50. Il Nanga è il suo guru

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Tomek è un alieno nell'ambiente dell'alpinismo. Non gli interessa professionalizzarsi, entrare nel grande circo degli himalaysti, guadagnare da conferenze, sponsor. Dal 2011, ogni inverno prova a scalare il Nanga. Non ha mai tentato nessun'altra impresa così complessa e pericolosa.
È impossibile non volergli bene. Nel suo modo naïf e strampalato incarna la versione più pura dell'alpinista, quello che tutti noi siamo stati all'inizio e vorremmo avere il coraggio di continuare a essere. Con occhi limpidi, scintillanti mi lascia una lezione che in quel momento non capisco fino in fondo.
«Quando sono quasi morto è stato il giorno più brutto della mia vita e anche il più bello. Questa montagna è piena di paradossi. Sono contento di non aver raggiunto la vetta, sarebbe stata solo cibo per il mio ego, e io non voglio nutrire il mio ego, lo voglio tenere a bada. Ecco perché insisto a venire qui. Ora ho bisogno di passare del tempo con i miei bambini e la mia famiglia e di concentrarmi sulla mia vita a valle.»
Racconta di aver sentito delle voci, voci di fate. La zona del Baltistan è ricca di mitologie legate alla montagna. Secondo la leggenda, il Nanga è popolato di elfi e fate che incantano le persone per attirarle verso le proprie viscere, dove abita una maga.
Sul fondo del crepaccio, una delle voci diceva a Tomek: che cosa stai facendo? E un'altra rispondeva: non ti preoccupare, è forte, sopravvivrà. Poi, suoni di bambini che giocavano e l'abbaiare di un cane.
Una volta risalito, ha chiesto a Élisabet se anche lei avesse sentito delle voci, lei ha pensato che avesse avuto delle allucinazioni.
Tomek ha una comunicazione fortissima con la montagna. Un mese prima di raggiungere Élisabet sul Diamir, era stato sul versante Rupal, per acclimatarsi e per stare con la gente del posto. Trascorreva intere giornate in quota, con un rischio valanghe molto alto, perché aveva bisogno di ascoltare lo spirito del Nanga. Una mattina era seduto sullo zaino, protetto da una grande roccia, aveva sentito voci di fate che gli ripetevano: ti vogliamo, ti vogliamo, ti vogliamo. Era scappato via, terrorizzato.
Il Nanga è l'unica montagna che esiste per lui, in una relazione esclusiva e speciale. Il Nanga è il suo guru.

(La via perfetta, Daniele Nardi e Alessandra Carati)

Daniele Nardi (24 giugno 1976 - 25 febbraio 2019), e Tomek Mackiewicz (13 gennaio 1975 - 28 gennaio 2018) sono entrambi morti sul Nanga Parbat, la nona montagna più alta della Terra. I loro corpi non sono mai stati recuperati.

Passi che val la pena di leggere - [4/8]Where stories live. Discover now