Capitolo sedici

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Capitolo sedici

Dal giorno dell'incontro il piccolo Henry e Neal hanno avuto modo di vedersi altre volte, passando del tempo insieme, a volte nello studio di Regina, altre volte in casa. Hanno spiegato al bambino che al momento Neal, non può accompagnarlo a scuola, andarlo a riprendere o portarlo in giro per la città, a causa del suo lavoro, sta svolgendo un lavoro sotto copertura e non può farsi vedere. É una piccola bugia, ma a fin di bene, hanno ritenuto che fosse troppo piccolo per comprendere fino in fondo la verità, che fosse troppo piccolo per capire i traffici illeciti di Gold, poi l'hanno voluto proteggere da una verità così sconvolgente per un bambino di 4 anni. Henry sembra aver capito e si accontenta, pur di passare del tempo insieme a lui, di vederlo in casa o in ufficio di Regina. I due poi, non hanno bisogno di grandi spazi per divertirsi insieme. Neal é un papà presente e attento, nonostante non ci sia stato per i primi quattro anni di vita del piccolo e sta cercando di rimediare alla sua assenza, ha già comprato a suo figlio diverso giochi, avendo con Emma, in tal proposito qualche discussione, non vuole che lo vizi.
Il caso Gold, dopo la morte di Will Scarlett, ha subito una piega del tutto inaspettata. Gli agenti hanno scoperto che l'uomo, innamorato di Belle French, é stato ucciso dallo stesso Gold, avendo scoperto la relazione con la sua donna, non autorizzata dal trafficante. Scarlett, mandato da Gold a controllare la sua donna, si è perdutamente innamorato di lei, della sua dolcezza, del suo modo gentile di fare, che ha pensato di mollare tutto per stare vicino a Belle in modo onesto e pulito, di crescere insieme a lei il bambino che porta in grembo, ma non ha fatto in tempo a realizzare questi buoni principi. Il signore oscuro, ha aspettato che l'uomo fosse in casa per aggredirlo alle spalle, lasciandolo a terra privo di vita. L'ha trovato Belle stessa, qualche ora dopo, preoccupa del fatto che il giovane non si fosse presentato al loro appuntamento.
Qualche giorno dopo il ritrovamento del corpo di Scarlett, Belle é scomparsa a sua volta, non lasciando tracce di sé, non potendo lasciare la città, si pensa a un rapimento da parte di Gold, per averla nuovamente vicino a sé.
Gli inquirenti si rendono conto, che Gold sta sempre un passo avanti a loro, quando pensano di riuscire a incastrarlo, lui ha già individuato le loro mosse e li precede. Non riescono a venirne a capo, ma non vogliono nemmeno arrendersi, soprattutto ora che è stata coinvolta un'altra vittima innocente con il suo bambino, che non può subirne le conseguenze.
Nonostante quella sera sia il suo giorno di riposo, Emma ha deciso di rimanere a casa per lavorare al caso Gold, riesce nella calma della sua stanza a elaborare nuove strategie. Killian é uscito con degli amici, per una rimpatriata che fa ogni mese. Emma non ha voluto che lui rinunciasse solo per lei.
Sono ore che é sommersa da carte sul caso Gold, ed ora ha decisamente la testa che le scoppia, ha mangiato pochissimo avendo lo stomaco quasi completamente chiuso, ma ora oltre ad avere un forte mal di testa, ha anche molta fame.
Scende in cucina, dove ci sono Regina, David e Mary Margaret che parlano animatamente. La ragazza ha come la sensazione che stiamo discutendo di qualcosa di molto importante, si sofferma in salotto, per capire che cosa stia succedendo, non ha mai visto quei tre così agitati, soprattutto a discutere tra loro. Incuriosita, cerca di sentire al meglio ciò che stanno dicendo, avvicinandosi senza farsi sentire.
«Pensi che non gliela voglia dirle la verità? Lo voglio fare... Ma... Ho bisogno di tempo» Regina alza leggermente il tono della voce alterata, non é facile dire alla propria figlia di averla abbandonata e poi, ogni volta che trova il coraggio per farlo, succede sempre qualcosa. E come se non bastasse, la paura predomina in lei, non vuole perderla, non di nuovo. In quei quattro anni che ha avuto modo di vederla crescere, maturare, diventare una donna brillante, bella e intelligente, ha avuto modo di starle accanto come amica, non vuole perderla, non vuole subire il suo odio.
«Tempo Regina? Sono passati quattro anni, quando hai intenzione di dirle che sei sua madre?» ribatte Mary Margaret decisa, non vuole più mantenere quel segreto. Non è lei che deve dirglielo, ma sembra che Regina non le lasci altra scelta.
«Avrà un fratellastro, credo che ha tutto il diritto di saperlo.» continua a parlare Mary rivolta alla sua amica vedendo che lei non risponde, ha appena comunicato, a Regina,  di essere incinta finalmente, ha sempre desiderato diventare mamma e ora questo suo desiderio é divenuto realtà,  l'ha scoperto qualche giorno fa, ed ora crede che sia giusto che Emma sappia la verità.
Emma che è ancora nascosta in salotto, improvvisamente sente mancarle l'aria. Le parole delle due donne risuonano nella testa della ragazza, come un martello pneumatico, che non la vuole lasciare stare: "sono passati quattro anni, quando hai intenzione di dirle che sei sua madre?" e "avrà un fratellastro". Lei é arrivata a casa Mills quattro anni fa, quindi ciò vuol dire che inevitabilmente stanno parlando di lei, è a lei che stanno nascondendo la verità. Ed ormai, per Emma cosa le stanno nascondendo é chiaro.
Come una furia, senza pensarci ulteriormente, tanta è la rabbia, la delusione e la tristezza che prova in quel preciso istante, che non risponde più delle sue azioni, entra in cucina. Il dolore e la rabbia  hanno preso il sopravvento sulla razionalità, sulla sua lucidità, quelli che credeva suoi amici, che considerava come di famiglia, l'hanno presa in giro per anni, non solo... Sono coloro che l'hanno abbandonata alla nascita, facendolo condurre i primi 14 anni della sua vita come un'orfana, come spazzatura che non serve a nessuno. Come un essere insignificante che non merita un briciolo d'amore. Hanno spezzato la sua infanzia, rendendola adulta prima del tempo.
«Dobbiamo dirglielo.» a dire ciò è David, proprio in quel momento, Emma fa il suo ingresso in cucina, facendo sbiancare i presenti nella stanza. In particolare modo David e Regina.
«Dirmi cosa?» chiede, ormai vuole sentirselo dire, ormai ha bisogno di sentirselo dire.
«Emma...» prova a dire Regina, ma non sa nemmeno lei che cosa vuole dirle davvero, dalla sua espressione del viso ha capito che sa tutto, che ha sentito tutto, non sono salvi, non ha sentito solo l'ultima affermazione di David. Sa la verità, l'ha scoperta in questo modo ignobile e lei non voleva che la venisse a scoprire così, nel peggiore dei modi possibile.
«No, stai zitta. Come era... aspetta... Dire la verità a qualunque costo, non eri tu che professavi tanta saggezza? E dove hai tenuto la tua schifosa saggezza per questi quattro anni? Cosa aspettavi a dirmi che sei mia madre? Cosa aspettavi a dirmi che sei la stronza che mi ha gettato via? Cosa? Mi fai schifo.» le urla in faccia, non vuole sentire le sue giustificazioni, non vuole essere presa nuovamente in giro, non vuole ascoltare una sola parola di ciò che ha da dirle. Ha capito tutto fin troppo bene, non è difficile intuire chi sia suo padre, ovviamente David, il quale per anni é stato iperprotettivo e apprensivo come solo un padre sa fare. Lei, lei ingenua non si è accorta di niente, ha pensato solo che le volesse molto bene, come un amico, uno di famiglia. Non è mai arrivata a collegare che, Regina e David hanno avuto una relazione, una notte di sesso, qualsiasi cosa abbiano fatto, ma sicuramente la seconda ipotesi, in cui è nata lei e i due poi hanno deciso bene di lasciarla, visto l'errore commesso.
Ed ora che sa la verità si sente ancora più svuotata, ancora più ferita, arrabbiata. Di tutte le motivazioni che ha pensato nel corso della sua vita per cercare di comprendere o quanto meno accettare il comportamento dei suoi genitori, un motivo così squallido non l'aveva nemmeno sfiorata. Come fa a perdonarli? Non solo l'hanno abbandonata, le hanno anche mentito per quattro anni...
«Aspetta Emma...» prova a fermarla Mary Margaret, pensa che forse a lei può ascoltare. Inoltre interviene lei, perché Regina é in lacrime.
Regina Mills sta piangendo per la prima volta davanti ad altre persone, non ha pianto nemmeno al funerale di Daniel, per non mostrarsi debole, l'ha sempre fatto nel buio della sua stanza. Ora, ora é diverso, sta perdendo la cosa più preziosa della sua vita. Sua figlia. Ha sbagliato tutto con lei. Ha sbagliato ad abbandonarla, ha sbagliato a non dirle la verità quando ha deciso di aiutarla e farla entrare nella sua vita. E ora l'ha persa, l'ha persa come immaginava e un dolore così grande, non è facile da sopportare. Emma é la sua bambina e si sente come se la stesse abbandonando di nuovo.
«No, lasciami e sta zitta anche tu, non sei diversa da loro due. Sapevi la verità e non mi hai detto una sola parola. Ma che razza di amica sei? Amica, poi... tze... Qui nessuno é mai stato mio amico.» allontana con uno strattone la mano che Mary Margaret ha messo sul suo braccio per fermarla.
Mary la guarda uscire senza provare a fare altro, David é al centro tra le due donne e non riesce a dire una parola, non sa se andare da Emma, non sa se è giusto che consoli Regina o se abbracciare sua moglie, la quale é molto tesa a sua volta. Non sa che cosa dire e che cosa fare, non riesce nemmeno a muoversi di un solo centimetro, ha come i piedi bloccati al pavimento, quasi fosse sotto incantesimo. É pallido in volto e sente un dolore al centro del petto, come se il suo cuore si stesse spezzando in tanti piccoli pezzi.
Nello stesso modo in cui è entrata, Emma esce dalla cucina, non ha intenzione di fermarsi un minuto di più in quella casa, con persone bugiarde, che l'hanno ingannata per anni, di cui lei stupidamente si è fidata. Vorrebbe piangere, ma non vuole mostrare le sue debolezze, non vuole far vedere ai tre che è una debole e così trattiene le lacrime. Prende la valigia e ci inizia a infilare le sue cose e quelle di Henry, senza un ordine preciso, non ha tempo di essere curata e precisa, deve scappare da quella casa, si sta sentendo male, si sente soffocare.
Sveglia Henry, il quale la guarda confuso, non riesce a capire perché la sua mamma lo stia svegliando, é già ora di andare a scuola forse...
«Amore, stiamo andando sulla Jolly Roger di Killian, okay? Vieni.» lo prende in braccio affinché il bambino possa appisolarsi nuovamente sulla sua spalla.
Il bambino ha solo capito Jolly Roger e Killian e per lui va bene così, ha troppo sonno per capire cosa effettivamente stia succedendo e una volta appoggiato alla spalla della sua mamma, é quasi di nuovo nel mondo dei sogni.
Una volta che è di nuovo al piano inferiore, Regina, David e Mary Margaret sono ad attenderla in salotto.
«Emma, ma dove stai andando? É buio fuori e poi dove vai a passare la notte...» le prova a dire Regina, cercando di farla ragionare, vuole parlare con lei, chiarire, spiegarle. Non può finire così tra loro, non può gettare tutto all'aria, sono una famiglia, anche se lei ha commesso tanti errori. Non è disposta a perderla.
«Dall'unica persona di cui mi posso fidare, perché qui dentro vedo solo dei bugiardi. E non fare finta di essere preoccupata per me, dove eri quando da piccola piangevo di notte perché volevo la mia mamma? Dove eri quando stavo male e mi sentivo sola? Dove eri quando le famiglie affidatarie mi rimandavano indietro perché non mi voleva con loro? Dove eri?» le urla contro tutta la sua rabbia, se solo le rivolge ancora una volta la parola, potrebbe non rispondere più delle sue azioni, preferisce uscire.
David prova a intervenire a sua volta, ma Emma lo fulmina con lo sguardo prima che possa prova a fare o dire qualsiasi cosa.
Esce sbattendo la porta e a gran velocità entra dentro al suo maggiolino. Sta ben attenta a non far svegliare Henry, mettendolo sdraiato nei sedili posteriori e parte.
Solo quando è a metà strada, si accorge che non ha avvisato Killian, tanto é la rabbia e la voglia di andare via da quella casa. Sono le undici di sera, sa che sicuramente é ancora sveglio, ma non sa se è rientrato dalla serata con i suoi amici, decide di non disturbarlo e mandargli un sms. Se è ancora fuori lo aspetta in macchina.
"Sei sveglio? O sei ancora fuori con i tuoi amici?"
"Sono sveglio, ma non sono con i miei amici sono rientrato da cinque minuti e volevo giusto chiamarti."
"Bene, perché io e Henry stiamo arrivando da te"
Il giovane nota subito dal suo modo di scrivere che c'è qualcosa che non va, non può sentire la sua voce, ma ormai riconosce in lei ogni sorta di preoccupazione, anche se tramite un messaggio. Il fatto poi che Henry sia con lei, la dice lunga.
"Vi aspetto" risponde, non vuole certo lasciarla in macchina la freddo, con Henry che sicuramente sta dormendo. Avrà modo di capire che cosa sia successo quando sarà sulla nave.
Killian decide di aspettare al parcheggio Emma, il piccolino sicuramente starà dormendo e vuole aiutarla a portarlo sulla nave senza svegliarlo.
La ragazza parcheggia la macchina e lo vede, le va incontro aprendole lo sportello e subito si precipita verso quelli posteriori per prendere il piccolo e metterselo in braccio.
Emma ha il viso teso, arrabbiato e nota gli occhi rossi di chi ha appena finito di piangere, tanto che alcune lacrime ancora scendono a bagnarle le guance e non può non notare la valigia.
«Porto Henry nella mia stanza» gli dice una volta che sono sulla Jolly Roger. Emma per tutto il tragitto dal parcheggio alla nave non ha detto una sola parola, si è limitata a trascinarsi dietro la valigia, molto apaticamente, assorta nei suoi pensieri. Non riesce a darsi pace, non riesce a smettere di pensare al fatto che Regina e David siano i suoi genitori, non riesce a smettere di pensare al fatto che si è fidata di loro, che invece l'hanno riempita di bugie.
«Si, se non ti dispiace io dormo con lui, sarà strano al suo risveglio trovarsi qui, almeno lo rassicuro e vedendomi si sentirà meno spaesato.» è la prima parola che dice.
Il pirata annuisce, ovvio che Emma deve dormire con suo figlio, non può lasciarlo solo.
Emma lo segue nella camera e copre Henry attentamente, per poi dargli un bacio. Dorme sereno e rilassato, per fortuna non si è accorto di ciò che è successo, ma sa che dovrà dirgli la verità, sa che lui si chiederà il motivo per cui non tornano a casa. Non è facile però dire a un bambino di quattro anni che Regina è sua nonna, che per quattro anni della sua vita gli ha mentito spudoratamente. Non vuole ferire anche lui, non vuole che scopra le bugie che quei due per anni hanno propinato a entrambi.
Silenziosamente a quei pensieri, le lacrime tornano a rigarle il viso.
Killian se ne accorge e la stringe forte a sé, portandola al piano superiore. Emma come un sacco di patate, lo segue. Il giovane la porta sul divano e l'abbraccia nuovamente, lasciando che lei si sfoghi. Emma appoggia la testa alla sua spalla e si lascia andare a un pianto disperato, lasciando spazio alle lacrime e ai singhiozzi di liberarsi e sfogarsi. Si è trattenuta fin troppo, non riesce più ora a nascondere il suo dolore.
Non sa nemmeno lei per quanto tempo è rimasta a piangere tra le braccia del suo ragazzo, quando si riprende un pochino, alza lo sguardo su di lui e incrocia per la prima volta da quando è arrivata i suoi occhi azzurri. Si accorge subito dopo di avergli anche bagnato la camicia ed essendo anche un po' truccata, è sporca di mascara.
«Scusa.. Sono arrivata così senza preavviso, ti ho sporcato la camicia... Sono pessima.» gli dice, quasi sul punto di rimettersi a piangere, ma Killian sa che non è per il fatto che gli abbia sporcato la camicia. Non è da lei preoccuparsi per queste cose futili, lei è sconvolta per altro, ma non sa ancora per cosa.
«Love, ma che ti importa della camicia. Tu, piuttosto dimmi cos'è successo.» accarezzandole la guancia e cercando di eliminare le ultime tracce di lacrime dal suo volto.
«Ho scoperto chi sono i miei genitori. Regina e David.»
«Cosa?» non riesce a credere alle sue orecchie, è sconvolto lui, immagina quanto possa esserlo Emma. I suoi sospetti su David allora erano fondati e si pente di non averlo detto a Emma, in questo modo forse le avrebbe risparmiato un dolore così grande.
La ragazza gli racconta ogni cosa, di tutta la conversazione che ha sentito non tralasciando nessun dettaglio, nemmeno che Mary Margaret è incinta, anche perché quella è la ciliegina sulla torta. Ora ha un fratellastro da parte di suo padre. Suo padre, non riesce proprio a immaginassi David come suo padre, l'uomo che per anni è stato al suo fianco come un fedele amico. Tanto meno riesce a immaginare Regina come sua mamma, la donna che l'ha accolta in casa sua, che per anni ha considerato la sua migliore amica, la sua confidente, la sua spalla su cui piangere. Lei che ha sempre creduto che fosse l'unica in grado di capirla, invece è colei che l'ha abbandonata e poi, l'ha ripresa pensando di comportarsi come se nulla fosse accaduto, nascondendole una parte fondamentale della sua vita, nascondendole una verità così grande. Ha sempre creduto che fosse l'unica che l'avesse accolta nella sua vita senza chiedere niente in cambio, ma qualcosa in cambio invece la voleva eccome, voleva far parte della sua vita tacendo la sua vera identità.
È vero, lei quattro anni fa era una ribelle, era arrabbiata con il mondo, sola e incinta di Henry, ma ciò non toglie che avrebbe potuto accettare la verità se gliela avessero detta.
«Provo rabbia, dolore, tristezza. Mi sento ingannata da coloro che reputavo famiglia, gli unici che avevo potuto dopo anni chiamare come tali... Invece mi hanno mentito. Mi hanno taciuto la verità, oltre ad essere coloro che mi hanno fatto crescere da sola. Che dovrei fare adesso? Perché ti giuro che io non lo so... Voglio solo urlare, spaccare tutto. Ciò che è certo è che non li perdonerò mai.»
«Swan, sei sconvolta è normale, ma io invece credo che tu debba parlare con loro. Calmati, prenditi il tempo che ti serve, ma parla con loro.»
«Il problema è che non ho niente da dirgli, o meglio ho solo parole cattive.»
«Ma sono comunque persone a cui hai voluto bene per anni, parlare è sempre la soluzione lo sai?» prova a farla ragionare, ma è ancora troppo sconvolta per farlo e se ne accorge immediatamente, la sente irrigidirsi e contrarre la mascella.
«Sono stanca. Se non ti dispiace andrei a dormire.» chiaro segno che sta scappando dalla conversazione, che non vuole più parlarne. È tipico di lei, davanti alle difficoltà scappa.
Killian non vuole insistere oltre, così annuisce e insieme a lei tornano nuovamente sotto coperta. È ancora tesa e nervosa, così si offre di dormire accanto a lei, abbracciarla per rassicurarla. Se in un primo momento pensa di rifiutare, poi decide di lasciarsi coccolare dal suo uomo, magari forse in questo modo riesce a chiudere per qualche ora gli occhi e rilassarsi.
Si stende accanto a Henry, in mezzo tra il piccolo e Killian e lascia che quest'ultimo le accarezzi i capelli e la schiena, chiudendo finalmente gli occhi, ma senza riuscire però a spegnere il flusso dei suoi pensieri.
Ben presto, Killian dorme e lei, ancora non è riuscita a farsi catturare da Morfeo, che a quanto pare oggi è andato in sciopero per quanto la riguarda.

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