Capitolo 13.

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<<Non servirà a niente.>> dissi mentre mi beavo del suo profumo sul suo petto.
<<Per me possiamo stare per sempre così.>> rispose lui stringendomi meglio.
<<Sei un testone.>> scherzai ridendo.

<<Oh, si, molto anche.>> rise anche lui.
Alzai lentamente la mia testa e ci fissammo attentamente l'uno negli occhi dell'altro.
<<Perché vuoi sapere tutto di me?>> mi venne spontaneo da chiedergli.

<<Perché sei misteriosamente interessante, Wendy.>> rispose abbassando di qualche tono la sua voce quasi sussurrando.
<<Beh, per fortuna sei comodo quindi non mi dispiace starmene qui e non dirti una parola di me.>> dissi ridacchiando mentre mi sistemavo meglio su quel petto che mi stava mandando in estasi come la migliore delle droghe.

<<Perché non vuoi aprirti con me? Ho qualcosa di sbagliato per caso?>> mi chiese poi staccandosi leggermente da me.
<<No... non é questo...>> risposi un po' delusa perché non ero più fra le sue braccia e anche perché sentivo che la conversazione stava prendendo una brutta piega.

<<E allora cos'é?>> mi chiese ancora lui esasperato.
<<Beh... non mi piace parlare di me, sono tremendamente noiosa e io non voglio annoiarti con i miei problemi adolescenziali.>> risposi sbuffando e alzando gli occhi al cielo.

<<Caren, Caren, ma quante cose pensi di farmi bere? Non sei noiosa e se pensi di esserlo, io non ci credo come non credo a tutte le altre cose che hai pensato di farmi bere. Sono una testa dura e fin quando non ottengo quello che voglio, stai sicura che non ti lascerò in pace.>> disse Niccoló spavaldo.

Non avevo altra scelta allora.

Dopotutto, una delusione in più, una in meno, che differenza poteva mai fare? Tanto il mio cuore era già sparito un sacco di tempo fa.

<<Nella mia casa é presente un'altra famiglia : la famiglia del ragazzo che mi piaceva qualche anno fa e che mi ha fatto soffrire come nessuno mai aveva fatto e adesso credo che lui mi voglia di nuovo.>> iniziai sospirando.

Vidi il viso di Niccoló incupirsi per qualche attimo per poi ritornare più o meno normale.

<<E tu? Lo vuoi invece?>> quasi azzardó a chiedermi.
<<Certo che no, mi ha fatto stare davvero male e per colpa sua ho fatto cose di cui mi pento amaramente oggi.>> risposi abbassando lo sguardo sentendomi di nuovo vulnerabile proprio come quando Danny mi rifiutó e mi strappó il cuore dal petto.

<<Cosa hai fatto?>> mi chiese di nuovo Niccoló.
<<Ti prego Nick, non me lo chiedere... é stato già tanto dirti questo.>> quasi lo implorai.
<<Caren...>>

<<No, non voglio parlarne, adesso... é meglio che torni a casa, ne ho avuto abbastanza.>> dissi subito con le lacrime agli occhi.
<<Ti scongiuro, Caren, non voglio che ritorni a casa piangendo per colpa mia.>> rispose Niccoló afferrandomi la mano per farmi voltare dato che già ero in procinto di ritornarmene sul mio balcone e ritornare nella mia stanza a piangere disperatamente.

<<Non é stata colpa tua, Niccoló, mi fa questo effetto aprire ferite del passato, fra un po' di ore mi passerà.>> gli dissi tirando su col naso.
<<Ma...>>
<<Ci vediamo.>> non lo feci nemmeno finire.

Ritornai al mio balcone sul punto di scoppiare in un pianto disperato sotto gli occhi attenti di Niccoló che mi fissava senza distogliere per nessun motivo lo sguardo di me.

Non mi voltai nemmeno per salutarlo un'ultima volta, ero troppo devastata dai ricordi di quel mio periodo orribile e mi sentivo fin troppo fragile in quel momento anche solo per fissarlo nei suoi perfetti occhi marroni.

Me ne rientrai dentro chiudendo con violenza la finestra della mia stanza, calando poi le tende e buttandomi sul mio letto a piangere soffocata dal mip cuscino per non fare troppo rumore.

Dovevo chiudere con il mio passato, non potevo di certo ridurmi in quel modo ogni volta che qualcuno mi chiedeva di entrare nel mio cuore.

...


Comunque vada, con te. ||Ultimo||Where stories live. Discover now