Capitolo 36

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Cerco di regolare il battito e di mantenere la calma. Ho una paura tremenda, ma provo comunque a restare lucida, perché se impazzisco proprio adesso, a casa non ci torno più.

Non so come ci sono finita. All'improvviso ho aperto gli occhi e mi sono ritrovata qui.

Cammino. Passi incerti verso il vuoto. Il mare non emette alcun rumore e la cosa mi preoccupa. Perché c'è silenzio?

Mi guardo intorno. Non c'è nessuno, sono completamente sola. Cosa sta succedendo? Voglio tornare a casa, ma anche se so dove dovrei andare, mi accorgo che le gambe non mi ascoltano, non seguono i miei comandi.

Tengo lo sguardo basso, osservando i miei piedi che si muovono lentamente sulla spiaggia.

«Electra!».

Alzo la testa di scatto, bloccandomi di fronte alla sua figura. Spalanco la bocca, incredula. È cambiato, non è più lo stesso. E ci credo, è passato un decennio da quando l'ho visto l'ultima volta.

«Papà», sussurro, mentre gli occhi cominciano a pizzicare. «Anche se l'ho sperato con tutto il cuore, non pensavo che ti avrei rivisto, ma avrei dovuto immaginare che non mi avresti lasciata sola, che prima o poi saresti tornato». Ormai sto già piangendo. Lui mi guarda e sorride.

«Ci ho messo un po' di tempo, ma ce l'ho fatta, visto?».

«Sì», dico, forse alzando un po' troppo la voce, mentre scoppio in un pianto disperato.

Vorrei corrergli incontro e abbracciarlo, ma i miei piedi sono ancora bloccati. Cosa c'è che non va?

«Vieni che ti porto a casa, la mamma sarà contenta di riabbracciarti», dico, allungando una mano verso di lui.

Il suo sorriso scompare lentamente dal suo volto, così anche il mio.

«No, tesoro, non sono tornato per restare, ma per portarti via con me».

«Non capisco». Dico la prima cosa che mi viene in mente. Comincio ad avere paura. Dove vuole portarmi? Non posso separarmi dalla mamma e da Ethan. Ci resterebbero male e anche io, non posso fare una cosa del genere a loro, che sono la mia famiglia, ma non posso nemmeno tradire mio padre che è tornato apposta per me. Una domanda mi assilla e rimbalza da una parte all'altra della mia testa, dandomi il tormento: che cosa faccio adesso? Non riesco a ragionare con lucidità.

«In che senso? Dove mi porti?».

È la prima volta che mi dice una cosa del genere. Siamo sempre stati una famiglia molto unita e non avrei mai pensato che un giorno mi avrebbe chiesto di allontanarmi da mia madre.

Non posso accontentarlo, mi dispiace, ma non posso nemmeno ferirlo. La testa sta per esplodermi a furia di pensare troppo.

«In un posto dove nessuno potrà più farti del male». Detto questo, comincia ad allontanarsi. Provo a inseguirlo, ma ho ancora le gambe bloccate. Le lacrime continuano a rigarmi le guance. Sto per urlare, ma non ne ho il tempo perché accade qualcosa di inaspettato.

Mi sveglio di soprassalto. Non dico né faccio niente, non penso a nulla. Resto qui immobile a osservare il vuoto di fronte a me, cercando di capirci qualcosa, perché al momento sono talmente confusa che quasi sento il mio cervello fumare, come se si stesse preparando all'esplosione.

"Non ci devo pensare, non ci devo pensare".

Eppure ci penso ancora. Che cosa vuol dire? Che significato ha il sogno che ho appena fatto?

Dopo una manciata di minuti, mi alzo di scatto e vado a fare una doccia, sperando che l'acqua bollente cancelli tutto.

Oggi è Martedì. Devo soltanto resistere fino a Lunedì. Posso farcela, ho affrontato cose ben peggiori, proprio io che di pace mai ne ho avuta.

Non so come trascorrerò questa giornata e gli altri non hanno organizzato nulla, siccome ognuno di loro aveva da fare.

Mia madre crede che i nonni mi manchino e che non veda l'ora di riabbracciarli, in realtà quando penso alla parola vacanza mi vengono in mente soltanto le spiaggie e l'immagine di me che mi diverto senza pensare a tutte le cose brutte che ho lasciato in questa città.

Magari sono un po' egoista, ma sono anche stanca di mettere gli altri al primo posto e fregarmene sempre di me stessa, quindi adesso la ruota gira un po' e prima di pensare agli altri penso a me.

Esco dalla stanza per andare a fare colazione.

Decido di chiamare Ethan. Devo assolutamente capire che cosa sta succedendo. L'altra volta ho avuto l'impressione che mi stesse nascondendo qualcosa, forse è proprio questa la causa del nostro allontanamento.

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