26.

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Jungkook avrebbe tanto voluto aggiustare tutto, ritornare indietro. Ma come poteva solamente pensare che Taehyung avrebbe accettato le scuse?
Lo aveva ferito, ma sopratutto deluso e lo aveva capito dal suo sguardo, aveva il timore di dover ricontare quegli occhi pieni di delusione nei suoi confronti, non poteva sopportarlo.
Dopo che Taehyung se ne fu andato, Jungkook aveva raccontato tutto a Yoongi, che con la sua solita franchezza gli aveva detto di essere un idiota.
E la cosa peggiore è che aveva ragione, era saltato subito a conclusioni affrettate, si era lasciato accecare dalla rabbia e dal suo dannatissimo orgoglio.
Per colpa di ciò aveva ferito la persona che lui amava e si sentiva davvero uno schifo; da giorni non usciva dalla sua roulotte, troppo impegnato a bere e ad autocommiserarsi, era davvero patetico.
Era sera e come sempre Jungkook era impegnato a guardare un punto indefinito della sua roulotte, con in una mano l'ennesima bottiglia di birra e nell'altra una sigaretta appena accesa.
Dei colpi alla porta gli fecero un brontolare un "avanti" sapendo benissimo chi fosse, infatti non ci mise molto a vedere una testa grigia fare il suo ingresso -Ancora qui a piangerti addosso?- domandò Yoongi per niente sorpreso andandosi a sedere di fronte al corvino, che lo ignorò bellamente.
-Amico, sei uno straccio- disse invece Hoseok facendo il suo ingresso teatrale.
-Perché siete qui?- domandò Jungkook che in quel momento avrebbe tanto voluto rimanere da solo -Perchè stai passando un momento difficile e hai bisogno dei tuoi migliori amici- spiegò Hoseok dandogli una pacca sulla spalla.
-Sto bene, potete andare- disse Jungkook, sollevò la bottiglia di birra per berne il contenuto, quando Yoongi prontamente gliela levò dalle mani e lui non gli risparmio le sue lamentele -Sei patetico- gli disse Yoongi con il suo solito tono insofferente che fece sollevare gli occhi al cielo al minore -Dimmi qualcosa che non so- disse sbuffando.
-Yoongi ha ragione, non puoi continuare così- intervenne Hoseok spalleggiando il grigio.
-Invece posso, ora lasciatemi stare- obbiettò Jungkook infastidito, non voleva sentire nessuno e non voleva vedere nessuno.
-Devi andare a parlare con Taehyung- insistette Hoseok, era davvero preoccupato per il suo amico, non lo aveva mai visto in quello stato -A che pro? Non mi perdonerà mai- era inutile, potevano dirglielo quanto volte volevano, ma non avrebbe cambiato idea.
Hoseok fece per riaprire bocca ma venne preceduto da Yoongi -È vero- disse con tono affilato -Taehyung non tornerebbe mai con uno come te.
Fino a quel momento Jungkook aveva tenuto lo sguardo fisso fuori dalla finestra, ma appena sentì nominare il suo nome sollevò gli occhi su Yoongi con rabbia -Stai zitto- lo ammonì, ma gli uscì più come un ringhio -Perché? È la verità- continuò il grigio incrociando le braccia al petto -Taehyung farebbe meglio a trovarsi qualcuno di meglio.
A quel punto Jungkook si alzò di scatto sbattendo le mani sul tavolino che lo divideva da Yoongi che non si scompose di un centimetro.
Lo stava facendo davvero incazzare, non poteva accettarlo, non riusciva a sopportare la visione di Taehyung con qualcuno che non fosse lui -Chiudi quella bocca!- sbraitò facendo sobbalzare il rosso al suo fianco, che tentava in tutti i modi di capire quali fossero le intenzioni del grigio.
-Altrimenti?- lo sfidò Yoongi -Sai benissimo che ho ragione- a quel punto preso da uno scatto d'ira Jungkook si sporse sul tavolo afferrandolo per il colletto della maglia, attirandolo più vicino a se -Ti sbagli, lui ha bisogno di me- gli sputò a un centimetro dal viso, fulminando con lo sguardo Hoseok che provò a dividerli senza successo -O magari sei tu che hai bisogno di lui- ribattè Yoongi per niente intimorito.
Jungkook avrebbe tanto voluto sfogare tutta la sua frustrazione su di lui; infatti fece per sollevare il braccio pronto a colpire il grigio.
Ma per fortuna qualcuno bussò alla sua porta, interrompendo quel momento e in un certo senso gli fece anche riprendere lucidità.
Mollò la presa da Yoongi e tra i tre ragazzi calò il silenzio, mentre Jungkook si dirigeva verso la porta. Ma non appena la aprì, fece appena in tempo a capire chi avesse difronte che una mano andò a colpirgli il viso violentemente.

Taehyung non poteva credere a quello che stava per fare, era passata una settimana, dove non aveva più parlato con Jungkook dopo la loro discussione.
Era ferito, si tormentava da giorni ma no riusciva trovare una spiegazione al suo comportamento, ma a cosa serviva?
Jungkook era stato più che chiaro, non aveva bisogno di lui e lui non avrebbe perso tempo con qualcuno a cui non serviva.
Ma non poteva mentire sul fatto di sentirsi davvero male, il suo cuore era in una continua morsa che non gli lasciava respiro.
E come se non bastasse non era nemmeno riuscito ad arrivare a una decisione per quanto riguardava il signor Smith.
Non era facile, non l'avrebbe mai data vinta a Smith, ma se non prendeva una scelta in fretta il suo più grande timore si sarebbe avverato e lui non poteva permetterlo.
Per questo non riusciva a crede a quello che stava per fare, arrivare fino a quel punto.
Si trovava davanti all'ufficio di Namjoon da più di dieci minuti e non riusciva a decidersi di entrare.
Stringeva con forza la lettera delle sue dimissione, quasi non volesse lasciarla andare ed era così, non poteva, o meglio non voleva farlo, ma doveva. Era la cosa migliore.
Fece un respiro profondo prima di varcare la soglia e trovarsi di fronte Namjoon chinato sulla sua scrivania a controllare alcune scartoffie -È permesso?- domandò titubante Taehyung facendo capolino con la testa -Oh sì certo, entra pure- lo invitò felice Namjoon come sempre -Di cosa hai bisogno?
Taehyung si limitò a porgergli tremante la sua lettera che il maggiore afferrò confuso -Cos'è?- domandò infatti aprendola -Le mie dimissioni- rispose di fretta Taehyung cercando di mantenere la sua voce ferma.
La reazione di Namjoon non fece che peggiorare la situazione -Te ne vuoi andare?- chiese incredulo, il grigio, ormai sbiadito, annuì.
Fissò il suo sguardo ai suoi piedi, soffriva troppo, lasciare quel circo significava abbandonare tutti, Namjoon che gli aveva dato quell'opportunità, Jimin che era diventato il suo migliore amico...e Jungkook che nonostante tutto amava ancora. Ma forse anche per questo aveva deciso di andarsene.
Come poteva amare qualcuno che non lo voleva?
Chiuse gli occhi tentando di scacciare le lacrime, ma quando sentì delle forti braccia attorno a lui, falli miseramente e quelle gocce salate sfuggirono al suo controllo -Sono sicuro che ci sia un motivo valido per la tua decisione- disse Namjoon consolandolo -Sappi solo che ci mancherai- aggiunse infine sentendo Taehyung stringere i pugni sulla sua camicia.
Avrebbe voluto dirgli "Anche voi" ma non ci riusciva.
Passarono pochi istanti e i due si sciolsero dall'abbraccio e non passò molto che Taehyung uscì di fretta dall'ufficio ancora in lacrime, andandosi poi a scontrare contro qualcuno.
Ma non si soffermò su chi fosse preferendo continuare per la sua strada.

Jimin stava passando tranquillamente davanti all'ufficio di Namjoon, quando sentì qualcuno andargli addosso e solamente più tardi si accorse che fosse Taehyung, in lacrime.
Confuso fece per seguirlo ma la voce di Namjoon, fermo sulla soglia dell'entrata, lo blocco -Lascialo andare- gli disse e Jimin lo guardò -Cosa è successo?
Namjoon sapeva benissimo che ciò che stava per dirgli lo avrebbe sconvolto e fatto del male; ma tanto prima o poi lo avrebbe saputo.
Gli mostrò la lettera di Taehyung -Si è licenziato- disse e vide gli occhi di Jimin spalancarsi increduli -Cosa?! Perchè?!- domandò afferrando la lettera, sperando di aver capito male, ma si sbaglia.
Cercò di riordinare le idee e gli venne solamente una cosa, o meglio una persona, che avrebbe potuto portarlo a tanto.
Riconsegnò la lettera a Namjoon e senza proferire parola si allontanò, con rabbia diretto verso la roulotte di colui che per lui era il responsabile.

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Capitolo corto lo so.

THE GREATEST CIRCUSWhere stories live. Discover now