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Non sapeva quando si fosse addormentato, ma il bussare alla sua porta e la voce di Jimin che lo chiamava lo costrinse ad alzarsi.
Subito notò che si era già fatto buio e che le luci fuori erano accese.
-Oh ti ho svegliato?- disse il rosa quando si ritrovò davanti Taehyung ancora assonato e con i capelli scompigliati -Non fa niente- lo rassicurò il biondo-Namjoon vuole che ti presenti agli altri- fece spiegando il motivo di quella visita.
-Adesso?- domandò Taehyung -Ok, mi do una sistemata e arrivo- disse per poi rientrare e cercando di ricomporsi quel minimo per sembrare presentabile agli altri.
Una volta finito si diresse verso Jimin che lo aspettava seduto sugli scalini -Andiamo.

Lo portó verso un piccolo tendone e subito da fuori riuscì a sentire delle risate.
Ma che una volta entrato si interruppero bruscamente per portare l'attenzione sul nuovo arrivato e Jimin che saluto tutti come il suo solito.
-Vieni non essere timido- gli disse un ragazzo dai capelli rossicci e con una gioia che avrebbe influenzato chiunque -Taehyung, lui è Hoseok- lo presentò Jimin per poi condurlo verso il tavolo rotondo dove era riuniti - Jhope- precisò il rossiccio -Il tizio con i pugnali è Yoongi, ma noi lo chiamiamo Suga- disse poi indicando il ragazzo dai capelli grigio di fianco a lui, intendo ad affilare alcune lame e che si limitò a fare un gesto con il capo in segno di saluto.
-Piacere di conoscervi- disse Taehyung facendo un inchino per poi prendere posto di fianco a Jimin che gli faceva segno di sedersi -Ecco ragazzi- disse un ragazzo alto dai capelli castani, spalle larghe e da una gran bellezza.
Posó sul tavolo un vassoio pieno di cibo e subito gli altri ragazzi ci si fiondarono, ma vennero subito ammoniti dal castano -Le buone maniere, manca ancora Jungkook.
Jungkook?
A quel nome Taehyung trattiene il respiro quasi involontariamente e si irrigidì visibilmente. Non aveva ancora avuto occasione di parlare con lui e magari pensava che non sarebbe mai successo visto gli sguardi che gli lanciava ogni volta.
-Lui è Seokjin- disse Namjoon rimasto in silenzio fino a quel momento e che notando la reazione di Taehyung decise di distrarlo, almeno fino a quando non fosse arrivato il corvino.
-Jin per gli amici- disse il castano prendendo una mano di Taehyung e stringendola delicatamente.
-Eccomi, scusate il ritardo- disse poi una voce, profonda alle sue spalle che gli fece venire i brividi lungo la schiena.
-Era ora, sto morendo di fame- commentò Jhope con tono scherzoso -Quando mai non hai fame tu- rispose a sua volta il corvino, come ogni volta d'altronde.
Ma mise di scherzare immediatamente quando notò la presenza di Taehyung al tavolo. -Jungkook, lui è Taehyung- lo presentò Namjoon, ma nessuno dei due fece una mossa verso l'altro.
Jungkook si limitò come al solito a rifilargli uno dei suoi sguardi di ghiaccio, mentre prendeva posto di fianco a lui che invece continuava a mantenere lo sguardo sulle sue mani senza muovere nemmeno un muscolo.
La tensione tra loro due era palpabile che si poteva tagliare con un coltello, infatti al tavolo era calato il silenzio.
-Allora, iniziamo prima che diventi freddo- disse Jin cercando di alleggerire l'atmosfera.
I primi dieci minuti passarono tranquillamente e Taehyung doveva ammettere che si trovava davvero bene in loro compagnia.
Non facevano che scherzare e stuzzicarsi l'uno con l'altro.
E non aveva comunque perso tempo ad analizzarli uno ad uno, come a suo solito.
Yoongi, o Suga, si occupava dei lanci dei coltelli nello spettacolo.
Era un ragazzo al quanto taciturno; ma che appena apriva bocca diceva sempre la cosa giusta al momento giusto. Ma non poté non notare che ogni volta che Jimin diceva qualcosa lui riponeva una certa attenzione su di lui a differenza che con gli altri.
Anche il rosa non era da meno, lo ascoltava sempre con molta attenzione e una strana luce negli occhi.
Jhope era il pagliaccio del gruppo; ma era comunque un grande acrobata. I suoi numeri erano insieme agli animali; sopratutto con i cavalli su cui metteva in pratica le sue abilità.
Jin era la "valletta" del circo e colui che si prende cura del prossimo; cura che riponeva maggiormente con Namjoon. Forse perché era il suo capo, o magari per qualcos'altro.
Namjoon era un ragazzo davvero tranquillo, ma che comunque riusciva a mantenere la sua autorità senza alcuno sforzo; infatti era molto rispettato tra di loro.
E poi c'era Jungkook, che per tutto il tempo non aprì bocca se non per stuzzicare o rispondere alle provocazioni di Jhope.
Ma a parte quello non disse molto dando attenzione al piatto che aveva davanti a lui.
Ma oltre a quello anche Taehyung non disse molto, a parte qualche risata; ma era troppo a disagio per la presenza del corvino.
Ormai era sicuro che non gli andasse a genio; ma il motivo non riusciva a capirlo visto che non si conoscevano nemmeno.
-Qual'è il tuo numero invece?- gli chiese improvvisamente Jin curioso.
-Sono un trapezista- rispose Taehyung e giurò di sentir Jungkook al suo fianco irrigidirsi di colpo; un po' come tutti gli altri che infatti portarono subito il loro sguardo verso di lui, a parte Namjoon e Jimin.
-Oh interessante- fece Yoongi visibilmente interessato. Il corvino alzò di scatto lo sguardo verso il grigio, che però non si sentì per niente intimidito.
-Lui sarà il partner di Jungkook- intervenne Namjoon con decisione; facendo spalancare gli occhi a tutti i presenti.
Sopratutto Taehyung, sicuramente non si aspettava di dover lavorare con una persona a cui a quanto pare non andava a genio.
-Non ho bisogno di un partner- obbiettò Jungkook battendo un pugno sul tavolo facendo sobbalzare Taehyung al suo fianco.
-Non era una proposta, lavorerai con lui, che ti piaccia o no- aggiunse Namjoon  con tono più duro e autorevole.
Jungkook in risposta si alzò di scatto facendo cadere la sedia dietro di lui prima di rivolgersi a Taehyung -Non osare intralciarmi.
Taehyung sentì il sangue ribolirgli nelle vene. Ma che diavolo aveva? Perchè ce l'aveva con lui?
-Si può sapere qual'è il tuo problema?- domandò prendendo coraggio e alzandosi  in modo di essere alla stessa altezza, nonostante il corvino fosse leggermente più alto di lui.
-Tu sei il problema- si guardavano dritti negli occhi, con odio.
-Allora puoi stare tranquillo, nemmeno io ho intenzione di lavorare con te.
Dei versi di sorpresa di alzarono dal tavolo, quasi non si aspettassero una reazione del genere da parte di Taehyung.
Ma se si aspettavano che lui sarebbe rimasto in silenzio a subire quelle angherie immotivate si sbagliavano di grosso.
-Sei solo un ragazzino- ringhiò Jungkook -E tu sei solo un presuntuoso- ribattè a tono Taehyung.
Dopo quello non volò nemmeno una mosca al tavolo; come se tutti avessero paura di dire qualsiasi cosa che avrebbe potuto far esplodere da un momento all'altro quella  bomba già carica.
-Non mi sfidare- disse Jungkook avvicinandosi ancora di più al biondo che non perde tempo a ribattere -Lo stesso vale per te.
-Adesso basta- tuonò Namjoon alzandosi dalla sua sedia ponendo fine a quello scambio di sguardi tra i due ragazzi -Voi due imparerete a lavorare assieme, sono stato chiaro?- era più riferito a Jungkook che in risposta lasciò il tendone visibilmente contrariato.
Esattamente come fece Taehyung poco dopo dileguandosi con un "scusatemi"; ma anche lui aveva bisogno di sbollire il nervoso che gli aveva fatto venire quella testa bacata.
Il primo giorno non era iniziato nei migliori dei modi.
E c'era solo una cosa che lo aiutava a rilassarsi, ovvero allenarsi.

Arrivato alla roulette prese da una scatola, che aveva nascosto tra i vestiti, uno dei suoi CD, la sua radiolina portatile e poi corse verso il grande tendone.
Posò la radio con il CD già inserito su una delle gradinate, si tolse le scarpe in modo da essere il più possibile a contatto con il terreno.
Fece partire la canzone e subito, quelle note lente e calme lo invasero totalmente.
Si mise al centro dell'arena e lasciò che fosse la musica a guidare il suo corpo.

Lindsey Stirling-the arena

Un passo, poi un altro ed ecco che i suoi piedi a contatto con il terreno cominciano a muoversi con eleganza e agilità.
Un salto, una capovolta all'indietro, una verticale.
Alcuni passi di danza e poi ancora si tuffò facendo una capovolta in avanti, mantenendo le sue gambe più tese possibile.
Continuò con queste sequenze alternandole qualche volta con dei passi di danza insegnatogli molto tempo prima.
Sentiva i capelli sudati appiccicarsi alla fronte, il respiro pesante e il corpo rilassato.
Si sentiva così bene.
Continuò così per almeno altri dieci minuti.
Ignaro della presenza di una ragazzo dai capelli neri pece che lo osservava dall'ombra.

Jungkook aveva deciso di andare ad allenarsi un po' per distrarsi, ma della musica proveniente proprio dal tendone attirò la sua attenzione.
Con passo silenzioso si nascose dietro una delle scalinate per il pubblico e rimase lì, fermo ad osservare il nuovo arrivato allenarsi a suon di musica.
Sentì improvvisamente la gola secca e non riusciva a staccare gli occhi da quei movimenti così fluidi e sensuali.
C'era passione in quello che stava facendo, nonostante fosse solo un allenamento.
Si intuiva la sua gioia, la sua tenacia, ma sopratutto la disperazione che prevaleva.
Era incantato e si ritrovò ad ammettere che Taehyung; in quello stato disastrato dalla fatica e dal sudore era davvero...bello.
La musica finì e Jungkook dovette quasi scappare quando vide Taehyung dirigersi verso di lui per riprendere la sua radiolina e andandosene dritto alla sua roulotte.
-Bello non è vero?- disse Namjoon sbucando da chissà quale cunicolo nascosto -Da quanto sei lì?- gli chiese Jungkook sapendo perfettamente di essere stato beccato ad osservare Taehyung -Abbastanza tempo- rispose vago Namjoon -Ho visto come lo guardavi.
-Non so di cosa stai parlando- si affrettò a dire Jungkook volendo negare, ma che in quel modo non fece che confermare ciò che diceva Namjoon.
-Lo sai che preferisco lavorare da solo- gli fece notare Jungkook, ma questa volta non era arrabbiato; se mai cercava di fargli cambiare idea -Si lo so- ammise Namjoon -Ma non lo trovi anche tu interessante?
Jungkook rimase abbastanza confuso da quella domanda, ma non ebbe nemmeno il tempo di obbiettare che Namjoon se ne andò lasciandolo lì, solo con i suoi dubbi e domande.

THE GREATEST CIRCUSWhere stories live. Discover now