Capitolo 15.

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Le strade estive dei paesini di notte, erano una delle sette meraviglie del mondo per me. Mi piaceva da morire vedere in lontananza i cerchietti illuminati dai vari locali, dalle varie abitazioni. Era uno di quei paesaggi, dopo l'alba, che ancora mi faceva sentire viva e mi calmava soprattutto. 

Camminavo per conto mio, con il cappuccio della sola felpa, che ero riuscita a prendere, in testa e con le mie mani nascoste nelle tasche di quella giacca.

Non pensavo a niente.
Non avevo una meta precisa ma per me, l'importante in quel momento era sparire dalla circolazione e starmene lontana da tutti per un po'.

* * *

Arrivai, camminando, in un lido totalmente deserto e ne approfittai per stendermi sulla sabbia fresca della notte e osservare il cielo blu stellato.

In quel momento mi ricordai delle bellissime nottate di San Lorenzo che assistevo assieme a mio padre e mi ricordai anche di tutti i desideri che speravo si avverassero ogni anno.

Desideravo una bambola nuova, poi un cagnolino, un maglione firmato e infine arrivai col desiderare solamente che la mia famiglia rimanesse unita per sempre, ma invece, proprio sul desiderio più importante, ecco che sembró non avverarsi.

E poi pensai anche a Niccoló, di come fosse piombato come un uragano nella mia vita, nel mio cuore, e di come mi avesse scombussolato tutto quanto dentro di me.
Non sapevo se sarei ritornata a casa, ma di una cosa ne ero certa : se fossi tornata, l'avrei fatto solamente per lui.

* * *

Niccolo's p.o.v :

Quella sera, avevo in progetto di andare a letto presto dato che avevo passato una giornata intera a pensare a Caren e a tutti i suoi misteri misti alla sua perfetta bellezza e ai suoi lunghi capelli biondi nei quali io mi ci perdevo sempre.

Ero pronto per farmi una dormita come si deve quando d'un tratto, delle urla dalla casa accanto mi fecero sbarrare gli occhi e affacciare di scatto preoccupato.

Erano le urla di Caren.
Cosa stava succedendo?
Cosa le stavano facendo?

Come un lampo, scesi le scale e arrivai alla porta di casa mia, la aprì e corsi verso il cancello di entrata nella mia proprietà e rimasi lì per sentire meglio le sue urla strazianti misti ai singhiozzi che mi uccidevano il cuore.

Poi, d'un tratto, la sua porta di casa si aprì e io ritornai alla realtà. Ero pronto a correrle incontro e a stringerla fra le mie braccia dicendole che se fosse stata con me, non le avrei mai fatto del male al punto di farla urlare dalla disperazione, le avrei detto che con me sarebbe stata finalmente al sicuro e che non doveva più preoccuparsi di niente ma invece, quando la sua porta si spalancó, uscì proprio lei in lacrime mentre correva come una furia lontana da casa sua, da casa mia, dai nostri balconi che ci tenevano ancora di più legati fisicamente anche se ormai quelle due strutture non servivano a niente dato che ormai mi sentivo parte di lei e forse anche lei si sentiva parte di me.

Correva come una matta e più si allontanava, più la mia testa mi diceva di correrle incontro e di fermarla, più la vedevo lontana e più il mio cuore lentamente moriva bruciato.

Chissà se sarebbe tornata.
Come poteva poi lasciarmi in quel modo? No, Caren doveva ritornare da me.


<<Scusami se le urla ti hanno disturbato... non doveva succedere niente del genere.>> disse d'un tratto una voce maschile accanto a me.
Mi voltai e vidi un ragazzo alto più o meno quanto me, con dei capelli bruni e un fisico decisamente più curato del mio, sicuramente della mia stessa età.

<<No, no, non fa nulla amico... se mi é permesso saperlo, cosa é successo?>> domandai poi azzardatamente rendendomi conto che di certo non era il momento adatto per spettegolare.

<<Nulla... problemi in famiglia... sai... adolescenti.>> mi rispose il ragazzo sbuffando e portando le sue mani dietro la sua nuca.
<<Brutta storia allora.>>
<<Già... comunque io sono Alessandro e la ragazza che hai visto correre era Caren, mia sorella.>> disse poi quel ragazzo porgendomi la sua mano.

Quindi Caren aveva un fratello maggiore.

<<Niccoló, ma chiamami pure Nick.>> risposi stringendogli calorosamente la mano.
<<Se vuoi, posso aiutarti a cercarla.>> aggiunsi poi.
<<No, no, non mi voglio approfittare di una persona conosciuta da poco, davvero non serve, prima o poi mia sorella tornerà.>>

<<Si ma é notte fonda, non sai chi può trovare, sopratutto se ha corso giù in paese di sabato sera.>> risposi subito io.
<<Tu... conosci la zona?>> mi chiese Alessandro.
<<Abbastanza, quindi penso di esserti pure di prezioso aiuto.>> gli risposi sorridendogli.

Si somigliavano davvero molto.

<<Beh... in effetti si... noi siamo arrivati solo da qualche settimana e prima di ora non siamo mai venuti qui.>> sospiró il fratello di Caren.
<<Bene, allora andiamo prima che si possa cacciare in guai seri.>> dissi prima di aprire il cancelletto che mi teneva separato da quel ragazzo.

Resisti Wendy, sto venendo a salvarti da Capitan Uncino.

...

SPAZIO AUTRICE :

Hey Yo! Quella in copertina é proprio Caren e se vi fa piacere, a mano a mano con l'andare dei capitoli, vi usciró nelle copertine anche i restanti personaggi di questa storia, ovviamente tranne Niccoló che penso già sappiate chi sia altrimenti non stareste qui a leggere questa storia HAHAHAHAHA.
E boh nulla, secondo voi diventeranno grandi amici Alessandro e Nick? Chi lo sa 😏
Comunque, fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto e nienteee, io ve saluto e ve ringrazio!

//Clelia❤️❤️

Comunque vada, con te. ||Ultimo||Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang