25. Suo padre era con lui, improvvisamente.

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Ora, mentre viaggiava in automobile lungo l'autostrada e andava facendosi buio, Nick aveva smesso di pensare a suo padre. La fine della giornata non gli faceva mai pensare a lui. La fine della giornata era sempre appartenuta solo a Nick, e Nick non si sentiva mai perfettamente a suo agio se alla fine della giornata non era solo. Suo padre tornava da lui in autunno, o all'inizio della primavera, quando il beccaccino appariva sulla prateria, o quando Nick vedeva delle biche di frumento, o quando vedeva un lago, o semmai vedeva un cavallo col calesse, o quando vedeva, o sentiva, le oche selvatiche, o era davanti alla tana di un'anitra; e ricordando quella volta in cui un'aquila scese in picchiata tra la neve turbinante per afferrare col becco un richiamo rivestito di tela, e poi riprese quota, battendo le ali, con gli artigli impigliati nella tela. Suo padre era con lui, improvvisamente, nei frutteti abbandonati e nei campi appena arati, nei boschetti, sulle piccole alture, o quando attraversava un prato di erba morta, ogni volta che spaccava la legna o andava a prendere acqua, vicino ai mulini, alle fabbriche di sidro e alle dighe, e sempre davanti ai fuochi all'aria aperta. Le città nelle quali Nick capitava non erano città che suo padre conoscesse. Dall'età di quindici anni Nick non aveva più avuto nulla in comune con lui.

(Padri e figli, Ernest Hemingway)

Passi che val la pena di leggere - [4/8]Where stories live. Discover now