Capitolo 2.

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<<Ah non ve l'ho detto prima, scusatemi, comunque divideremo la casa con un'altra famiglia!>> esclamó d'un tratto del viaggio mia madre richiamando la mia attenzione dato che stavo guardando il paesaggio montuoso che scivolava via dal finestrino della nostra macchina.

<<Cosa?!>> esclamai io scioccata da quello che aveva detto.
<<E chi sono?>> domandó mio fratello Alessandro con il mio stesso tono.
<<Oh... sono, dei vecchi amici miei di liceo, abbiamo pensato di fare una rimpatriata e così abbiamo pensato anche che una vacanza forse sarebbe stata l'ideale.>> spiegó mia madre sistemandosi da dietro i suoi biondi capelli a caschetto.

<<Magnifico, altre persone che dovró sopportare.>> sbuffai incrociando le mie braccia disapprovando totalmente quella idea.
<<Oh, non fare così Caren, hanno anche dei figli questi miei amici, magari potrai stringerci amicizia.>> cercó di rimediare mia madre anche se peggiorava solamente la situazione.

<<Non vedo l'ora.>> risposi totalmente ironica.
Vidi poi mia madre schiacciarmi l'occhiolino dallo specchietto retrovisore della macchina e a quella vista io sbuffai ancora di più.
<<Andiamo Caren, hai accettato me nella tua vita, qualche amico in più non ti farà male.>> s'intromise Trevis che sicuramente se ne stava meglio in silenzio continuando a guidare.

<<Tu sta' zitto, non ho accettato proprio un bel niente, continua a guidare in silenzio, grazie.>> sbottai irritata come non mai.
<<Carina! Non trattarlo così!>> mi sgridó mia madre.

Odiavo a morte quando mia madre mi chiamava con il nome completo, e lei lo sapeva benissimo.

Chiusi i miei occhi e tirai un lunghissimo respiro per calmare la voglia di scappare da quella macchina e corrermene via mentre Alessandro tratteneva le risate per tutta quella scena.

Speravo solo che arrivassimo in fretta, così sarei scappata immediatamente in spiaggia lontana da tutti.

Non mi andava per niente di conoscere quella famiglia, tantomeno i loro figli.

* * *

<<Ma quando arriviamo? Mi sembra di essere partiti da un'eternità.>> mi lamentai per la terza volta in auto.
<<Manca poco Caren, manca poco.>> mi ripeté ancora Trevis svoltando l'ennesimo angolo di una strada a me sconosciuta.

<<Vedrai, sarà bellissima la casa.>> si esaltó mia madre saltellando sul suo sedile dell'auto.

Quella maledetta vacanza non era anora iniziata e io già mi ero stufata, il bello del tutto era che sarebbe durata ben tre mesi.

In tre mesi, sentivo che il mio cervello sarebbe scoppiato.
Sarebbero stati tre mesi senza vedere i miei amici e senza sentirli perché Trevis aveva avuto la brillante idea di andare in una casa sperduta nel mondo e di conseguenza i cellulari sarebbero morti all'arrivo.

Cos'altro poteva andare peggio?
Ah già, la nuova famiglia sconosciuta con la quale avremmo diviso la casa.

Volevo sotterrarmi a metri e metri di distanza dal terreno, almeno non avrei sofferto il caldo asfissiante dell'estate e soprattutto dentro quella macchina bollente.

* * *

<<Eccoci! Finalmente!>> esclamó infine Trevis spegnendo l'auto davanti ad una villetta bianca.

Okay, Trevis nuotava nei soldi e lo si poteva notare dal fatto che l'abitazione gli fosse costata sicuramente sui cinque mila bigliettoni verdi.

Sembrava un castello.

<<Entrate, su.>> ci invitó poi mia madre dato che io e mio fratello Alessandro eravamo rimasti scioccati a quella vista, dopotutto io e lui eravamo cresciuti da sempre in dei modesti appartamentini quando ancora la mamma stava con papà.

Ci infiltrammo quasi in punta di piedi dentro quella dimora e rimanemmo incantati dall'interno dell'abitazione.
L'ingresso dava direttamente sul grandissimo salottino color vaniglia assiene a due enormi divani dello stesso colore con una televisione a schermo piatto posizionata sulla parete.

I due divani erano separati da un grandissimo e larghissimo tavolino di vero vetro trasparentissimo al quale vi erano alcuni centrini color rosa confetto e bianco panna sopra.

A lato del salotto, vi era poi una grande scala che portava al piano superiore e dopo esservi arrivata assieme alle mie valigie, mi resi conto che l'ingresso di quella casa non era niente in confronto al secondo piano dieci volte più grande e più immenso.

<<Scegli pure la stanza che più ti piace.>> mi disse d'un tratto la. voce di Trevis un po' sforzata mentre portava su alcune delle tante valigie che avevamo preparato per la vacanza.

<<Ma... tutto questo é tuo!? Ti sarà costata una fortuna! >> esclamai io fissandolo sbigottita.
<<Oh non preoccuparti, e comunque si, é tutto mio.>> mi rispose lui prima di scendere di nuovo di sotto per portare di sopra altre valigie.

* * *

Dopo altri minuti persi a guardarmi attorno dalla vastità di quella abitazione, alla fine scelsi la terza stanza a sinistra del corridoio come mia stanza da letto e in poco tempo, riuscì a sistemare quasi tutte le mie cose.

Purtroppo venni fermata proprio quasi alla fine dalla voce di mia madre che mi invitava a scendere di sotto dato che i suoi vecchi amici di liceo erano appena arrivati.

Benissimo, la mia vacanza stava già iniziando a sgretolarsi.

...

Comunque vada, con te. ||Ultimo||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora