Capitolo 27

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Non capivo perché ridesse. Cisa c'era di divertente in un bagno.

- dai Glover. - fece buasando ancora alla mia porta. - esci! -

Non mossi un muscolo.

Quando vide che non ero uscita, ritorno al suo normale umore.

- so benissimo che sai tutto. Esci, così ne parliamo. -

Non feci niente.

- okey. Quando sarai pronta a parlare, vieni da me e non andare da quei ebeti. -

Disse sorridendo. Non lo vista in faccia ma avevo sentito una risatina alla fine della frase.

Sentii che se ne era andata così uscii fuori lentamente. Quando mi assicurai che non ci fosse più, uscii da quel orribile posto.

Controllai in giro per il corridoi per assicurarmi che non ci fosse più quel mostro.

Quando ebbi la conferma che non c'era, mi diressi al mio armadietto, presi i libri e me ne andai fuori da lì.

Tornai subito a casa perchè ero ancora in punizione.

A mia sorpresa mia mamma era a casa. Avevo paura che mi rimproverasse di essermene tornata a casa all'improvviso.

- ciao? - disse quasi, come una domanda.

- ciao, mamma. - replicai con poca energia.

A sentirmi sembravo un giocattolo con la batteria scarica.

- che ti succede? - domandò avvicinandosi a me.

- sto un po' male - mentii.

Quando mi toccò la fronte per controllare la mia affermazione cominciò a battermi il cuore perchè avevo mentito.

- hai ragione - disse a mia sorpresa. - hai la fronte bollente! -

Dopo tutto avevo quasi avuto un attacco di panico in bagno. Probabilmente il mio cuore non era ancora calmato.

- vai in camera tua e riposa un po' -

Feci come mi fu chiesto. Mi diressi alla mia stanza molto lentamente. Come se non bastasse avevo lo zaino pesante sulla schiena. Mentre camminavo, essa continuava a farmi pensare che potevo lasciarmi prendere dallo zaino e cadere all'indietro.

Quando terminai il mio lunghissimo viaggio, gettai lo zaino a terra e mi buttai letteralmente sul letto. Dopo alcuni secondi mo ero ricordata che dovevo cambiarmi i vestiti ma ero troppo stanca.

Mia mamma arrivò in camera e mi disse delle cose che in quel momento mi sembravano quasi incomprensibili. L'unica cosa che avevo capito era che dovevo stare a letto, non dovevo aprire la porta a sconosciuti e che se avevo fame c'era tutto in frigo.

Quando finì di parlare annuii anche se avevo capito meno della metà di ciò che aveva detto.
Mi diede un bacino sulla guancia e mi salutò.
Subito dopo aver chiusa la porta mi urlò di prendere una medicina nella scatola del pronto soccorso che si trovava in bagno.

𝕋𝕙𝕖 𝕎𝕠𝕝𝕗 - Il Licantropo Assassino (#Wattys2019)Where stories live. Discover now