Capitolo 50

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Sento delle voci che provengono dalla cucina.

«La verità prima o poi viene a galla». È la voce del nonno.

«Buongiorno».

Si zittiscono immediatamente. "Ecco, l'intruso è arrivato".

«Buongiorno cara. Dormito bene?».

«Certo, nonna».

«Ti ho preparato la colazione».

Non ne posso più di fare finta di niente, sono giorni che fingo. La cosa diventa sempre più evidente. O la va o la spacca.

«Di cosa stavate parlando?».

«Oh, niente, questioni di lavoro», si giustifica mia madre.

Dalle parole che ho sentito non mi sembra che stessero parlando di questioni di lavoro, eppure decido di restare in silenzio, se non vogliono dirmi nulla ci sarà un motivo, no? Non lo so... Sono sempre più confusa.

Decido di consumare in fretta la mia colazione e salgo in camera mia senza rivolgere la parola a nessuno.

Non voglio sembrare maleducata, ma tutto questo mi sta mettendo non poca agitazione. Sono curiosa e preoccupata allo stesso tempo e la frase che ho sentito esclamare dal nonno non mi è piaciuta per niente.

Come sempre decido di ignorare i miei pensieri e ascolto la musica a un volume talmente alto da superare persino quelli.

Il cellulare comincia a squillare.

«Ehi».

«Ehi, come va?».

«Bene, a te? Come vanno le cose a New York?».

«Oh, più o meno bene. Diciamo che Serenity forse ha capito che noi due non siamo fatti per stare insieme e quindi ha gettato la spugna».

«Finalmente», mi lascio sfuggire un sospiro.

«Ricordi quel ragazzo con cui stava flirtando l'altra volta? Ecco, si stanno frequentando».

«Meraviglioso».

«Come mai ho l'impressione che tu sia annoiata?».

«Sì, infatti», dico distrattamente.

«O che tu non mi stia nemmeno ascoltando?».

«Infatti non ti sto... Oh, Drake, mi dispiace, ma ultimamente ho sempre la testa altrove e mi riesce difficile ascoltare qualcuno o fare qualcosa senza distrarmi. Pensa che non riesco nemmeno a guardare un film perché mi distraggo continuamente. Qualsiasi azione mi risulta impossibile».

«Hmm, cosa succede? Sicura che vada tutto bene?».

«Sì... Certo».

«Non credo proprio che vada tutto bene. Raccontami cosa succede...».

«Il punto è che ho l'impressione che mi stiano nascondendo qualcosa».

«Come fai a dirlo?».

«Non vorrei giungere a conclusioni affrettate, ma secondo me c'è qualcosa di strano. Forse brutte notizie in arrivo. Ogni volta che entro in una stanza tutti smettono di parlare».

«Accidenti, la tua non è proprio una bella situazione».

«Del resto sono Electra Jones».

Lo sento fare una risata. «Appunto, sei Electra Jones, hai affrontato di peggio. Questo per te non è nulla».

Mi alzo in piedi e rifletto sulle sue parole.

«Sì, facile come bere un bicchiere d'acqua». E per la prima volta in una mia frase non c'è nemmeno un'ombra di sarcasmo.

«Vedi? Puoi farcela, non dare retta alla parte negativa di te, ma a quella positiva che ti dice che andrà tutto bene».

«Grazie a te ogni cellula del mio corpo adesso mi urla che andrà tutto bene».

«Ti amo».

«Ti amo anch'io».

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