35.

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I paramedici avevano appena finito di curare le ferite di Taehyung, rimasto in silenzio da quando Jungkook fu portato via.
Jimin rimase per tutto il tempo al suo fianco, non che lui non fosse sconvolto per tutto quello che era successo; ma sapeva che in quel momento il rosso aveva bisogno più di tutti.
Più volte aveva provato a chiedergli cosa gli fosse successo, ma era tutto inutile.
Taehyung non apriva bocca e se lo faceva era solamente per ripetere le solite cose "È stata colpa mia" e non c'era verso di fargli capire che non fosse così.
Ma Jimin voleva sapere, per questo appena il medico che lo aveva curato si allontanò, si precipitò a fargli alcune domande.
-È stato picchiato più volte, ha ferite sul volto, ma anche alcuni lividi sull'addome- gli spiegò il medico e Jimin davvero non capiva chi potesse avergli fatto quello e l'unico che poteva dirglielo era Taehyung, ma non era nella condizione giusta per farlo.
-Mi scusi- Taehyung li raggiunse e rivolto verso il paramedico gli chiese se poteva portarlo all'ospedale.
Voleva vedere Jungkook, sapere come stava.
All'inizio il medico non era granché convinto, ma dopo varie insistenze cedette alle suppliche del rosso e lo fece salire su una delle ambulanze rimaste al campo per curare eventualmente dei feriti.
Ovviamente Jimin non lo lasciò andare da solo, gli sarebbe stato vicino fino a quando non si fosse ripreso almeno un minimo.
-Come ti senti?- gli domandò una volta che l'ambulanza partì alla volta dell'ospedale -Starò meglio una volta visto Jungkook- rispose Taehyung con sguardo fisso davanti a lui, spento quasi fosse prosciugato di qualsiasi energia e per il resto del tragitto non volò più una mosca.
Il percorso fu abbastanza lungo, ma una volta arrivati i due ragazzi raggiunsero immediatamente l'ingresso dell'ospedale.
Chiesero alla reception dove si trovasse il piano di pneumologia; molto probabilmente Jungkook si trovava in quel reparto visto la grande quantità di fumo che aveva inalato; almeno era questo che gli dissero i paramedici.
Una volta ricevuta l'informazione che volevano si diressero verso l'ascensore, diretti al quarto piano.
Dentro quel piccolo abitacolo la tensione si fece più pesante e Taehyung sentì il bisogno di sostegno, automaticamente strinse la mano di Jimin che non ci mise molto a ricambiare la stretta.
Fissavano i numeri sopra di loro in attesa e quando le porte di fronte a loro si aprirono videro immediatamente la figura di Namjoon impegnata a parlare con un infermiera.
-Nam!- urlò Taehyung attirando la sua attenzione -Ragazzi- fece Namjoon ritrovandosi poco dopo il rosso su di lui.
-Come sta?- gli domandò una volta staccatosi da lui.
-Durante il tragitto ha avuto una crisi respiratoria per via del fumo, ma ora sta bene- rispose Namjoon non nascondendogli nulla, infondo aveva il diritto di sapere.
Taehyung divenne visibilmente più rilassato, tirando vari sospiri -Posso vederlo?- domandò -Lo stanno ancora visitando- lo informò Namjoon, diventato subito più serio, guardando un punto oltre di lui.
Taehyung guardò dietro di se, nella stessa direzione per vedere così uscire dal loro stesso ascensore due poliziotti in borghese.
-Signor Kim Namjoon?- domandò uno di loro avvicinandosi a loro -Si sono io- rispose il maggior stringendo a entrambi le mani.
-Polizia investigativa antincendi, stiamo indagando sull'incendio avvenuto questa notte- dissero mostrando i loro distintivi; nessuno dei tre ragazzi era sorpreso, infondo faceva parte della procedura capire le dinamiche dell'incendio e magari i possibili colpevoli.
-Vorremo farvi alcune domande- dissero -Chi vuole iniziare?- il primo a proporsi fu Jimin, così che Taehyung fosse presente non appena i medici ebbero finito di visitare Jungkook.
Passarono circa dieci minuti, Namjoon lo condusse fuori dalla stanza in cui si trovava Jungkook, in attesa che quella dannata porta si aprisse.
Passò ancora del tempo e finalmente si videro i medici uscire dalla stanza, facendo scattare i due ragazzi -Ci sono novità?- chiese Namjoon staccandosi dal muro a cui era appoggiato -Le sue condizioni ora sono stabili, ha solo bisogno di molto riposo- rispose il medico controllando i suoi appunti nella cartellina.
-Possiamo entrare?- domandò Taehyung, era l'unica cosa che voleva, vederlo.
-Ora sta riposando, quindi vi chiederei di fare con cautela- si raccomandò il medico dandogli il permesso prima di dileguarsi.
Taehyung era già di fronte alla porta, eppure quando fu il momento di aprirla si bloccò, aveva il terrore di vedere in che condizioni potesse essere.
-Tutto ok?- gli chiese Namjoon preoccupato rimasto dietro di lui.
-Sto bene- disse il rosso, scosse la testa per riscattarsi e insieme a un respiro profondo varcò finalmente la soglia della stanza.
Subito dopo gli si mozzò il fiato e dovette trattenersi dal piangere.
La vista di Jungkook in quello stato; immobile, vestito con solo un camice d'ospedale, con la pelle piena di ferite e bruciature era un vero strazio per i suoi occhi.
Nella stanza c'era un silenzio assoluto, se non fosse solo per il suono della macchina che registrava i suoi battiti, deboli ma regolari.
Con passi lenti si avvicinò a lui, sedendosi poi sul bordo del letto.
Stava dormendo e sembrava così rilassato, sul viso gli si formò un sorriso intenerito ma allo stesso tempo triste.
-Scusa, mi dispiace così tanto- gli sussurrò, stringendogli una mano anche se sapeva che non poteva sentirlo.
-Taehyung- lo chiamò Namjoon rimasto fermo all'entrata, risvegliando così da tutto il resto -Si?- disse voltandosi verso di lui e vide che non era solo.
Con lui c'era uno degli agenti venuto sicuramente per fargli qualche domanda -Possiamo parlare?- disse l'uomo con aria seria.
-D'accordo- acconsentì Taehyung, Namjoon fece per lasciarli soli quando venne però bloccato dal rosso -Puoi restare, voglio che ascolti.

Passò circa una mezz'ora se non di più e fuori da quella stanza Taehyung stava ancora rispondendo a tutte le domande che gli venivano poste, arrivando così finalmente a raccontargli tutta la verità.
Di Smith, di Tuan e più andava avanti più la rabbia non faceva che crescere in lui.
L'agente non faceva che prendere appunti sul suo taccuino, ascoltando con molta attenzione e interrompendolo solo per fare alcune domande in modo da ottenere più dettagli possibili.
-D'accordo, vi terremo aggiornati- disse l'uomo per poi lasciarli finalmente soli, tornando dal suo collega.
Una volta che se ne fu andato Taehyung si appoggiò al muro dietro di se, esausto. Il dover raccontare cosa fosse successo, era stato davvero faticoso e stancante.
Doverlo raccontare gli fece ricordare di quanto si fosse sentito impotente in quegli istanti -Mi dispiace Nam, non ho fatto nulla per impedire che accadesse tutto questo- si scusò con il maggiore, che per tutto il tempo non disse una parola; anche perché non c'era bisogno.
Ma non poteva nascondere quanto quella situazione fosse assurda.
-Non potevi fare niente- lo corresse Namjoon, non avendocela per niente con lui -Per colpa mia hai perso il Circo- insistette Taehyung guardandolo con gli occhi pieni di lacrime per via dei sensi di colpa che lo stavano divorando.
-Taehyung stammi a sentire- lo riprese Namjoon afferrandolo per le spalle e farsi che lo ascoltasse attentamente -Il Circo non è un posto, ma tu, Jungkook, Jimin e tutti gli altri, voi siete il Circo- c'era della commozione nella sua voce, voleva fargli capire che non gli interessava di uno stupido tendone e di tutto il resto.
Ciò che era davvero importante era che tutte le persone a cui voleva bene fossero sane e salve.
-Risolveremo tutto vero?- gli domandò Taehyung, aveva bisogno di certezze, di sentire che sarebbe andato tutto bene e che lui come tutti avrebbero avuto giustizia. -Ne sono certo- rispose Namjoon per poi prenderlo in un abbraccio.
Passarono circa altri cinque minuti in cui Taehyung decise di voler rientrare nella stanza di Jungkook, mentre Namjoon se ne stava fuori in attesa che Jimin finisse la sua dichiarazione con gli agenti.
Il rosso si era appoggiato comodamente sulla poltrona blu di fianco al letto, con una mano a stringere quella del corvino ancora immerso totalmente nel sonno.
Non pensava a nulla, semplicemente osservava in attesa che si svegliasse.
Non passò molto che si vide Jimin varcare la porta con un sorriso dolce in viso -Come sta?- chiese a tono basso -Bene credo- rispose Taehyung senza staccare gli occhi da Jungkook.
-Io e Nam torniamo dagli altri, vieni?- gli chiese il rosa, anche se sapeva già la risposta che infatti non tardò ad arrivare -No, rimango qui per oggi voi andate pure- Taehyung voleva passare più tempo possibile con Jungkook e voleva esserci nel momento in cui si sarebbe svegliato.
-Ok- disse Jimin già pronto per uscire quando la voce di Taehyung che lo chiamava lo fermò -Grazie- gli disse rivolgendogli un piccolo sorriso, ma sincero. Gli era grato per essergli stato vicino.
-Cerca di dormire- si assicurò il rosa prima di uscire definitivamente dalla stanza, lasciandoli soli.

Un infermiera entrò nella stanza per il controllo, quando si ritrovò davanti una scena che avrebbe commosso chiunque.
La notte era passata in fretta, tanto che dalla camera di quell'ospedale si poteva già vedere il sole sorgere all'orizzonte.
Andando così a scontrasi con la chioma rossa del ragazzo, ormai addormentato sul divanetto di pelle; con la testa appoggiata a una mano e l'altra a stringere quella del ragazzo sul lettino.
Intenerita l'infermiera si avvicinò alla finestra chiudendo un po' le tende, per poi dirigersi da Taehyung sulla poltrona per coprirlo con una coperta appoggiata ai piedi del letto.
Si ripromise di passare più tardi e di non disturbarlo.
Non ci voleva molto per capire che non avessero passato una bella nottata.
Uscì dalla stanza rivolgendo ai due ragazzi un sorriso dolce e comprensivo.
Augurando il meglio a quei due ragazzi.

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Eccone un altro, non è dei migliori ma mi accontento
Spero che vada bene anche a voi :)

THE GREATEST CIRCUSWhere stories live. Discover now