Capitolo 34.

1.5K 109 45
                                    

<<Hai preso tutto?>> mi domandó mio fratello fissandomi dritto nei miei occhi con un fare da chi sapesse tutte le risposte ai misteri del mondo.
<<Credo di si.>> risposi tirando un lungo e profondo respiro fissando, per l'ultima volta, la mia camera.

Erano le tre spaccate di notte quando finalmente, con un pizzico in più di coraggio, iniziammo a scendere le scale io e mio fratello.

Mi sembrava di essere ritornata indietro nel tempo a quando avevo nove anni e Alessandro ne aveva quindici da poco compiuti, mamma e papà si erano separati già da un po' ma io e lui ancora non eravamo riusciti a farcene una ragione.

Così, tanto innocenti quanto piccoli, decidemmo di organizzare insieme una piccola fuga in modo che, secondo noi, mamma e papà si sarebbe preoccupati molto e avrebbero iniziato a cercarci e continuando a cercare, si sarebbe riaccesa sicuramente la scintilla del loro amore.

Il piano era perfetto nella mente di due bambini come noi, niente poteva andare storto.
Ma ovviamente, il piano andó completamente diverso.

Nonostante fossi sotto l'ala protettrice di mio fratello, io e lui riuscimmo a perderci davvero e dalla paura, i nostri genitori, non appena ci ritrovarono, litigarono ancora più pesantemente incolpandosi a vicenda su chi non aveva avuto abbastanza attenzione nel tenerci sott'occhio.

Ancora mi sembra di riuscire a sentire le urla di quella notte.
Ricordo che dovettero intervenire perfino i vicini  per vedere se fosse tutto apposto.
<<Si, va tutto bene, sono solo mamma e papà...>> ripeteva a testa bassa mio fratello ad ogni vicino di casa che bussava alla nostra porta per vedere cosa fosse successo.

In ogni viso di quella gente, potevo notare perfettamente la loro compassione verso me e Alessandro che eravamo ormai due spugne che assorbivano ogni urlo e ogni piatto lanciato dai nostri genitori che ormai si odiavamo completamente a morte.

<<Ei, a cosa pensi in quella testolina?>> mi chiese mio fratello d'un tratto riportandomi alla realtà.
Scossi leggermente la mia testa e mi resi conto che mi trovavo in macchina di Trevor e alla guida era proprio mio fratello.

<<Mh?>> fece ancora Alessandro vedendo che non davo alcuna risposta.
<<Pensavo alla nostra prima fuga quando mamma e papà litigarono pesantemente.>> finalmente aprì bocca.
Dopo aver pronunciato quelle parole, io fratello scoppió in una fragorosa risata mentre teneva salde le sue mani al volante di quella macchina.

<<Si, me la ricordo benissimo!>> rispose lui continuando a ridacchiare mentre le sue labbra si piegavano in un sincero sorriso.
<<Già...>> dissi io invece abbastanza seriamente.
<<Quanti anni avevi? Non me lo ricordo io.>> mi chiese poi lui mentre selezionava la freccia per svoltare l'angolo della strada che stavamo percorrendo.

<<Nove.>> risposi sospirando ancora.
<<Eri già una rompi palle.>> disse lui cogliendo perfettamente il perché avesse detto quella frase.

Ormai conoscevo mio fratello più delle mie tasche.
Quando io sospiravo dopo che qualcuno mi ricordava avvenimenti del passato, diventavo di colpo terribilmente silenziosa e se qualcuno non se ne accorgeva di questo mio cambiamento d'umore, finivo per scoppiare in lacrime e crollare.

Mio fratello era, ed è sempre stato, l'unica persona a cogliere in tempo ogni mio momento simile e sapeva benissimo come farmi stare stabile evitando uno dei miei terribili crolli.

Spesso mi sono chiesta come facesse lui ad accorgersi sempre cosa non andasse in me e farmi stare bene anche con la più semplice cosa.

Una battutina.
Una pacca sulla spalla.
Una canzone stupida.
Un sorrisetto.
Una mano sopra la mia.
Una carezza sulla guancia.

Tutto da parte sua.

E altrettante volte mi sono chiesta se mio fratello fosse un mago o qualche sltra creatura soprannaturale dato che era l'unico ad accorgersi delle mie lune storte e le altre persone invece no, ma poi riuscì a capire che non c'era nessun mago o nessuna creatura oltremondana.

Mio fratello riusciva a salvarmi da me stessa semplicemente perché era l'unico ad interessarsi  a me, preoccupandosi sempre di come stessi.

Alessandro non era solo mio fratello.
Mi ha fatto da padre, migliore amico e anche da madre perché nonostante entrambi ce l'avessimo una figura materna, era come se non ci fosse perché aveva ormai scelto la sua felicità prima della nostra, dei suoi figli.

Ma andava bene così.
Mi andava bene così.
Ci andava bene così.

Alla fine, come si suol dire, noi non siamo altro che le conseguenze di scelte che si susseguono nella vita.

.

Ciao a tutti.
Vi ricordate di me?
Mi sembrano passati decenni e invece sono passati solamente mesi.
Stamattina, finalmente, ho avuto la forza di prendere il cellulare e continuare quel cammino che ho lasciato amaramente a metà.
Non mi piace scrivere un falsissimo "Sono tornata!" perchè non lo so nemmeno io se sono davvero tornata qui su Wattpad.
Molte cose sono successe in questi mesi nella mia vita.
Mi sono dedicata del tempo per me stessa e ho allargato drasticamente la mia cerchia di amici.
Forse è entrata una nuova persona nella mia vita, forse ancora non lo so, e chi puó dirlo.
Ho compiuto i miei 16 anni e tutto sembra così difficile delle volte, ma altre invece tutto sembra così facile.
La scuola continua ad essere presente con i suoi alti e bassi.
Sto capendo così tante cose.
Mi sono serviti molto questi mesi di pausa.
Mi sento diversa, cambiata, e vorrei pure azzardare a dire che mi sento più cresciuta.
Ovviamente non mi hanno cambiato la vita questi mesi di pausa peró hanno fatto il loro lavoro in un modo o nell'altro.
E voi?
Voi siete rimasti?
Rimarrete?
Ci sarete?

Vi abbraccio forte. ❤️
-Clelia

Comunque vada, con te. ||Ultimo||Where stories live. Discover now