Capitolo 35.

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Durante la mia vita, mi sono sempre capitati momenti di crollo.
Momenti dove mi bloccavo completamente di fronte alla vita : tutto scorreva, tutto si muoveva, tranne me.

Avevo questi momenti di totale black-out nei quali la mia testa continuava a girare e a girare ininterrottamente fra i pensieri.
Che poi, nella mia testa, i pensieri ci sono sempre stati; sono stati sempre l'unica costante della mia vita.

Durante quei momenti, la mia mente era completamente annebbiata di pensieri; era come se ci fosse un sovraffollamento dopo un grandissimo accumulo.
Non c'era alcuna variante per la soluzione se non l'aspettare.

Ogni volta mi toccava isolarmi, chiudermi a riccio da tutti quanti e da tutto quello che mi circondava e aspettare in silenzio che prima o poi, da un momento all'altro, tutto passasse, che tutto quell'eccesso di pensieri potesse finalmente dissolversi.

Delle volte, qualcuno se ne accorgeva di questi miei momenti di silenzio e l'unica persona ad accorgersene era sempre e solo mio fratello.

Lui c'è sempre stato e qualche notte, mi ritrovavo a riempire il mio cuscino di lacrime perché mi rendevi conto che tutto quello che lui aveva fatto per me, era sempre impossibile da ripagare.

Come se fosse un debito impagabile.

Eppure lui, mai mi aveva chiesto niente.
Mai si era azzardato a dirmi di ritornargli tutto quello che lui aveva fatto per me e che mamma e papà non si erano nemmeno mossi di un millimetro a fare.

E sapevo per certo che mai mi avrebbe chiesto una cosa simile perchè io ero sua sorella, non un'estranea e quando provavo a sdebitarmi, ecco che mi ritrovavo la sua risata fra le orecchie e subito dopo lui che mi diceva : "Non è necessario che tu cerca di sdebitarti, stupida, sei mia sorella!".

<<Eccoci arrivati!>> mi fece quasi sobbalzare proprio Alessandro riportandomi alla realtà, non più immersa nei miei pensieri.
Mi guardai attentamente attorno oltre i finestrini di quella macchina dove mi trovavo dentro e mi accorsi che eravamo in mezzo al completo nulla.

Sapevo che mio fratello avesse istinti di pazzia, ma non di certo fino a quel punto!

<<Ale... non c'è un bel niente qui, cosa siamo venuti a fare?>> chiesi un po' balbettando continuando a guardarmi attorno nella speranza che forse ero io a non guardare bene e che quindi in realtà in quel completo nulla ci fosse qualcosa oltre prati immensi e altissimi di verde.

<<Non ti ho insegnato allora proprio niente, sorellina.>> sospiró mio fratello mentre si slacciava la cintura di sicurezza e scendeva velocemente da quella auto.
In silenzio e senza aprire bocca, feci la stessa medesima azione e lo raggiunsi.

Ormai era quasi l'alba e mio fratello Alessandro era rimasto fermo imbambolato davanti a quella vallata verde e io di fianco alla sua spalla nella stessa posizione.

C'era un così perfetto silenzio e una tranquilla pace che ormai avevo pure dimenticato con i trambusti della mia Roma incasinata e fin troppo affollata esattamente come la mia testa.

<<Continuo a non capire...>> ruppi quel silenzio.
<<Vieni con me, afferrami la mano e tienila stretta perchè più andremo avanti dentro questo immenso prato con l'erba alta, più ci sarà il rischio di perderci e poi ritrovarci sarà praticamente impossibile dato che non godi nemmeno di una favolosa altezza.>> disse poi mio fratello allungandomi la sua mano e trattenendo una risata dopo le sue ultime parole.

Lo spintonai leggermente dopo averlo sentito e lui scoppió in una sincera e innocente risata, poi, gli presi la sua grande mano.

<<Hai notato che c'è una
discesa?>> mi chiese mentre camminavamo in mezzo a quei ciuffi d'erba altissimi.
<<Eh? Dove?>> domandai guardando attentamente e spaventata il basso per paura di scivolare brutalmente.

<<Proprio qui!>>.
E dopo quelle parole, io e mio fratello stavamo letteralmente ruzzolando giù per quello che non era più all'apparenza un prato, ma una collinetta.

<<Alessandro ma sei completamente impazzito!>> urlavo mentre non smettevo di precipitare giù.
Mio fratello non si rese nemmeno conto delle mie parole e delle imprecazioni che si susseguirono perché era troppo impegnato a ridere divertito come un bambino mentre si godeva quella discesa.

<<Lasciati andare, Caren! Fai come Alice nel paese delle meraviglie!>> urló lui che con una spinta si buttó ancora di più giù per quella collina.

...

Ciao!
Come state? Spero tutto bene!
A volte a me capita di essere come Caren e di restare sempre nella noiosa realtà e nel monotono presente e qualche volta mi piacerebbe essere spensierata come Alessandro, voi no?
Presto torneró pure sulla mia altra storia su Irama, "Stray Heart" per sta seguendo pure quella storia, devo solo fare un passo alla volta! ❤️
Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto, vi auguro una serena serata!

-Clelia🌻

Comunque vada, con te. ||Ultimo||Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu