu non farai tornare indietro la mamma!".
Corsi da lei,aveva le lacrime agli occhi,"Di cosa stai parlando?".
Scattò in piedi,"Di cosa sto parlando?!Parlo del fatto che NESSUNO può ridarmi mia madre.La mamma mi manca ogni giorno.
Io voglio la mamma!".
Scoppiò in lacrime.
Era stremata.
Tutto il dolore e la tristezza che si portava dentro,stava uscendo.
Mi sedetti accanto a lei.
Anche a me mancava Jenny.
Strinsi la piccola fra le mie braccia.
"Anche a me manca la mamma.Mi manca ogni giorno",sentii le sue braccia stringermi forte.
I suoi singhiozzi.
Le sue lacrime.
Erano delle lame per me.
Cercai di trattenere le lacrime.
Dovevo essere forte,dovevo farlo per mia figlia.
Per l'unica cosa che mi era rimasta di Jenny.
L'unica cosa nata dal nostro amore...

Ti proteggerò a costo della mia vitaWhere stories live. Discover now