Capitolo 16

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Ci fu un altro vociare ma ancora più forte. Nonostante il preside tossì sul microfono, continuamo a lamentarci. Sì, lamentarci. Anch'io non ero d'accordo con l'ora imposta come coprifuoco. Era troppo presto. Lo so che potevamo essere in pericolo però questo non voleva dire che ci dovevano privare della nostra vita sociale.

- è tutto ragazzi. Potete tornare nelle vostre aule - disse quasi urlando sul microfono.

Il preside se ne andò e gli insegnanti e i poliziotti uscirono con lui.

C'erano ancora alcune persone che si lamentavano. Ad altri non faceva ne caldo ne freddo, si alzarono e andarono in classe.

- accidenti. - disse Cristian alla mia destra. - mi sa che non potrò andare alla festa -

Ero perplessa.

- quale festa? - gli domandai.

- non lo sai - scossi la testa in risposta. - un giocatore di rugby vuole fare una festa venerdì sera. Ha invitato una persona e quella ha invitato altre persone che ha invitato tutta la scuola. -

In pratica avevo scoperto una settimana dopo aver incominciato la scuola che c'era anche una squadra di rugby.
Come se basket non bastasse.

- forse non mi è arrivata la notizia -

- o forse ero io la persona che doveva passarti la notizia -

Ridemmo un attimo e ci alzammo perché eravamo rimasti in pochi.

Mentre ci dirigemmo alla aula di inglese, che avevamo entrambi, Cristian continuò a raccontarmi della festa.

- quindi vuole fare una festa alla 8 di sera che finisce alla 3 del mattino?! - dissi quasi urlando.

Eravamo già in classe e dovevamo fare degli esercizi. Ovviamente io e Cristin ci eravamo seduti vicini e continuamo a parlare.
Dopo che avevano detto quella frase, la professoressa si era girata dalla mia direzione.

- abbassa la voce - disse Cristian sorridendo.

Abbassammo la testa e per fortuna non ci aveva visto. Alla fine mi disse, che non andava perché i suoi genitori erano molto severi e non gli avrebbero permesso di uscire dopo le 7.

Ci volevo andare anch'io ma non potevo perché mia mamma sarebbe stata iperprotettiva, perciò non ci pensai.

Nel intervallo andai dal mio armadio per prendere dei libri. All'improvviso sentii una voce famigliare.

- hey! - disse Nat dietro di me.

Feci un balzo perché mi ero spaventata.

- che cosa vuoi? - domandai bruscamente.

- hey. Non devi essere così cattiva. Ti sto per dire una cosa che ti arrizzarà i capelli. -

- di che si tratta? - chiusi l'armadietto e mi volti dalla sua direzione.

- venerdì, ci sarà una festa a casa di un giocatore di rugby. -

Lo sapevo già. Al posto di fermarlo, abbassai la testa e continuai ad ascoltare.

- casa di giocatore di rugby, equivale a... Orari molto tardi, casa grande, si può distruggere la casa e... La cosa più importante... - abbassò la voce. - ci sono probabilmente alcolici. -

Aprii gli occhi. Prima che potessi commentare continuò lui.

- so che queste cose non ti convincono ma... Che dici se ti dico che c'è anche Ryan? -

- non capisco che cosa intendi? - domandai con un tono di voce più alto del solito. Mi guardavo intorno e sentivo che mi bruciavano leggermente le guance.

- già. Come no -

Ripresi il controllo di me stessa e replicai.

- io ci andrò. Convincerò mi madre. Lo faccio per conoscere persone nuove e non per altre cose. -

- certo - replicò con un sorriso sinistro sul volto.

- è vero -

𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕠𝕝𝕗 - Il Licantropo Assassino (#Wattys2019)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz