Capitolo 3.

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<<Perché non vai a farti un giro del viale? Qui ci sono molti ragazzi e ragazze dell'età tua, potresti farci amicizia.>> m'invitó mia madre mentre ero appoggiata al piano cottura della cucina e lei sistemava la spesa dentro al frigorifero.

<<Si, certo, così mi perdo e potrete cercarmi facendo appelli in qualche programma TV.>> risposi sbuffando.
<<Oh andiamo, credo che tu abbia sviluppato un buon senso dell'orientamento, non ti perderai, ne sono sicura, e poi avrai dietro il cellulare.>> disse mia madre facendo un po' di spazio fra gli scaffali.

<<Ma per chi mi hai preso? Per una girl scout?>> le domandai corrugando la mia fronte.
<<Ho capito, non vuoi uscire.>> sospiró quella donna chiudendo infine il frigorifero e sedendosi attorno al tavolo della cucina sfinita.
<<Almeno comportati bene quando arriveranno i miei amici.>> quasi m'imploró sbuffando ancora.

<<Mamma non ho nove anni.>> le feci notare.
<<Lo so, peró, io ti conosco e...>>
<<E invece non mi conosci per niente.>> non la feci finire iniziando a stufarmi di quella conversazione.

A volte mia madre riusciva ad essere davvero fastidiosa.

<<Dove vai adesso?>> mi domandó mia madre stremata.
<<A fare un giro del viale.>> risposi non voltandomi per niente.
Mentre camminavo verso la porta di uscita, mi scontrai con Trevis e dopo averlo ucciso con lo sguardo, uscì da quella casa.

* * *

Le altre case vicine alla mia erano divise da alberi di pini e pioppi e il tutto dava molto da foresta amazzonica.
Il cielo era azzurro e più camminavo dritto, più arrivavo al mare.

Mi sarebbe piaciuto farmi un bagno ma dal fastidio della conversazione con mia mamma, non ebbi nemmeno il tempo e tanto meno la voglia di salire di sopra e cambiarmi mettendomi un costume qualsiasi.

Inizió anche a soffiare un gradevole e leggero venticello e qualche merlo si faceva sentire su qualche ramo di qualche albero e quel suono riuscì un attimo a calmarmi.

Per fortuna, nella tasca dei miei pantaloncini avevo sempre un paio di cuffie di emergenza e le indossai facendo poi partire "Completamente" dei Thegiornalisti, il mio gruppo preferito.

"Non ci incontreremo mai più
Per non perdere l'ultimo
Briciolo di dignità che mi rimane
Ed evitare di squagliarmi sotto il sole
Ed evitare di guardarti come un pazzo
Come un pazzo che ti vuole
Completamente
Completamente..."

Guardavo fisso il cielo azzurro e mi immaginavo a come sarebbe stata la mia vita se avessi mai detto a Danny che in realtà io lo amavo esattamente come lui amava me e mi chiedevo anche se, in caso ci fossimo messi insieme, fosse stato con me in quell'orribile vacanza.

"La musica che è per te di solitudine
Mi faceva impazzire
E chi se la scorda più
A me mi fa ancora male
Ma lei mi fa ancora male
Completamente
Non trovo sonno
Non trovo pace
Sento che il cuore
Va più veloce
Solo così sto tanto bene..."

Boom.

Qualcosa di alto, grande e lungo mi colpì in piena faccia.
<<Cazzo... scusami.>> dissi subito imbarazzata.
<<Fa' più attenzione.>> rispose.
Alzai gli occhi e vidi un ragazzo abbastanza alto ricoperto da corti lisci capelli color corvino che mi fissava oltre due grandissimi e rotondi occhiali da sole neri contornati da oro.

<<Hai ragione, perdonami ancora.>> mi scusai ancora.
<<Non importa ormai, sei nuova del viale? Non ti ho mai vista prima.>> mi chiese.
<<Si... sono arrivata da pochissimo qui.>> risposi un po' timida.

<<Ho notato.>> mi sorrise accorgendomi che avevo leggermente cambiato colore in viso.
<<Qual'é casa tua?>> mi chiese ancora.
<<Ehm... la terza a sinistra, laggiù.>> risposi indicandola da lontano con il dito.

<<Ma dai! Siamo vicini di casa allora! La mia é esattamente quella accanto.>> esclamó lui rivolgendomi un sorriso smagliante.
<<Wow.>> fu solamente la mia risposta.

<<Allora siete voi quella famiglia che si sarebbe trasferita lì, nel viale non si parla di altro fra i vicini.>> fece poi grattandosi la nuca da dietro con la sua mano.
<<Si...>> risposi solamente.

D'un tratto mi resi conto che stavo parlando con uno sconosciuto e che già gli avevo dato fin troppe informazioni e dai tempi che correvano era meglio tagliare corto.

<<A... Adesso é meglio che torni a casa... mi staranno aspettando.>> dissi subito dopo.
<<Ti accompagno.>> rispose immediatamente bloccandomi.
Per un attimo lo fissai e vedendo il mio sguardo leggermente spaventato, molló subito la presa.

<<Tanto facciamo la stessa strada.>> aggiunse successivamente.

Non avevo altra scelta.

<<Okay.>> risposi sospirando.

...

Comunque vada, con te. ||Ultimo||Where stories live. Discover now