43. Mettiti dentro la prima frase

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Così lui [mio padre] mi disse che dovevo cominciare con una frase a effetto, che apparentemente non aveva niente da spartire con il resto del tema, e che parte dello svolgimento avrebbe dovuto servire a motivare quell'inizio shock. Disse anche che dentro quella frase, per quanto potevo, dovevo mettere qualcosa di me - un'opinione, un punto di vista forte, una sensazione che mi avrebbe guidato per il resto del tema. In realtà non disse: «Mettiti dentro la prima frase», ma a volte succede che certi insegnamenti arrivino in modo inconsapevole perfino da parte di chi li impartisce. Così, senza saperlo, papà mi aveva instillato l'amore viscerale che nutro per gli inizi di romanzo: impiego mesi a trovare la prima frase di un mio libro proprio grazie a quel suo insegnamento. Posso avere tutto in testa, ma il libro non comincia finché non arriva la sua frase d'esordio. Sono molto orgoglioso dei miei incipit: il mio primo romanzo, La calligrafia come arte della guerra, comincia con una frase che, per me, è il riassunto dei motivi per cui si scrive: "Adesso parlo io"; il mio secondo romanzo, Marialuce, comincia con una tautologia che però, ogni volta che la rileggo, mi pare bellissima: "Inizia con la nascita, come tutte le cose"; l'attacco di Il demone a Beslan è terribile e allegorico: "Sono l'uomo che cammina con la forca e la tiene attaccata alla cintura"; l'attacco di Il giardino delle mosche, il mio libro più recente, ha invece un ritmo leggermente meno lapidario, più musicale: "Per molto tempo, non so nemmeno più quanto, io ho vissuto in luoghi astratti". In qualche modo, mi pare, in queste semplici frasi, che a volte suonano un po' come sentenze, c'è il riassunto di ogni libro. Se rileggo queste quattro frasi in sequenza, vi trovo quasi tutto quello che ho da dire: la presa di voce (nella Calligrafia), la nascita (in Marialuce), la morte e l'allegoria (nel Demone), il tempo e l'immaginazione (nel Giardino). Se le rileggo in sequenza, trovo il mio lenzuolo che cade, trovo me.

(Andrea Tarabbia, da Il peso del legno)

Passi che val la pena di leggere - [4/8]Where stories live. Discover now