Capitolo tre

606 23 9
                                    

Capitolo tre

Finalmente dopo una settimana, Regina é riuscita ad ottenere i domiciliari per Robin e grazie all'aiuto di Killian a trovare per lui un lavoro onesto, come istruttore di tiro con l'arco in un centro diurno per soggetti con disabilità, ed è stato anche per questo che è riuscita a concedere all'uomo i domiciliari perché sconterà la sua pena svolgendo un lavoro socialmente utile.
Non solo, in una settimana la vita di Regina é totalmente scombussolata, si è lasciata convincere da Emma e poi da Henry, il quale ci ha messo il carico da tredici, a ospitare Robin con suo figlio Roland in casa loro, visto che ha una piccola dependance in giardino con bagno privato. Non avrebbe mai voluto accettare, perché sa che non è eticamente corretto, certo ha già ottenuto i domiciliari e sa che a breve lo scagionerà del tutto, perché ha prove raccolte sulla sua innocenza, ma non è da lei ospitare in casa un suo assistito. Non sa spiegarsi come mai Robin invece da subito é stato diverso, non è mai stato solo un semplice caso da risolvere, gli ha dato da pensare, da riflettere, l'ha coinvolta in prima persona e più di una volta si è ritrovata a pensare all'uomo senza rendersene conto.
Ha passato molto tempo in casa famiglia con il piccolo Roland e l'ha portato anche a conoscere Henry, infatti hanno giocato insieme qualche pomeriggio, rendendosi conto che in poco tempo si è affezionata in modo incredibile al piccolo.
Emma non ha fatto altro che punzecchiarla per questa sua bontà, ma felice che finalmente la sua amica si stia aprendo, felice che abbia incrociato Robin nella sua strada. Gli ha detto chiaramente "é ora che ti trovi un uomo Regina". Ora che è davanti al carcere, con la manina di Roland tra le sue, si ritrova a pensare che Robin é proprio il suo tipo e che Emma abbia dannatamente ragione.
Allontana subito quei pensieri, non può permettersi un uomo, non ha bisogno di un uomo nella sua vita per essere migliore e continua a ripeterselo, finché non vede uscire Robin dal carcere.
Roland lascia la sua mano e corre verso il papà, Robin lo accoglie tra le sue forti braccia e lo bacia sulla guancia con amore, é una scena così dolce, che Regina sente il cuore scoppiarle nel cuore, ma ancora una volta allontana i pensieri che le hanno occupato la mente, deve smettere di pensare a Robin in quel senso. Lui è il suo assistito, é un bell'uomo, ma nulla di più di ciò, non potrà mai diventare niente di più di questo, lo ospiterà solo per gentilezza e perché al momento non ha un posto dove andare e non può tornare nell'accampamento dove stava prima o il giudice porterà nuovamente Roland in casa famiglia; si continua a ripetere che lo fa solo per il bambino e perché si è ripromessa di aiutare l'uomo.
Robin si avvicina alla donna con ancora in braccio il piccolo Roland e le sorride felice.
«Grazie, davvero! Anche per l'ospitalità»
Regina si ritrova a sorridere a sua volta e scrollare le spalle, facendogli segno di seguirla in macchina.
Per tutto il tragitto verso casa Mills é solo Roland a parlare e raccontare al papà cosa ha fatto nel posto in cui è stato, di come Regina è andato a trovarlo, gli racconta di Henry, di come si è divertito a giocare con lui e Robin lo ascolta felice, non aggiungendo altro perché è bellissimo sentirlo così entusiasta, capire che nonostante la sua assenza é rimasto il bambino spensierato e allegro che è sempre stato, é felice che lui non abbia capito realmente cosa sia successo, é felice che non si sia sentito abbandonato ed é felice che al suo fianco ci sia stata Regina. Si, é felice. Ha subito capito che l'avvocato Mills fosse una donna molto sensibile e materna, é felice che sia stato al fianco del suo bambino e lo abbia protetto, immagina anche che non è una cosa che faccia con tutti e si domanda come mai abbia preso a cuore così il suo caso.
Non sa spiegarsi nemmeno com'è possibile che in carcere non ha fatto altro che pensare a lei, ogni giorno sperava che lei arrivasse con buone notizie, ma anche semplicemente per rivederla, per rivedere i suoi occhi profondi, duri ma dolci, le sue labbra da baciare... non ha smesso un attimo di pensare a lei e adesso che è al suo fianco, avverte sensazione che credeva per sempre assopite dalla morte di sua moglie. Avverte calore, calore famigliare, il suo cuore che batte e le famose farfalle allo stomaco si fanno sentire prepotenti, pur sapendo che tra loro forse, non potrà mai esserci nulla, lui è pur sempre il suo assistito e Regina non è una donna che lascia entrare nella sua vita il primo sconosciuto, a maggior ragione se c'é di mezzo il suo lavoro.
Una volta a casa Regina mostra ai due la loro dependance dandogli le chiavi.
«Finalmente siete arrivati» un Henry felice come non mai, giunge alle spalle di Regina per salutare il suo amico Roland.
«Mamma, invitiamo Roland e il suo papà per cena?» continua a parlare entusiasta e trovando subito l'appoggio di Roland, il quale guarda il suo papà negli occhi, supplicandolo attraverso di essi di accettare.
«Ehm, ma certo! Venite a cena da noi» li invita Regina, imbarazzata per quell'invito improvviso, non che non vuole averlo in casa, ma la situazione la imbarazza e non poco, al solo pensiero che dovrà vederlo girare per la sua cucina spesso la mette in agitazione e solo ora realizza davvero la cosa. Si ritrova a pensare che doveva mettere nella dependance anche l'uso cucina.
«Non so, se non è un disturbo...» prova a dire Robin, non vuole creare ulteriore disturbo a Regina, ha già fatto troppo per loro, si può arrangiare con qualcosa di semplice per quella sera, dovrà già entrare spesso in casa Mills per usare la cucina e almeno quella sera vuole evitare di stare tra i piedi.
«Ma quale disturbo, Regina cucina le migliori lasagne del mondo e sarà felice di farle assaggiare a te e al piccoletto. Piacere io sono Emma.» interviene la ragazza porgendo la mano per presentarsi a Robin, spuntando anche lei alle spalle di Regina, la quale si gira a fulminarla con lo sguardo.
«No infatti voi non disturbate di certo» alludendo che quella che sta sempre in mezzo é proprio la ragazza che ormai occupa la sua casa da anni e che ogni volta si mette in mezzo quando non deve. Emma capendo la frecciatina se la ride sotto i baffi e sottovoce ribatte: «Mi ringrazierai un giorno»
«Ti odio Swan» ribatte a sua volta. Emma se la ride ancora ed entra in casa.
Regina scuote la testa per poi fare strada verso casa ai due ospiti, per fortuna essendo una donna molto previdente aveva già pronta una teglia di lasagne e sono solo da scaldare nel forno. Mentre esse si scaldano, Robin si offre di apparecchiare e i bambini giocano in salotto con i giochi di Henry.
«Robin per quanto riguarda il lavoro inizierà lunedì, va bene per lei?» chiede Regina rivolta all'uomo, si è accordata lei stessa con la cooperativa senza consultarlo ma immagina che lui sia d'accordo, visto che se vuole tenere suo figlio con sé dovrà dimostrare di voler davvero cambiare.
«Ma io direi che visto che viviamo quasi nella stessa casa possiamo darci del tu? Comunque non vedo l'ora di iniziare, ho sempre amato tirare con l'arco e questo lavoro già mi piace» risponde allegro Robin, sperando di non essere sembrato troppo sfacciato nel proporre alla donna di allontanare le formalità, almeno in un luogo neutrale come quello che stanno condividendo.
«Direi che ci avete messo anche troppo a passare dal lei al tu» Emma che in quel momento spunta in cucina, esprime la sua opinione in merito ancora una volta, beccandosi l'ennesima occhiataccia da parte di Regina e facendola arrossire visibilmente.
«Swan, stasera non hai da fare proprio nulla? Non lavori?»
Emma scuote la testa divertita, no, non ha da lavorare é il suo giorno libero e non ha nemmeno voglia di uscire, le piace dedicarsi al suo Henry ed essere lei a raccontargli la storia della buonanotte, quindi la sera, anche quando é libera esce veramente di rado.
«Robin scusala, comunque va bene per il tu» risponde  ancora visibilmente rossa in viso, ma spera  l'uomo non si sia accorto del suo rossore improvviso alle guance, che non si sia accorto dell'effetto che le provoca. Ancora una volta scaccia quei pensieri dalla sua testa, dal suo cuore, da entrambi. Mente e cuore per la prima volta dicono la stessa cosa e lei non sa a che cosa aggrapparsi per rimanere lucida e composta, la perfetta regina cattiva, senza sentimenti ed emozioni.
«Non fa nulla, anzi si vede che avete un bellissimo rapporto, come vi siete conosciute?»
«Se te lo racconto poi dovrò cambiare casa, quindi non so se è il caso» risponde per prima la più giovane e ride.
«Swan stasera hai voglia di essere presa a schiaffi vero?» le sussurra a bassa voce e dandole una gomitata, sta davvero dando il meglio di sé quella sera e capisce che lo sta facendo per il suo bene, ma non vuole ancora ammettere di provare qualcosa per Robin e forse mai lo ammetterà.
«Emma aveva 14 anni e era incinta di Henry, io... Sono stata il suo avvocato per tirarla fuori dal carcere per dei piccoli furti e per essere scappata dalla casa famiglia, l'ho accolta in casa mia e le sono stata vicino durante la gravidanza, ed eccoci qui... Henry é come se fosse anche mio figlio.» cerca di spiegare brevemente, senza entrare nei dettagli, non ha voglia di dire a un estraneo che non potrà avere figli, e poi in fondo non è da lei vantarsi per i suoi gesti, ma non è facile nascondere quanto in realtà tenga ad Henry. É tutto per lei quel bambino anche se non è suo, ma anche Emma é sempre stata presente, é la sua più cara amica nonostante la differenza di età che c'é tra loro, non riuscirebbe più a immaginare la sua vita senza quei due, tanto meno la sua casa senza Henny e Emma, anche se senza dubbio tornerebbe ad essere ordinata e silenziosa, ma lei si è abituata al rumore e ad avere giochi sparsi per l'intero salotto e non solo.
«In realtà Regina é modesta, io non volevo tenere Henry, doveva adottarlo lei una volta nato, ma ho cambiato idea quando l'ho tenuto in braccio per la prima volta, ma nonostante questo lei l'ha cresciuto come se fosse davvero suo e ha aiutato anche me, io e Henry senza di lei non so come avremmo fatto.» continua Emma, facendo arrossire nuovamente la sua amica.
Robin nel sentirle raccontare sorride felice, é bello il loro rapporto si vede, ma dal quel racconto si rende ancora di più conto di che persona meravigliosa sia Regina Mills, ormai non ha più dubbi a riguardo, non è certo la regina cattiva che cerca di cucirsi addosso.

There's no storm we can't out run, we will always find the sunWhere stories live. Discover now