36. Una cosa piccola ma buona

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Mangiarono i panini e sorseggiarono il caffè. D'un tratto, Ann sentì una gran fame e i panini erano caldi e dolci. Se ne mangiò tre e la cosa fece molto piacere al pasticcere. Allora si mise a parlare. Lo ascoltarono con attenzione. Per quanto esausti e angustiati, rimasero ad ascoltare quello che il pasticcere aveva da dire. Annuirono quando l'uomo cominciò a parlare della sua solitudine e della sensazione di limitatezza e di dubbio che l'aveva assalito con la mezza età. Disse che cosa si provava a non avere figli. Giorno dopo giorno con i forni infinitamente pieni e poi infinitamente vuoti. Le ordinazioni per le feste e per gli anniversari che aveva preparato. Le dita sempre impiastricciate di glassa. Le figurine di sposi infilate sulle torte nuziali. A centinaia, anzi, a migliaia, ormai. I compleanni. Immaginate solo tutte quelle candeline accese. Il suo era un mestiere di cui c'era bisogno. Era un pasticcere. Sempre meglio che fare il fioraio. Meglio dar da mangiare alla gente. L'odore qui nel forno era meglio di quello dei fiori.

(Una cosa piccola ma buona, Raymond Carver)

Nota:
Una breve storia ricca di tematiche, tra cui il perdono.

Passi che val la pena di leggere - [4/8]Where stories live. Discover now