Capitolo 26

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Il cameriere mi passa il bicchiere strapieno di cioccolata bollente. Fa lo stesso con Serenity, poi si allontana dopo essersi assicurato che avessimo bisogno di niente. Mentre lei beve dalla sua tazza ed è concentrata a guardarsi intorno, io estraggo il cellulare dalla tasca dei jeans e mando un messaggio a mia madre, dicendole che sono insieme a un'amica.

«Che cosa facciamo? Non ho intenzione di restare in questo bar a sorseggiare cioccolata per tutto il giorno», si lamenta.

«Io non ho voglia di fare niente», dico, facendo spallucce.

«Che ne diresti di andare al cinema insieme agli altri?». Si pulisce la bocca con un tovagliolo di carta.

«Mentre la mia famiglia sta attraversando un brutto periodo? Mi sentirei in colpa».

«Come se adesso tu fossi la persona più felice e spensierata sulla faccia della terra», dice, sarcastica.

Sbuffo. In questo momento la mia famiglia sta piangendo la morte di Amanda. Sono passati solo pochi giorni e nessuno ha ancora metabolizzato la notizia.

«Dai, se non accetti ti sentirai in colpa ugualmente e per tutto il giorno sentirai una voce nella testa che dice: non hai accontentato la tua amica, sei una brutta persona».

Scoppio a ridere appena finisce di parlare, scuotendo la testa.

«E va bene».

«Perfetto! Chiamo gli altri, tu intanto ordina altre due tazze di cioccolata», dice, facendomi l'occhiolino. Estrae il cellulare dalla sua borsa, mentre io mi alzo per ordinare. Potrei attirare l'attenzione del cameriere, ma c'è talmente tanta gente che non mi noterebbe nemmeno se usassi un megafono.

Questo posto è sempre troppo affollato, ecco perché mi piace venire qui. Nessuno mi nota, come invece succederebbe in un luogo poco o per niente frequentato.

Purtroppo per me, mentre mi avvicino al bancone vedo l'ultima persona che avrei pensato di incontrare qui oggi. La presenza di questa stronza di cui ancora ignoro il nome non ci voleva proprio, mi sta antipatica dal primo momento che l'ho vista e, se potessi, la prenderei per i capelli e comincerei a trascinarla per tutto il centro commerciale. Cerco di avvicinarmi senza farmi vedere. Magari se mi metto dietro di lei e spero che non si volti, alla fine non mi noterà. Mi ricordo troppo bene di lei: è quella che mi diede della troia nel bagno della scuola, la stessa che parla male di me a tutti e che mi sta mettendo contro mezza scuola.

Siccome io sono sfortunata e non me ne va una giusta, ecco che per chissà quale arcano motivo, viene attirata dalla mia ombra e quindi si volta verso di me. Accenna un sorriso, poi si gira nuovamente. Spero non mi provochi, perché questa è una giornata no, sono già nervosa di mio e giuro che se mi rompe le strappo i capelli uno a uno e glieli faccio mangiare. A volte sembro un po' sadica, lo so.

Dopo aver pagato se ne va senza dire niente. Fortuna che ha deciso di lasciarmi in pace. Ringrazio mentalmente Dio e decido di tornare a fare quello che stavo facendo. Ordino altri due bicchieri di cioccolata, chiedendo gentilmente di portarli al tavolo dove siamo sedute io Serenity, dopodiché mi allontano per tornare da lei, che è intenta ad osservare oltre il vetro del locale.

Mi siedo al mio posto e la imito, portando una mano sotto il mento per sorreggere la testa.

Mezz'ora dopo i ragazzi sono già arrivati. Dopo aver chiacchierato per circa un quarto d'ora, decidiamo di alzarci e salire al piano superiore, dove si trova il cinema.

Arriviamo all'ingresso, poi Serenity si blocca e noi la imitiamo. «Ok, arrivati fino a questo punto dobbiamo dividerci», dice, guardando ognuno di noi. «Logan ed Andy si occuperanno del cibo, Electra e Tessa invece delle bibite e io e Drake andremo a scegliere il film», aggiunge.

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