Capitolo 11.

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Rientrai in casa con un'aria da chi aveva fatto una rapina in una banca e sperai non so quante volte che nessuno sentisse i miei passi e non facesse domande sul perché non ero nel mio letto alle cinque del mattino.

<<Caren.>> mi chiamó una voce maschile che purtroppo era inconfondibile.
<<Ciao, Danny.>> risposi già insicura voltandomi nel grande corridoio dell'ingresso di casa.

<<Sei uscita presto.>> inizió lui.
<<Devo rendertene conto, per caso?>> chiesi inarcando un sopracciglio.
<<No... beh... peró mi sono preoccupato, volevo parlarti dato che non ho dormito per tutta la notte pensando a te, a noi, a quello che poteva essere... sono entrato nella tua stanza alle sette del mattino e tu non c'eri e allora mi sono preoccupato.>> rispose lui grattandosi la nuca.

<<Danny, ne abbiamo già parlato la sera scorsa. Non poteva essere niente tra di noi, solo che io non riuscivo ad accettarlo, adesso che l'ho accettato sei tu a non farlo e mi dispiace, ma io ormai ho voltato gli occhi da un'altra parte.>> dissi spavalda e in quel preciso momento, mi venne in mente l'immagine di Niccoló come se fosse stato acceso, nel mio cervello, un'interruttore.

Danny, a quelle mie parole, spalancó i suoi occhi e mi fissó scioccato.
<<C'è un altro?>> mi chiese poi quasi senza parole.
<<Temo di si.>> risposi abbassando i miei occhi verso il pavimento di quel corridoio.

<<Chi é?>>
<<Non credo tu lo conosca.>>
<<Ti prego, Caren... dimmi che non ti sei innamorata di un altro, Caren, lo so che ho sbagliato a non prenderti subito ma l'idea che tu ami qualcun altro mi fa stare uno schifo.>> ammise Danny.

<<E io invece? Credi che non mi sia sentita uno schifo per come mi hai rifiutata facendomi credere che tutte quelle cose che avevamo fatto insieme fossero solo frutto della mia immaginazione? Tutte quelle chiamate notturne quando litigavi con la tua ex ragazza, quei sorrisi timidi che ci scambiavamo a scuola, quelle risate su cose che solamente noi potevamo capire, tutto questo non é stato niente per te? Non credi che prima di te, sono stata io a sentirmi uno schifo? Mi dispiace, ma adesso é troppo tardi, ho trovato di meglio grazie al cielo.>> sbottai con le lacrime agli occhi dalla rabbia funesta che era cresciuta in me.

<<Caren... io... >>
<<Basta... non voglio più sentirti parlare, tu hai chiuso con me e non voglio che continui a rovinarmi questa vacanza riaprendomi ferite del passato.>> quasi urlai cercando di salire nella mia stanza.

<<Cosa ti sei fatta alla gamba?>> mi chiese vedendomi salire le scale impacciatamente.
<<Sono caduta.>> risposi non voltandomi continuando a salire.
Poi non disse altro Danny e io finalmente potei risalire nella mia stanza buttandomi come un peso morto sul mio letto già sfinita di quella giornata che era appena iniziata.

* * *

<<Dov'è Caren? Ancora nella sua stanza?!>> mi risveglió dal sonno nel quale ero caduta la voce di mia madre al di fuori della porta della mia stanza.
Con un occhio chiuso e uno aperto, controllai l'orario sul mio telefono e mi accorsi che era mezzogiorno inoltrato e che avevo dormito per tre ore di fila.

Mi alzai come uno zombie dal mio letto e aprì lentamente la mia porta.
<<Buongiorno, alla buon'ora!>> esclamó mia madre vedendomi ancora mezza assonnata.
<<Mamma, la scuola é finita, risparmia la predica sul dormire fino a tardi.>> risposi sbadigliando e coprendomi la bocca con la mia mano.

Mia madre sbuffó e chiuse gli occhi esasperata e subito dopo se ne ritornó di sotto scendendo le scale.

<<Buongiorno.>> disse mio fratello non appena mi vide arrivare in cucina per pranzare.
<<Buongiorno.>> risposi solamenfe sedendomi accanto a lui e rendendomi conto che Danny era proprio di fronte a me  attorno al tavolo e mi fissava intensamente.

<<Oggi pomeriggio andremo a fare una passeggiata tutti insieme per il paese qui vicino.>> disse poi Trevis richiamando l'attenzione di tutti.
Io sbuffai alzando gli occhi al soffitto della cucina già consapevole che se fossi andata a quella passeggiata con tutti loro, sarebbe stata un fallimento.

<<Bell'idea!>> disse il padre di Danny annuendo assieme a sua moglie.
<<Non penso di avere altra scelta.>> sbuffó mio fratello.
<<Io non vengo.>> feci poi io facendo voltsre tutti verso me.

...

Comunque vada, con te. ||Ultimo||Where stories live. Discover now