XLII

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Il mattino seguente venni svegliata da Caleb, mi scuoteva delicatamente la spalla, ma sobbalzai dal sonno, poiché ero concentrata nei miei pensieri.

Abel, come promesso, era rimasto accanto a me tutta la notte, o meglio, nei miei sogni. Caleb mi condusse in soggiorno per la colazione e, appena terminammo, tornammo ai piani superiori. Elena mi stava fissando troppo intasamente e la cosa non mi piacque molto.

Entrammo in camera, pensai fosse la sua, e ci sedemmo sul piccolo angolo salotto che vi era. Era una camera enorme e ben arredata, inutile metterla a confronto con la camera in cui ero cresciuta con i miei. Qui vi era un letto a baldacchino, una grande terrazza, una scrivania circondata da un ampia libreria e un piccolo salotto.

«Avrai finalmente le tue attese risposte», iniziò Caleb, «come sicuramente già saprai, io sono il fratello del vampiro antico, colui che ha creato coloro che ti hanno ospitata per queste settimane. Provavo, e provo ancora tutt'oggi, un odio profondo per il sangue del mio sangue; probabilmente causato dalla gelosia. I fratelli ti avranno già raccontato tutta la storiella di come l'ho ucciso e come ho trasformato Abel, ma ciò che non ti hanno raccontato e che una tua antenata era nelle mie mani. Prima di Elena, possedevo una strega molto potente, era il mio legame, quella strega non era altri che tua nonna.»

Mi si ghiacciò il sangue nelle vene, non era possibile, nonna era sposato con un uomo opposto a lui.

«Dal tuo volto confermo che non ne eri a conoscenza. Ebbene sì, tua nonna era il mio legame ed è grazie a lei che oggi sono quel che sono: un ibrido. È stata lei a richiamare il demone con cui ho stretto il patto e che ho costretto anche Abel a farlo. Sfortunatamente lei non...non amava me e i miei modi di fare, quindi mi ritenni costretto a domarla per riuscire ad ottenere ciò che volevo. Lei era una donna ribelle, non voleva essere sottomessa e, quando raggiunse l'apice con i suoi poteri, li usò contro di me, scappando. Non sono mai stato in grado di trovarla, fin quando non mi è giunta voce che il mio piccolo Abel aveva un legame...una strega. È bastato vederti una volta per capire chi tu fossi. Adesso sei qui perché mi appartieni di diritto, inoltre, il tuo potere è più grande di quello di Elena. Lei è riuscita a soggiogare le famose creature che tu tanto temi, ma questa stregoneria non durerà allungo. Ed è qui che entri in gioco tu: mi aiuterai a vendicarmi, che tu lo voglia o no.»

«Non ti appartengo! Sono il legame di Abel ed è a lui che devo la mia fedeltà. Era tua fratello colui che odiavi, perché vuoi ancora vendetta?»

«Perché sono stati creati da lui! Hanno la sua stessa maledizione e non lo tollero! Dovevano essere miei, dovevo essere l'unico a creare un clan! Se voleva una guerra, l'avrà, peccato che già sia fuori combattimento. Ho estirpato tutte quelle anime dannate dall'Inferno e rinchiuse in quei corpi per creare un esercito. Giuro di non fermarmi fin quando l'ultimo componente di quella famiglia sarà in vita!»

«Sono già morti», borbottai, ma mi sentì.

Sospirò, «adesso sta a voi la scelta: aiutarmi spontaneamente, o essere sotto il mio potere.»

«Penso abbiate capito che non vi aiuterò», ringhiai quasi.

«Perfetto, non ho tempo da perdere, Elena.»

Un secondo dopo mi trovai la donna a pochi centimetri dal mio viso, un vento soave mi raggiunse e pochi istanti dopo, persi i sensi.

Abel

Mi passai per l'ennesima volta la mano tra i capelli. Ero irrefrenabile e sull'orlo della pazzia. Il nostro contatto si era interrotto violentemente e da allora non ero più riuscito a parlarle.

«Forse Caleb ha scoperto del contatto e lo ha interrotto in qualche modo», disse William.

«Sai meglio di me che è impossibile.»

«Fin quando uno dei due non proverà più nulla per l'altro, in quel caso, sai che il legame si spezzerebbe», ragionò, «Abel calmati, sai che sta bene, te lo ha detto lei! Sappiamo che è da Caleb, ci basta sapere questo.»

«Tuo fratello ha ragione, la troveremo. Ho spedito una lettera alla strega che mi affianca da secoli, lei saprà rintracciarla», entrò mio nonno.

«Spero solo che Caleb non abbia qualche strano progetto per lei», sospirò Leila.

«Che intendete?»

«Che Caleb potrebbe obbligarla a fare qualcosa a suo vantaggio, sarebbe insensato desiderarla solo per sfizio.»

Mai parole furono più chiare; Caleb voleva usarla per qualcosa, ma cosa? Voleva vendetta, poteva benissimo ucciderci con le sue stesse mani. «Quando arriverà questa strega?», chiesi.

«Domani.»

«Domani? Non posso attendere fino a domani!»

«Abel non le succederà nulla.»

«Voi che ne sapete? Caleb è irraggiungibile, ciò che pensa va oltre la ragione!»

«Potremmo iniziare...»

Non ascoltai più ciò che William stava dicendo, un improvviso mal di testa mi fece gemere dal dolore e mi accasciai, portandomi le mani alle tempie. «Abel, cosa ti succede?»

Lanciai un urlo sovrumano, la testa mi duoleva come non mai, sentivo i neuroni bruciare. «Abel!», l'urlo di mio nonno fu l'unica cosa che sentii, poiché tutto attorno a me si fece scuro e non riuscii più a trovare l'equilibrio.

Spazio Autrice:
Siamo arrivati al quinto posto e abbiamo raggiunto le 3k visualizzazioni. Grazieeee mille!!
Se la storia continua a piacervi, consigliatela ai vostri amici, o parenti. Vi avverto che sta per giungere al termineee.
-Angel ❤️

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