Capitolo 14

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Quando riapro gli occhi, mi sembra di aver dormito per anni, sono stordita e non capisco nulla di quello che succede intorno a me. Vedo tutto nero e offuscato.

Ho un mal di testa tremendo.

Comincio a vedere meglio.

Al mio fianco c'è mia madre.

I capelli castani, che sfociano nel biondo, sempre legati in una coda di cavallo perfetta, gli orecchini azzurri che risaltano le sue iridi del medesimo colore.

È sempre vestita elegante. E con lei ha sempre la stessa borsa bianco perlato, nonostante possa permettersi di cambiarla tutti i giorni. Forse è la sua preferita perché gliel'ha regalata un suo amico italiano.

«Finalmente ti sei svegliata!», esclama. «Avrei dovuto rimanere a casa con te». Mi prende la mano. «Ti prometto che non capiterà mai più una cosa del genere».

Solo adesso mi accorgo di essere in camera mia, nel mio letto. Mi sento sollevata.

«Uno di loro è riuscito a entrare».

«Sicura fosse proprio un membro della banda?».

«Sì, non ti fidi di me?».

«Certo che mi fido, era solo per essere sicura».

«Non dovrà accadere mai più una cosa del genere. Oggi è andata bene, ma la prossima volta... Oh santo cielo!».

«Tranquilla mamma, prima o poi riusciremo a sbarazzarci di loro».

Non so perché l'ho detto, forse perché ho bisogno di crederci anche io. Nel profondo però sono consapevole di aver detto un enorme stronzata. Non mi lasceranno in pace fin quando non avranno ottenuto ciò che vogliono... La mia vita.

«Fuori ci sono i tuoi amici. Sono preoccupati».

«Sì, stavo parlando con loro quando... Falli entrare».

È bello poter parlare senza aver paura di dire qualco di sbagliato. Mia madre sa tutto, io ho smesso di dire bugie e non devo aver paura di dire la cosa sbagliata. Non devo sforzarmi tanto di inventare bugie.

«Ma alla fine Ethan dov'è? Non è più venuto?».

«Sta parlando al cellulare con zio, sarà qui da un momento all'altro».

«Fammi indovinare... Dipende dalla gravità della situazione».

«Esatto».

Lo dice sempre... Secondo lei, più tempo si dedica a un problema e più è grave.

Si alza e scompare dietro la porta. Pochi secondi dopo Serenity entra accompagnata da Logan.

«Volevano venire a trovarti anche Andy e Drake, ma mio fratello a volte è un po' pesante».

«Non volevo si presentasse troppa gente, deve essere frustrante».

«Non importa».

«Cos'è successo?», chiede Serenity.

«Tua madre ci ha accennato qualcosa, ma vorremmo sapere i dettagli da te. Sai a cosa mi riferisco», continua Logan.

«Era uno di loro... L'ho detto anche a mia madre».

«Ne sei sicura?».

«Perché tutti mi fate la stessa domanda? Certo che ne sono sicura, altrimenti non lo avrei detto».

«Mi fido di te».

Sospiro e annuisco.

«Come avranno fatto a trovarti?», chiede ancora la bionda.

«Sono Electra Jones. Difficile non sapere tutto di me».

«L'indirizzo di casa però dovrebbe rimanere privato... Non credo che tutta New York sappia dove abiti», indaga Logan.

«Infatti... Questo non riesco a spiegarmelo», dico, esasperata.

«E se ci avessero seguiti?».

Alzo le sopracciglia.

«La scorsa notte intendo».

«Be', mio fratello potrebbe avere ragione».

«Dici che... Oddio».

«Tranquilla, i poliziotti adesso non lasceranno passare più nessuno. Con quello che è successo staranno più attenti e non si fideranno di nessuno e... Credo anche tu».

«Cosa vogliono da me?».

«Quei maledetti vogliono soltanto divertirsi». Logan chiude le mani a pugno.

«Probabilmente non mi lasceranno in pace finché non avranno ottenuto ciò che vogliono».

«Su questo devi stare tranquilla. Prima o poi ci libereremo di loro. Vedrai è solo questione di tempo».

Rivolge un'occhiata a sua sorella, che abbassa lo sguardo. C'è qualcosa di strano nell'aria... Si vede che c'è qualcosa che io non so. Non mi sembra il momento adatto per fare domande, anche perché veniamo interrotti da mio cugino.

«Allora noi andiamo», aggiunge, prima di sparire dietro alla porta insieme a sua sorella.

«Electra!».

«Ethan...». Mi butto tra le sue braccia, ma non piango come mio solito.

Oggi sento di essere più forte...

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