35. Il loop

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Il loop risiedeva in profondità. Era un enorme acceleratore di particelle circolare, e un centro di ricerca per esperimenti quantistici. Si estendeva attorno all'area nord di Mälaröarna, da Hilleshög a est, fin quasi all'estremo nord di Härjarö. Continuava a ovest sopra Björkfjärden e attorno al lato est di Adelsö, per passare sotto Björkö e le rovine delle sue antiche civiltà.
La sua presenza si avvertiva ovunque a Mälaröarna. I nostri genitori ci lavoravano. I veicoli di pattuglia si aggiravano per le strade e nel cielo. Strani macchinari vagavano tra le foreste, le radure, i prati. Qualsiasi forza regnasse in quelle profondità, emanava le sue vibrazioni attraverso le rocce, i mattoni in calce, le facciate di Eternit, fin dentro ai nostri soggiorni. Il paesaggio era pieno di macchinari e rottami metallici connessi in qualche modo al centro. All'orizzonte, sempre visibili, le colossali torri di raffreddamento del reattore Bona, con le luci verdi sulla cima a segnalare l'ostacolo.
Se appoggiavi l'orecchio a terra potevi sentire il cuore del loop: le fusa del Gravitron, il fulcro magico dell'ingegneria che era al centro degli esperimenti.
Il loop in quegli anni era l'acceleratore più grande del mondo. Di esso si diceva che le sue forze fossero in grado piegare persino lo spaziotempo.

(Tales from the loop, Simon Stälenhag)

Mappa del loop:

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