Capitolo due

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Capitolo due

Alla fine si é lasciata convincere e ha accettato di seguire il caso di Robin, sottolineando che lo fa solo perché non vuole che il figlio cresca con l'idea di suo padre assassino, ma crede anche lei che sia innocente ed é per questo che vuole dimostrare che sia così.
L'uomo è stato interrogato più volte dalla polizia e tra qualche ora verrà trasferito al carcere di massima sicurezza situato poco fuori Storybrooke, ma lei ci vuole parlare prima che ciò avvenga, per rassicurarlo, soprattutto sul figlio che non vede da quando è stato arrestato, che   é stato invece trasferito in una casa famiglia di zona.
Una volta di fronte all'uomo, il suo cuore perde un battito, non sa nemmeno lei spiegarsi come ciò possa essere possibile, lei che ha sempre mantenuto la distanza dagli uomini, se non per delle relazioni occasionali, adesso si sente come una ragazzina per un perfetto sconosciuto, ma si convince che sia solo perché è preoccupata per lui. Lei prende sempre a cuore i suoi casi e ci mette il massimo impegno per risolverli.
Il fatto che Robin sia un uomo attraente e affascinante non c'entra nulla.
Ed é con questa convinzione che lo saluta mantenendo tutta la sua compostezza e freddezza, non è di certo una persona che fa trasparire le sue emozioni così facilmente e con qualcuno che nemmeno conosce, come le dice giustamente Emma, con gli sconosciuti é una perfetta regina cattiva.
«Buongiorno avvocato, grazie per volermi aiutare, prima vorrei avere notizie di mio figlio se è possibile.» la prima cosa che Robin chiede alla donna davanti a sé é di suo figlio, é preoccupato, non gli hanno permesso nemmeno di chiamarlo e sentire la sua voce, rassicurarlo che suo papà sta bene. Ha paura che adesso si senta solo, spaesato, spaventato e triste, ha paura che pensi che il suo papà lo abbia abbandonato, quando gli promise che non l'avrebbe mai fatto, che per lui ci sarebbe sempre stato, ora non sta mantenendo la sua parola e lui é un uomo che la  mantiene sempre.
«Buongiorno! Sta bene, ho sentito la casa famiglia in cui è stato portato proprio questa mattina prima di venire da lei, nonostante non abbia capito cosa sia successo e abbia chiesto di lei, é tranquillo. Ho avuto il permesso per farglielo sentire.... Prima però deve rispondere alle mie domande in tutta onestà, se non sarà sincero con me e io lo verrò a sapere, perché si fidi che lo verrò a sapere, non sarò più il suo avvocato.» risponde prontamente Regina, rassicurando l'uomo, ha capito che è molto legato a suo figlio e dalle piccole indagini che ha svolto su di lui, ha scoperto che è vedovo da ben 3 anni, sua moglie é morta per una grave malattia, da allora per riuscire a mantenersi ha commesso dei furti, ma anche da ragazzo spesso si è cacciato nei guai per il medesimo problema.
Robin si ritrova ad annuire, ora che sa che il suo bambino, nonostante non stia con lui, é sereno può concentrarsi su sé stesso, prima di tutto viene il bene di Roland e poi tutto il resto.
Ora finalmente si accorge della donna che ha di fronte, gli hanno detto che è il miglior avvocato in circolazione, che ha risolto molti casi brillantemente, ma non è solo per questo motivo che l'ha scelta come suo legale. Ora che la vede bene per la prima volta, capisce che si è affidato a lei perché anche se cerca di nascondersi dietro una maschera di donna forte e incline a mostrare solo il suo lato da dura, in realtà é una persona molto sensibile e l'ha colto dal suo tono di voce quando gli ha riferito di aver chiamato personalmente la casa famiglia per avere notizie di Roland, non era tenuta a farlo e questo dimostra ancora di più la sua teoria. Riesce a inquadrare bene le persone, per il "lavoro" che fa deve poterlo saper fare.
«Avevo progettato la rapina da settimane, prima di ogni colpo studio i negozi, le abitudine dei proprietari in modo da non fallire, quindi avevo come al solito studiato tutto nel dettaglio... Sono arrivato al nel negozio verso le sei del mattino, sapendo che il quartiere a quell'ora è ancora deserto e che il proprietario non ci sarebbe stato, visto che abita dall'altra parte della città. Una volta entrato ho trovato il locale già devastato e il proprietario in una pozza di sangue, ho avuto paura e non sapevo se scappare o chiamare per far scoprire il corpo, ma é arrivata la polizia prima che io prendessi una decisione, trovandomi lì hanno pensato subito che centrassi io.» risponde in modo sincero come gli è stato chiesto di fare, non tralasciando il minimo dettaglio.
«Le credo, ha toccato il corpo o qualsiasi cosa all'interno del negozio che possa far ricadere ulteriormente i sospetti su di lei?» chiede l'avvocato Mills, dopo aver fatto parlare l'uomo sulla dinamica.
«Si il bancone del negozio per sorreggermi quando ho visto il corpo dell'uomo, inoltre purtroppo ho sporcato le scarpe con del sangue sul pavimento.» pensando e rivivendo attentamente nella sua mente il fatidico momento.
Regina questo ovviamente lo sa già, ma ha voluto un ulteriore prova della sua sincerità.
«Bene, noto che lei è sincero, ero già a conoscenza di questi dettagli e ho voluto metterla alla prova.»
Robin all'affermazione della donna si ritrova a sorridere.
Regina gli rivolge qualche altra domanda per capire meglio la dinamica, per poter pensare a una difesa degna di chiamarsi tale e poi prende il numero della casa famiglia per fargli sentire il figlio come promesso.
L'uomo non appena sente la voce del figlio dall'altra parte del telefono è quasi commosso e ciò non sfugge a Regina, la quale capisce subito che è un padre sensibile e che ama profondamente suo figlio, nonostante come abbia deciso di condurre la sua vita. Si chiede infatti come mai non si sia trovato un lavoro onesto e pulito invece di fare il fuorilegge, si chiede come mai non abbia pensato al fatto che prima o poi gli avrebbero potuto togliere il figlio. Forse lei in questo ha sempre avuto una vita fin troppo perfetta, non ha mai avuto problemi economici, nemmeno quando è diventata adulta, quindi non può capire, ma è del parere che c'è sempre un'altra scelta e che sta alle persone decidere da che parte schierarsi. Robin sarà sicuramente innocente per l'omicidio, ma è pur sempre un ladro e su questo non può di certo aiutarlo, a meno che lui non decida di smettere di condurre questa vita e metta la testa a posto.
«Dimostrerò che lei è innocente; ma non so se posso aiutarla a riavere anche suo figlio con sé, i servizi sociali sono stati avvertiti come ben saprà e sanno che lei è un fuorilegge, quindi anche se io dimostro la sua innocenza, non potrò fare altro... a meno che...» vuole essere chiara con lui, anche se crede da come l'abbia sentito parlare con il figlio che sappia che non si rivedranno tanto presto.
«A meno che non dimostri di voler cambiare e mi trovi un lavoro onesto» interrompe l'avvocato Mills, prima che sia lei a dirgli la verità, a buttargli in faccia la verità sulla sua sorte. Quando ha sentito suo figlio ha provato gioia, un mix di sentimenti così forti da non riuscire a spiegargli, ha sentito il cuore scoppiargli nel petto, ma ha anche provato dolore, sapendo che non l'avrebbe potuto rivedere e abbracciare.
Regina annuisce e lo guarda, in attesa che lui continui a parlare, sa che sta aggiungendo altro, lo vede dal modo in cui la guarda.
«Ho provato a cambiare per mio figlio, ma non è facile... ho mandato non so quanti curriculum, sono laureato sa? Ma ho anche 42 anni e nessuno mi assume più. Sono un architetto, per anni ho lavorato nel mio ambito, ero felice, poi la mia azienda dopo tanti anni è fallita e io mi sono ritrovato solo, vedovo, con mio figlio da crescere e senza soldi. Non mi sono arreso, l'ho fatto per mio figlio, ma le persone mi continuavano a ripetere che fossi troppo vecchio per lavorare, di fare spazio ai neolaureati che avevano idee innovative. Ho iniziato a rubare per far sì che Roland potesse avere una vita dignitosa, sapevo farlo perché da ragazzo avevo già infranto la legge e pagato i miei errori, ho solo voluto far soldi facili per la mia famiglia, per Roland.» si trova a sfogarsi come non ha mai fatto con nessuno, non sa perché lo stia facendo proprio con la donna che ha in mano il suo destino, o forse proprio per questo si sente così a suo agio con lei, perché sa che può aiutarlo e forse anche capirlo.
«Lo capisco, so quanto sia difficile trovare lavoro... e con un lavoro in nero, si prende una miseria per potersi mantenere, figuriamoci con un figlio a carico... » si trova a capirlo, adesso che lui si è sfogato riesce meglio a capire come si possa essere sentito, lei non avrebbe mai infranto la legge, piuttosto sarebbe morta di fame, ma non può che essere solidale con lui, con l'uomo che si è dimostrato ancora una volta attaccato al figlio, al suo bambino che ama più di se stesso e si capisce perfettamente quando parla di lui.
«Posso aiutarla Robin, ma lei mi deve promettere che smetterà di rubare. So che non è facile trovare un lavoro per arrivare a fine mese, ma cercherò di fare il possibile affinché ciò avvenga e se lei mi assicura che righerà dritto, farò in modo che lei possa usufruire dei buoni famiglia, a maggior ragione che lei è un padre single potrebbe rientrarci. Prima però deve trovare un lavoro onesto.» ha preso a cuore il suo caso, non è da lei lasciarsi coinvolgere così emotivamente, ma il discorso dell'uomo l'ha toccata nel profondo, non ha mai visto una persona così legata alla famiglia, così di buon cuore, da mettere gli altri al primo posto. Non ha mai rubato per fare soldi facili o scappare lontano e vivere la vita alla grande, l'ha fatto per suo figlio, la sua unica ragione di vita. Lei che non può averne di suoi, nonostante abbia Henry che considera come tale, sente ogni volta un malessere interiore che non riesce a spiegarsi, che non riesce ad attenuare, lei desidera fortemente avere un figlio suo, questo la porta a coinvolgersi in modo poco appropriato verso Robin e suo figlio, vuole che quei due possano riunirsi.
«Grazie, non era tenuta a farlo, grazie. Una volta che questa storia dell'omicidio sarà chiarita voglio diventare una persona migliore, per mio figlio, non merita di vivere in quella casa famiglia, non merita un padre come me»
«Non dica così... non la sto giustificando, perché rubare resta un reato, ma sicuramente non l'ha fatto perché vuole male al suo bambino, piuttosto il contrario.»
L'uomo le sorride e le prende delicatamente la mano che la donna tiene sulla scrivania. Istintivamente Regina vorrebbe ritirarla, non permette mai un contatto con i suoi clienti, con gli sconosciuti e ancora meglio dire un contatto con chiunque, non è mai stata una persona affettuosa; ma in questo caso non lo fa, la stretta di Robin è calda, sicura, sincera e non trova il coraggio di spostarsi.
Robin dal canto suo, ha preso la mano della donna quasi senza pensare alle conseguenze ed é lui a ritirarla per primo quando si rende conto della gaffe che ha fatto, diventando leggermente rosso in viso, non è da lui essere così istintivo, ma la donna che ha di fronte a sé gli trasmette stabilità, sicurezza, come non gli accadeva da tempo, solo con sua moglie Marian si era sentito così. É vero, quello di essere gentile e aiutare i suoi clienti fa parte del suo essere avvocato, ma Robin sa che non è solo questo, ha avvertito da subito una sintonia con Regina che non riesce ancora adesso a spiegarsi.
Si scusa per averle stretto la mano e Regina si limita a scrollare le spalle, intimidita anche lei dal gesto, non sa spiegarsi bene nemmeno cosa abbia provato, ma sicuramente una sensazione mai provata prima, un qualcosa di indescrivibile, piacevole e capisce che è il momento di ricomporsi e tornare ad essere l'avvocato impeccabile e tutta d'un pezzo che è sempre stata, senza farsi trasportare dai sentimentalismi.
«Stanotte dovrà purtroppo essere trasferito in carcere, ma provvederò quanto prima a farla uscire da lì e mandarla ai domiciliari, ci vediamo nei prossimi giorni.» stringe la mano al suo assistito tornando ad essere l'avvocato Mills, non più Regina.
L'uomo si ritrova ad annuire e stringerle la mano a sua volta.

There's no storm we can't out run, we will always find the sunWhere stories live. Discover now