Capitolo 7.

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<<Caren!>>
Mi ricordai che qualcuno mi chiamava da fuori la mia stanza allora corsi ad aprire ritrovandomi mio fratello Alessandro davanti.

<<Cosa c'è?>> domandai con la testa ancora nel balcone di Niccoló.
<<Stai bene?>> mi chiese mio fratello vedendomi leggermente fra le nuvole.
<<Certo, mai stata meglio.>> risposi solamente.

<<Posso entrare?>> mi domandó ancora Alessandro.
Lo fissai per un attimo nei suoi occhi verdi come i miei e subito dopo annuì con la mia testa facendomi da parte per lasciarlo entrare.

<<Devi dirmi qualcosa?>> chiesi dopo che entró nella mia stanza.
<<Oh si, ecco, quel ragazzo, Danny, non é quello che ti piaceva tempo fa?>>

Lo sapevo che me lo avrebbe chiesto prima o poi.

<<Si, ma questo era tempo fa, perché me l'hai chiesto?>>
<<Beh... non ti fa strano, per caso, il fatto che ci sia stato qualcosa fra voi due e che adesso te lo ritrovi addirittura nella stessa casa per tre mesi?>>

<<Non c'è stato niente fra me e lui, si, mi piaceva ma non ero ricambiata.>> ammisi.
<<Ti ha... >> lasció le parole in sospeso per lasciarmi immaginare e non infierire più di tanto.

<<Si, mi ha rifiutata.>> risposi a voce leggermente più alta della sua.
<<Ma ti ha fatto soffrire?>>

No, certo che no Ale, anzi, sono stata felicissima quando mi ha rifiutata per una bionda senza cervello.

<<Non più di tanto, ma comunque sia adesso é acqua passata.>> mentì per tagliare corto, non mi andava più di parlare del passato e di Danny e speravo che mio fratello avesse capito l'antifona.

<<Okay, va bene, ho capito. Ma sappi che se ti crea disagio, imbarazzo, o peggio, se ancora ha intenzioni di farti star male, ci penso benissimo io.>> rispose mio fratello con il suo solito tono protettivo.

<<Certo, grazie Ale, buonanotte.>> dissi velocemente perché volevo che sparisse alla svelta.
<<Buonanotte.>> rispose mio fratello avvicinandosi a me lasciandomi un tenero bacio sulla testa.

Subito dopo se ne andó chiudendo la mia porta e io potei gettare un respiro lungo e profondo prima di buttarmi sul mio letto.

Era stata una giornata fin troppo pesante per me.

Iniziai a fissare il tetto bianco della stanza e i miei pensieri si fermavano, come un treno arrivato a destinazione, alle mani di Niccoló nei miei fianchi e alla delicatezza che ebbe nel prendermi e sedermi come una bambola sul muretto del suo balcone.

Quelle mani delicate nelle mie piccole curve mi facevano venire i brividi nonostante fosse passato del tempo da quel momento, io mi sentivo ancora avvolta dalle sue mani.

E chi avrebbe dormito, di certo non io.

* * *

La mattina seguente mi svegliai esattamente all'alba e decisi che era un bel motivo per ammirarla dal mio balcone.

Mi alzai dal mio lettone matrimoniale, indossai una grandissima felpa di mio fratello blu e uscì dalla mia stanza sedendomi sul muretto della balconata ammirando quello spettacolo naturale.

Avevo sempre avuto un debole per l'alba ma purtroppo abitando in una città come Roma, non se ne poteva ammirare la vera bellezza con sotto dei monotoni palazzi di città.

Abbassando lo sguardo verso la casa di Niccoló, mi accorsi che la sua finestra era aperta e dal venticello che soffiava, di tanto in tanto, muoveva anche la tendina color panna che nascondeva la sua stanza da letto.

Non volevo fare la stalker psicopatica, ma per puro caso, con quella tenda che veniva spostata dal vento, potevo intravedere di tanto in tanto una parte dell'interno della sua camera da letto.

Guardando più attentamente vidi quello che doveva essere il suo letto e osservando con più attenzione mi accorsi che peró non era occupato da nessuno e che le coperte erano perfettamente sistemate come se nessuno vi ci avesse dormito sopra.

Ma allora dov'era finito?

I miei pensieri furono interrotti da uno scatto di serratura al di sotto della mia casa.
Abbassai lo sguardo e vidi che una figura coperta da una felpa nera era appena uscita da casa di Niccoló e dedussi che era proprio lui che stava andando a correre dato il modo con cui si muoveva verso la spiaggia.

Non ne capì il motivo, ma d'un tratto venne anche a me voglia di raggiungerlo ma non potevo di certo uscire a quell'ora del mattino da casa mia : se mia madre, o Trevis o mio fratello mi avrebbero scoperta, mi avrebbero fatto sicuramente migliaia di domande.

L'unica via di uscita possibile, era un mega salto dal mio balcone.

...

Comunque vada, con te. ||Ultimo||Where stories live. Discover now