Capitolo nove

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Capitolo nove

Ha dormito veramente poco, pensando costantemente a come chiedere un appuntamento a Killian, ma sinceramente niente di sensato ha sfiorato la sua la sua mente, non ha la minima idea di come chiedergli un appuntamento e si sente una perfetta cretina, anzi un'adolescente alle prese con la sua prima cotta e ha sempre voluto evitare tutto ciò, ed ora é la prima che si ritrova a pensare costantemente a lui, ad essere agitata perché non sa come chiedere un appuntamento.
Scende in cucina per prepararsi un caffè e incontra Regina, la quale ovviamente é già sveglia perché deve andare a lavoro e si alza sempre a quell'ora e insieme a lei c'è Henry, il quale si sta divorando i suoi pancake con latte e cioccolata.
«Swan già sveglia? Sei tornata alle 4 di notte, come minimo credevo che avresti dormito fino alle 14 di pomeriggio. Ti ricordi che stasera devi tenere Henry e Roland?»
«Si si, me lo ricordo Mills, il tuo appuntamento é salvo. Sono sveglia e in forma, nonostante io abbia dormito 3 ore.» dice tranquillizzando la sua amica, che sembra nervosa esattamente quanto lei per il suo appuntamento con Robin di quella sera.
«Mamma deve chiedere a Killian di uscire.» interviene Henry nella conversazione, facendo capire a Regina il motivo per cui cui la bionda é già sveglia.
«Ah ecco spiegato il motivo, il pirata ha finalmente fatto colpo eh.» ironizzando e facendo arrossire visibilmente Emma.
«Disse colei che esce con il fuorilegge questa sera a cena» ribattendo subito decisa.
«Touché» ridendo, ma felice che Emma finalmente si stia dando una possibilità.
Quante cose sono cambiate in poco tempo, in poche settimane entrambe hanno conosciuto qualcuno e hanno deciso di fidarsi nuovamente, quando prima nessuna delle due sarebbe stata in grado di farlo. Le cose cambiano é inevitabile, ma forse non sempre in negativo.
«Nervosa?» chiede Emma poco dopo, concentrandosi sulla sua amica.
«Si, tu?»
«Si, non so nemmeno cosa dirgli. Per quanto riguarda te, stasera ti aiuto a scegliere il vestito.» proponendosi di aiutarla, ben felice che la sua migliore amica finalmente esca con un uomo e felice che quest'uomo sia Robin, lo trova perfetto per lei.
«Tu invece vedrai che troverai le parole appena lo avrai davanti, sempre se servono.» ammiccando e facendo sì che la giovane arrossisca ancora una volta.
«Porto io Henry a scuola, poi vado direttamente in ospedale» dice sorvolando sull'ultima parte della conversazione, anche perché Regina ancora non sa che in realtà si sono già baciati, ben due volte e che vorrebbe farlo ancora, ancora e ancora. Il desiderio che ha delle labbra di Killian non riesce a placarlo, ma sa che deve, non é una stupida ragazzina con gli ormoni a mille e che non sa controllarli. Lei può benissimo controllare le sue emozioni.
Henry saluta Regina, per poi prendere lo zainetto e andare a scuola con Emma.

Arrivata davanti alla scuola di Henry, ha esitato più a lungo nel baciare suo figlio, quasi volesse fermare il tempo a quel preciso momento e non continuare la giornata, o meglio, non andare in ospedale da Killian. Improvvisamente sente che non sia più la scelta giusta, la sua mente le dice di allontanarsi, di scappare finché è in tempo, il suo cuore invece le dice di fare un respiro profondo, prendersi di coraggio e invitare il ragazzo a cena, ricordandogli delle bellissime sensazioni che ha provato stando al suo fianco.
«Mamma andrà tutto bene» gli dice il suo piccolo Henry, mentre la saluta con un bacio sulla guancia e dirigendosi a passo spedito verso i suoi compagni di classe e regalare loro un sorriso raggiante. Il suo piccolo ometto, che ha solo quattro anni ma è già molto maturo, é stato la sua luce in un momento di oscurità, ha saputo farla rinascere quando si sentiva persa, ha fatto breccia nel suo cuore quando ha incrociato per la prima volta i suoi occhi così simili ai suoi, quando la sua manina si è posizionata sul suo viso e lei ha avvertito per la prima volta cosa significasse amare, cosa significasse essere mamma. É bastato quel piccolo gesto a riaccendere in lei la speranza di potercela fare, di poter prendere in mano la sua vita e rimettere insieme i pezzi rotti, ha capito che doveva essere forte, determinata, attenta per lui, ha capito che non era più solo Emma Swan, ma era una mamma, la mamma di Henry.
Il suo piccolo ometto ancora una volta é riuscito a infonderle coraggio, a riaccendere in lei la luce, la speranza, la voglia di combattere ed è così che si reca in ospedale.
Il tragitto da scuola in ospedale non è mai stato così corto, Emma pensa che quel giorno forse si siano messi tutti d'accordo per farla arrivare prima del previsto da lui. Niente traffico, niente semafori rossi, niente attesa davanti all'ascensore dell'ospedale, niente di niente. Forse é magia, forse è un altro segno del destino che sta facendo la cosa giusta.
Entra nella stanza di Killian e lui è intento a fare colazione, ma si vede dalla sua faccia che non è molto di suo gradimento. Emma gli porge infatti il sacchetto con il caffè e il muffin che ha comprato al bar vicino all'ospedale, prima di entrare.
«Sei la mia salvatrice. Questo thè fa schifo, per non parlare di questi biscotti e del cibo che ho mangiato ieri.» aprendo il sacchetto e trovandoci dentro finalmente qualcosa di commestibile. Soprattutto il muffin con le gocce di cioccolato.
«Il caffè non é corretto al rum, per ovvie ragioni... ma credo di essermi fatta perdonare con il dolce.» gli dice Emma sorridendo nel vedere la sua espressione felice, quasi quanto quella di Henry quando lei gli fa una sorpresa o gli compra un gioco nuovo.
«Ti sei fatta perdonare nell'esatto momento in cui sei entrata da quella porta.» le risponde dolce, portandosi il contenitore del caffè alla bocca.
Emma sorride ancora una volta e poi decide di farlo subito, ora o mai più.
«Volevo chiederti di uscire, per cena o quello che vuoi.»
«Non dovrei essere io a chiedertelo?» risponde, ma non prima di essersi ripreso, gli è andato di traverso il caffè e ancora ha la voce roca dalla tosse.
«Dimenticavo che sei all'antica» ma ridendo, non gli è sfuggito il suo sguardo sorpreso, ma felice, solo che deve mantenere tutto il suo fascino da pirata e non lo dà a vedere.
«Accetto volentieri, ma a una condizione: organizzo tutto io.»
«So organizzare un appuntamento.» risponde finta piccata.
«Non ho dubbi, ma io sono il tuo cavaliere pirata, ricordi? Quindi lo organizzo io.» ancora non riuscendo a credere che Emma gli abbia chiesto di uscire, tutto quella mattina si sarebbe aspettato tranne che vederla comparire nella sua stanza e ancora meno di sentir uscire quelle parole dalla sua bocca. Non lo sta più allontanando, ha deciso di fidarsi, ha deciso di concedergli una chance, lasciandolo entrare nella sua vita e in quella di Henry e lui vuole far di tutto affinché questa fiducia sia ben riposta. Ora che ha tirato giù i primi tasselli del suo muro, non vuole di certo costruirne altri. Anche lui grazie a Emma é cambiato, non è più il ragazzaccio che va ogni sera alla conquista di una diversa, che beve per dimenticare il suo schifoso passato e il sentirsi costantemente solo. Con Emma si sente parte di qualcosa, sente di aver abbandonato l'oscurità che lo stava divorando, per fare spazio a un nuovo Killian, un Killian che vuole guardare al futuro con speranza. A un futuro con Emma.
La ragazza annuisce e ride di gusto, decidendo di affidare tutto a lui.
«Domani sera va bene? Io purtroppo devo restare un'altra notte in osservazione per via della gamba.»
«Si, domani sera é perfetto, tanto sono bloccata a casa a fare da baby sitter a Henry e il figlio di Robin Hood, che stasera esce con Regina. Ma domani sera va bene, chiedo a una collega di fare cambio turno.» é un fiume in piena, ma è anche felice, felice come non si è mai sentita e per la prima volta non ha voglia di scappare dalla stanza e andare il più lontano possibile dal ragazzo.
«Regina Mills che ha un appuntamento? Questa é buona, credo che glielo farò notare appena mi chiama per un nuovo lavoro.» ridendo di gusto.
Emma alza gli occhi al cielo e ride a sua volta, si è immaginata perfettamente la sua risposta e infatti ci ha visto più che giusto.
«Ma ascolta, quindi stasera mi lasci solo soletto in questa stanza di ospedale?» chiede poi tornando ad essere malizioso nei confronti di Emma.
«Si capitano, ti tocca.»
«Allora vorrà dire che mi terrai compagnia con qualche messaggino con il telefono» ammiccando ancora una volta.
«Vedremo» risponde la ragazza e scuotendo la testa, non sa perché ma immagina dove andrà a finire la conversazione.
Si scambiano ancora qualche battuta, parlando del loro appuntamento, anche se Killian non le ha voluto dire nulla di ciò che vuole organizzare per lei, per poi salutarsi e fissare già l'orario per la loro uscita.
«Ti passo a prendere domani sera alle 20» le dice Killian con un sorriso a trentadue denti, mostrando i suoi meravigliosi denti bianchi, che risaltano ulteriormente il suo sorriso. Emma ogni volta riesce a sentire una morsa allo stomaco.
Il giovane sa che si deve impegnare seriamente per stupirla, soprattutto si deve dar da fare visto che è bloccato in un letto di ospedale, ma ha tutta la mattina per riuscire a organizzare un appuntamento romantico per la sua Emma. Sarà il suo cuore a consigliarlo al meglio.

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