38.

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Erano circa le tre del pomeriggio quando Jungkook venne finalmente dimesso.
Ma prima avrebbe dovuto compilare alcuni documenti, per questo si trovava alla reception, appoggiato al bancone firmando fogli su fogli.
Mentre Taehyung se ne stava in disparte, seduto sopra una delle sedie in sala d'aspetto e per quanto ci stesse provando non riusciva proprio a rimanere tranquillo.
Dopo l'ultima conversazione avuti con gli agenti il suo morale non era dei migliori.
Ma sarebbe dovuto esserlo, per gli altri e sopratutto per Jungkook; in fondo tra poco si sarebbe sposato, dovrebbe essere entusiasta, eppure tutta quella situazione non glielo permetteva.
Sollevò lo sguardo sul corvino davanti a lui nell'esatto momento in cui lo vide avvicinarsi sorridente e lui si sforzò per ricambiare.
-Andiamo?- domandò Jungkook offrendogli la mano che afferrò pronto per tornare a casa, a nessuno piace l'aria da ospedale.
Erano davanti all'ascensore quando vide con la coda dell'occhio qualcuno che doveva assolutamente salutare prima di andare.
-Torno subito- disss, ma alla fine non aspettò nemmeno che Jungkook rispondesse visto che doveva raggiungere la donna prima che scomparisse dalla sua vista.
Appena le fu abbastanza vicino le picchiettò sulla spalla, riuscendo così ad attirare l'attenzione dell'infermiera che subito lo salutò con il suo solito sorriso raggiante -Volevo salutarla e ringraziarla- gli spiego Taehyung ma sul viso della donna comparve un'espressione confusa -Ringraziarmi per cosa?
-Per il suo consiglio, ho deciso di seguirlo- rispose Taeyung con un sorriso che immediatamente venne ricambiato con uno più largo, tanto che temette che la pelle della donna potesse strapparsi da un momento all'altro -Sono contenta per te- disse l'infermiera posandogli una mano sulla guancia, fu un gesto talmente amorevole e naturale che prese di sprovvista il rosso -Tu mi ricordi così tanto mio marito- si lasciò sfuggire l'infermiera, ma lo disse con un sospiro così triste che gli fece stringere il cuore -Ti auguro il meglio ragazzo.
-Mi chiami Taehyung- la corresse accorgendosi solo in quell'istante di non essersi mai presento e così vide nuovamente comparire il sorriso su quel volto ormai, non più così giovane; eppure era sicuro che un tempo fosse stata una donna di una grande bellezza -Allora ci vediamo Taehyung, possibilmente fuori di qui- sdrammatizzò la donna per poi salutarlo e tornare a compiere i suoi compiti.
E Taehyung ci sperò davvero, quella donna in quelle poche ore era riuscita a prendersi cura di lui, di Jungkook aiutandoli con minimi gesti e gli era grato perché dopo tanto tempo aveva potuto risentire un tocco amorevole, come quello di una madre.
Jungkook, appoggiato al muro accanto all'ascensore, fissava da lontano il rosso che parlava con quella che gli sembrava un'infermiera e gli si intenerì il cuore nel vedere i gesti e i sorrisi d'affetto che si scambiavano; e anche se non capiva sicuramente ci sarà stato un buon motivo e qualsiasi cosa fosse ne era felice; sopratutto nel vedere il sorriso che finalmente era ritornato sul volto di Taehyung mentre si dirigeva nuovamente da lui.
Quando furono di nuovo l'uno vicino all'altro nessuno disse una parola; si limitarono a sorridersi a vicenda stringendosi le mani in una presa ferrea, così salda che staccarli sarebbe stato impossibile.
Anche durante tutto il tragitto in taxi non volò una mosca, forse perché non serviva; riuscivano a comunicare le proprie emozioni e sensazione con dei semplici gesti.
E la cosa che saltava subito all'occhio era l'esigenza di contatto di entrambi; come se non riuscissero a stare staccati per più di due minuti, come se temessero di potersi perdere di nuovo da un momento all'altro e il timore che non fossero davvero assieme portò Taehyung ad appoggiare la testa sulla spalla di Jungkook, stringendogli ancora di più la mano rimasta unita alla sua per tutto il tempo.
E anche se Jungkook non lo guardava, impegnato ad osservare il paesaggio sfrecciare davanti ai suoi occhi, riuscì a percepire il suo bisogno che lo portò ad appoggiare la guancia su quei capelli rossi.
Tutto quello non era dovuto solamente alla necessità di affetto, ma era anche un modo per infondersi coraggio a vicenda per quando sarebbero tornati al campo.
Avrebbero visto lo stato su cui riversava dopo l'incendio e sapevano che non sarebbero stato facile; per niente.
Infatti fu così, quando scesero da quel taxi la prima cosa che saltò agli occhi furono le macerie infondo al campo.
Non era rimasto più nulla, solo pezzi carbonizzati e cenere che veniva sollevata ogni volta che si andava a spostare qualche oggetto.
La seconda cosa che si poteva notare a vista d'occhio erano le persone che lavoravano in mezzo a quei resti, intenti a ripulire.
E proprio in mezzo a loro c'erano anche i loro compagni, alla ricerca di qualche loro effetto personale ancora rimasto intatto o recuperabile.
E poco dopo a loro si unirono anche Taehyung e Jungkook che guardavano ciò che era stato loro fatto a pezzi.
Istintivamente Taehyung strinse la mano del corvino ancora saldamente ancora alla sua, in segno di sostegno; perché anche se nessuno lo riteneva responsabile non si poteva dire lo stesso di se. Si dava la colpa giorno e notte, minuto dopo minuto, secondo dopo secondo perché convinto che avrebbe potuto evitare tutto quello.
-Taehyung- Jungkook al suo fianco intuì il suo tormento, visibili dai muscoli tesi del viso e del corpo -Possiamo allontanarci se vuoi, non s...- Taehyung scosse la testa deciso, in negazione, interrompendo il suo discorso.
Non se ne sarebbe andato, non aveva fatto nulla prima, avrebbe dato una mano adesso.
Per questo dopo un sacco di tempo si staccò dal corvino tirandosi su le maniche e cominciando pure lui a ripulire tutto da quelle macerie.
Continuarono senza un attimo di pausa fino al tramonto; ritrovandosi tutti stanchi e sporchi di fuliggine e polvere dalla testa ai piedi.
Decisero di andare tutti a darsi una ripulita per poi ritrovarsi poco dopo al loro solito tavolo, ormai diventato un luogo di incontro per tutti dove poter parlare e passare una serata tranquilla in compagnia.
Ma quella sera c'era un buon motivo per riunirsi; Jimin insieme a Hoseok erano riusciti a convincere tutti a festeggiare il ritorno di Jungkook e l'imminente matrimonio.
Tutto però all'insaputa dei due ragazzi; infatti appena arrivarono al tavolo videro bottiglie su bottiglie di spumante pronto da bere -Eh cosa succede?- domandò Jungkook confuso.
-Festeggiamo- rispose Jimin cominciando a riempire alcuni bicchieri -Ok, ma cosa?- intervenne Taehyung.
-Basta con le domande, bevete- disse Suga dando ai due ragazzi il loro bicchiere e una volta che furono tutti serviti li alzarono in aria per un brindisi -Ai futuri sposi- esclamò Namjoon venendo poi seguito a ruota da tutti gli altri.
I due ragazzi li ringraziarono allegramente, non aspettandoselo; riuscivano sempre ad organizzare qualcosa di nuovo.
Insieme cominciarono a bere tra scherzi e risate, quando forse per un bicchierino di troppo non iniziarono ad urlargli di baciarsi.
Taehyung era in estremo imbarazzo, mentre Jungkook rideva animatamente -Dovremmo farlo?- domandò il rosso voltandosi verso di lui.
-E dai Jungkook fatti sotto!- gli urlò Hoseok palesemente ubriaco -Dai Tae muoviti!- si aggiunse a dargli man forte Jimin e dopo qualche istante di titubanza i due ragazzi si lasciarono andare ad un bacio lungo, ma privo di malizia non volendo dare spettacolo più di quanto non stessero già facendo; ciò fece immediatamente scatenare un putiferio di urla, fischi e applausi.
Dopo ciò si susseguirono altri brindisi senza senso, dettati semplicemente dall'alcool che scorreva nelle vene di tutti quanti; ma almeno passarono una serata senza problemi tra la testa, liberi e felici.
Alla fine si fece tardi ed era arrivata ora per tutti di tornare alle loro roulotte.
Ovviamente Taehyung andò insieme a Jungkook per passare alla notte assieme e non appena entrarono nella, ormai, loro casa su ruote si gettarono a peso morto sul letto; consapevoli che la mattina seguente si sarebbero svegliati con una forte emicrania.
Non si preoccuparono nemmeno di cambiarsi i vestiti o di togliersi le scarpe che in un attimo i due ragazzi si addormentarono l'uno attaccato all'altro esausti.

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Capitolo di passaggio.
Buona letturaaa.

THE GREATEST CIRCUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora