<<Quando parti?>> domandai per la quarta volta mentre ero distesa sul petto di Niccoló nel mio grande letto matrimoniale.
<<Fra cinque ore.>> rispose ancora una volta lui sospirando lentamente.
<<Vieni con me.>> aggiunse poi anche lui per la quarta volta.<<Non posso Nick, cosa potrebbe oensare mia madre, mio fratello e Trevis se io partissi con un ragazzo che conoscono
appena?>> feci io sbuffando.
<<Hai ragione... mi sembra anche stupido il fatto che ci diciamo le stesse cose da più o meno un'ora, è abbastanza evidente che non si può e basta.>> rispose infine lui rassegnato.Dei giorni assieme a quel ragazzo tanto misterioso quanto intrigante non sarebbero stati male da passare, ma è proprio vero alla fine che quando si ama, bisogna combattere con migliaia di bastoni fra le ruote e con migliaia di difficoltà che si incombono in automatico.
Forse è proprio la caratteristica dell'amore, sempre se lo è, avere infinite difficoltà.
Dopotutto, niente è facile, figuriamoci poi un sentimento talmente confuso, disordinato e assurdo come l'amore.<<Mi annoieró da morire senza di te.>> disse Niccoló d'un tratto distogliendomi dai miei pensieri.
<<Anch'io qui.>> risposi sbuffando.
<<Ma devi proprio andare? Hai detto che è per lavoro e a te non piace quando ci si parla, tantomeno quando questo ti interrompe per qualche giorno le vacanze.>> dissi io con un'innocenza tale da far concorrenza ad una bambina di sei anni.<<Purtroppo si.>> fu solamente la sua unica risposta.
<<E scommetto che non mi dirai di che lavoro si tratta.>> continuai poi io sbuffando.
<<Non ora.>> fece lui portando le sue mani dietro la sua testa per sorreggerla sopra al cuscino del mio letto.<<E quando allora?>> chiesi io stanca di tutto quel mistero su una cosa talmente ordinaria della vita di ognuno.
Quando toccavo il tasto del suo lavoro, a volte il mio lato pessimista e negativo del pensiero iniziava ad avere la meglio e cominciavo a pensare i peggio motivi per il quale Niccoló facesse talmente tanta oscurità sul suo impiego.
E se si trattava di mafia? Droga? Soldi sporchi?
<<Ma quante domande fai, scimmietta.>> scherzó lui ridendo subito dopo provando a farmi il solletico sui miei fianchi.
<<Va bene, anche per stavolta, hai vinto tu, mi arrendo.>> risposi infine mettendomi a pancia in giù per fissarlo in viso dato che prima, essendo a pancia in su, fissavo il tetto della mia stanza.<<Dimmi com'è Roma d'estate, io non l'ho potuta mai vedere perché parto sempre a inizio giugno e torno a settembre. Buffo, no? Sono quasi diciotto anni che vivo lì e non conosco a pieno la mia città.>> dissi poi iniziando a giocherellare con una ciocca dei miei capelli che avevo preso con le mie piccole dita.
<<Non sarà mai bella quanto i panorami che guardiamo io e te abbracciati di notte qui.>> mi rispose lui sorridendomi dolcemente.
Ricambiai lentamente anch'io quel sorriso e in quel momento, non seppi più dire una parola.Ero fatta così.
Non ero mai stata abituata ai complimenti perchè nessuno mai me ne aveva fatti e quindi quando mi ritrovavo qualcuno che me li faceva, io rimanevo sempre spiazzata senza sapere cosa dire.Un po' mi dispiaceva non poter rispondere a Niccoló perchè avevo l'impressione che li ignorassi i suoi complimenti, ma come facevo a dirgli che una come me, non era abituata alle attenzioni?
<<Adesso mancano meno di quattro ore.>> disse poi riportandomi alla realtà mentre si abbassava l'orologio che aveva al polso scuotendolo e osservando l'orario.
<<Che ore sono?>> domandai d'un tratto non rendendomi conto del tempo che stavamo passando in quella stanza.<<Le due e mezza di notte. Abbiamo fatto un po' tardi rispetto alle altre volte.>> rispose lui ridacchiando divertito.
<<Direi di si.>> risi anche io.<<Dio, non smettere mai.>> disse poi in tono talmente serio che fece morire la mia risata in un lampo.
<<Di fare cosa?>> domandai io fissandolo intensamente negli occhi.
<<Di ridere, sentirei la tua risata per ore e ore in loop su delle cuffie alle orecchie.>> rispose avvicinandosi lentamente al mio viso.<<Non è poi nulla di ché la mia risata...>> provai a dire abbassando il mio sguardo nom riuscendo a reggere il suo.
<<Perchè ti sminuisci sempre, Caren, non hai idea di che effetto fai a me.>> disse lui provando a farmi rialzare i miei occhi su di lui.<<Perchè è vero, non sono niente di speciale io.>> risposi sospirando.
<<Sei invece speciale.>> disse Niccoló sorridendomi.
Ricambiai lentamente anch'io quel sorriso e senza rendermene conto, ritrovai le sue labbra premute sulle mie.Quel gesto così inaspettato, mi scosse.
Era più delle sensazioni che provavo quando lui mi faceva i complimenti ai quali io non sapevo come rispondere.
Quel semplice bacio all'apparenza, mi era sembrato più di tutti gli altri che ci eravamo dati in quelle settimame......
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Comunque vada, con te. ||Ultimo||
Fanfiction> > > Alzai gli occhi al cielo stellato e mi resi conto di quanto io e lui in quel momento fossimo talmente piccoli e insignificanti sotto un mare di satelliti scintillanti. > Feci come mi aveva detto di fare e mi accorsi che i suoi occhi somigliava...