41. L'immensa distanza che ci separava da casa

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Passava il tempo e i russi non riprendevano l'azione, ogni tanto qualcuno usciva e correva per pochi metri e tornava poi a nascondersi. Improvvisamente incominciarono a cadere laggiù delle bombe di mortaio. Scoppiavano così precise che parevano essere messe lì con le mani. Erano i mortai da 81 di Baroni, e Baroni non sciupava né bombe né vino. Così finì il primo attacco russo. Non fu un vero e proprio attacco; forse i russi credevano che fossimo molto più giù di morale e pensavano che, sapendoci accerchiati, avremmo abbandonato il caposaldo al primo accenno di attacco. Quel senso di apprensione e di tensione che era in noi non ci aveva ancora lasciato. Era come se un gran peso ci gravasse sulle spalle. Lo leggevo anche negli occhi degli alpini e vedevo la loro incertezza e il dubbio di essere abbandonati nella steppa: non sentivamo più i comandi, i collegamenti, i magazzini, le retrovie, ma soltanto l'immensa distanza che ci separava da casa, e la sola realtà, in quel deserto di neve, erano i russi che stavano lì davanti a noi, pronti ad attaccarci.

(Il sergente nella neve, Mario Rigoni Stern)

Passi che val la pena di leggere - [4/8]Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon