Capitolo undici

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Capitolo undici

Iniziare un nuovo lavoro, spaventa. Ma non è il caso di Emma Swan, in realtà è molto determinata, ha voglia di intraprendere questa nuova esperienza ed è piena di energia, nonostante siano solo le sei del mattino.
Non sarà per niente facile rivedere e lavorare con Graham. August Booth, lo sceriffo gli ha già detto che affiancherà lui, ma non le importa. Ciò che conta è far luce sul caso Gold e aprire le porte a lei, per un possibile lavoro futuro.
Euforica com'è, prepara la colazione sia per il suo ragazzino, che per Regina, la quale sarà ben sorpresa quando troverà la colazione già pronta, se lo sente.
Beve il suo caffè e prende un buon muffin al cioccolato, preso da Granny il giorno prima, ma ancora incredibilmente buono, nonostante sia stato riscaldato e lo addenta con avidità. Ha una fame tremenda e forse è anche l'euforia del nuovo lavoro che la porta ad avere più fame del solito. Non è una che quando è felice o triste, o nervosa smette di mangiare, tutta al contrario.
Passa velocemente in bagno a lavarsi i denti e a farsi un'ultima sistemata, per poi dirigersi verso il suo maggiolino per andare in ufficio.
Arriva davanti all'ufficio prima degli altri due, tanto che l'edificio è ancora chiuso, ma la puntualità è sempre stato il suo forte e poi non può di certo arrivare tardi il suo primo giorno di lavoro, deve fare bella figura. A ogni costo.
Il primo ad arrivare è lo sceriffo, il quale dopo aver salutato sua moglie Elsa e la sua bellissima bambina, dagli occhi azzurri e biondissima, si rivolge ad Emma con un ampio sorriso. Facendo pensare subito ad Emma, che sarebbero andati d'accordo. Già al primo incontro August Booth gli ha fatto una buona impressione, dandogli l'idea di un uomo onesto, buono e gentile, nonché grande esperto del suo lavoro, competente e un grande professionista.
«Ben arrivata Emma. Vieni, entra. Ti posso offrire un caffè?» le chiede premuroso, facendola accomodare per prima nell'ufficio, una volta aperto con la chiave.
«No, grazie. L'ho preso da poco» declina la ragazza.
«Okay. Piuttosto queste sono tue. Non dovrai così aspettare la mattina me o Graham al freddo» porgendole un mazzo di chiavi.
Emma lo ringrazia e sposta lo sguardo verso quella che sarà la sua postazione di lavoro, in cui è stata inserita una targhetta con il suo nome.
Prima che possa raggiungere la sua postazione, sente la porta cigolare ed entrare il vice sceriffo Graham Humbert.
Emma si ritrova a costatare che non è per niente cambiato, ha il suo solito sguardo da cucciolo indifeso, anche se con lei non si è comportato per niente da cucciolo, i capelli ricci e gli occhi di un marrone inteso, penetrante. Ma a differenza della prima volta che l'ha visto, ora non avverte più niente per lui, è semplicemente un bel ragazzo, nulla di più.
«Emma» esclama per primo, guardandola attentamente, non potendo notare quanto sia cresciuta, nonostante siano passati solo due anni da quando si sono lasciati. Ed è sicuramente più bella di come se la ricordava. I suoi capelli sono più lunghi e il suo sguardo è diventato più maturo, in un certo senso più duro, se pur si contraddistingue sempre quel non so che di fanciullesco, tipico della sua età. Non le dispiacerebbe tornare a frequentarla, in fondo, lui non è più il ragazzo che era due anni prima, ora è pronto a una relazione stabile, anche accanto a una donna con un figlio. Sa di averla trattata molto male, ma non si sentiva ancora pronto per qualcosa di serio, voleva divertirsi e pensare alla sua carriera, la quale sta andando adesso a gonfie vele. August ha piena fiducia in lui e sa che potrà diventare presto sceriffo, se non a Storybrooke, da qualche altra parte sicuro, lui non è nemmeno di queste parti, ma viene da un paesino newyorkese, potrebbe tornare lì appena si sentirà pronto a spiccare il volo da solo, senza August al suo fianco.
«Graham» gli fa eco Emma, usando lo stesso tono, accompagnato da un lieve sorriso. Non ce l'ha con lui in fondo, lo capisce anche da un certo punto di vista; se pur lei ha sofferto parecchio, più che altro dal modo in cui l'ha lasciata, senza nemmeno guardarla negli occhi, da perfetto vigliacco, ma è una caratteristica di molti uomini e a quanto pare lei incontra solo questo tipo di ragazzi. Ma Killian però non la lascerebbe mai senza dirle nulla o con un banale sms, non lo conosce ancora benissimo, ma può starne praticamente certa.
«Sono contento che lavorerai con noi, ricordo che avevi un ottimo intuito e che ci sapessi fare benissimo con i computer.» è sincero, ed Emma lo nota subito. Spesso ha passato i pomeriggi con lui a studiare e si impicciava dei suoi casi, che all'epoca seguiva, se pur ancora brevi e insignificanti. Ed ha sempre notato che fosse dotata di buon intuito.
«Visto che voi due andate già d'accordo... Humbert, portati Emma nel giro di pattuglia» interrompe lo sceriffo Booth quello scambio di battute, iniziando a dare ordini per la giornata.
I due giovani annuiscono e prontamente si recano alla macchina per iniziare a lavorare.
Una volta in macchina iniziano il giro di pattuglia, ma dura poco perché poco fuori dal confine della città, vedono un gran caos e decidono di avvicinarsi per capire cosa stia succedendo, si sono subito resi conto che la polizia non è stata ancora chiamata.
Graham estrae la pistola dalla fondina e fa segno ad Emma di stargli dietro e seguirlo. La ragazza obbedisce, posizionandosi dietro al collega, ma attenta a ogni movimento che la circonda, non può in alcun modo abbassare la guardia, nemmeno lei.
Come hanno intuito entrambi, il gran trambusto é dovuto a un omicidio, l'omicidio di un negoziante del luogo, il cadavere é stato ritrovato davanti alla sua bottega di artigianato, é stato freddato con un colpo di arma da fuoco. Graham decide subito di interrogare i presenti sul posto senza perdere tempo ed Emma analizza la scena del crimine.
Ci sono tracce di pneumatici evidenti, come se qualcuno avesse sgommato con forza prima di allontanarsi dal luogo. Diverse impronte di sangue, ma sicuramente della vittima e segni evidenti di lotta. La bottega dell'artigiano è sottosopra, come se chi l'ha ucciso stesse cercando qualcosa di importante. Per finire un mozzicone di sigaretta, il quale Emma preleva, non sapendo se appartenga alla vittima o al suo esecutore.
Finito il sopralluogo torna da Graham, il quale ha appena finito anche lui di interrogare i presenti.
«Trovato nulla?» le chiede, l'ha lasciata sola, pur sapendo di doverla seguire, ma spera che non sia fatta sfuggire indizi importanti.
La giovane gli elenca le cose rinvenute è ciò che ha notato, mostrandoli le foto che ha scrupolosamente fatto con il cellulare.
«Tu, scoperto qualcosa dagli interrogatori?»
«Poco. Guarda caso nessuno ha sentito niente... l'unico che mi ha dato qualche indizio rilevante, è stato quel signore con i baffi, Joe Kallas, il quale mi ha detto che l'artigiano probabilmente si era cacciato in qualche guaio, ma non sapeva molto a riguardo. Era un suo vicino di casa, oltre che di negozio e l'ha sentito parlare al telefono in maniera agitata e ha sentito solo "Questa è l'ultima cosa che faccio per voi"»
«Magari ciò che abbiamo trovato, ci rivelerà qualcosa»
Il vicesceriffo annuisce e torna verso la macchina pensieroso, anche Emma non dice una parola e cerca di ragionare sul caso. Una strana sensazione si è impossessata di lei, come se qualcosa non tornasse, come se le sfuggisse un particolare importante...
Portano le prove raccolte alla scientifica, spiegando anche al commissario di polizia della città limitrofa, essendo più grande e più attrezzato per le indagini, ciò a cui hanno assistito. Graham segnala tutti i nomi di coloro che hanno interrogato e si raccomanda di non escluderli dal caso, che come sempre ci possono lavorare insieme.
«Sentite, forse vi potrà sembrare un'ipotesi azzardata... ma se... centrasse in tutto questo Gold? Ho studiato il caso di Robin Hood accuratamente, la pistola che ha ucciso il gioielliere, è la stessa che molto probabilmente ha ucciso l'artigiano... i proiettili che ho rinvenuto sulla scena del crimine, che l'esecutore non si è preoccupato di far sparire, o non ha fatto in tempo, sono di una calibro 9, la stessa usata per la precedente uccisione... e guarda caso sono entrambi due commercianti» espone i fatti Emma, improvvisamente le foto che ha visto nella cartellina del caso Robin Hood, le sono tornate alla mente, sopra di essa c'era chiaramente scritto che la pistola che l'ha ucciso è una calibro 9, per curiosità ha fatto una ricerca su internet per cercare la pistola e ha visto i proiettili su internet, oltre che le dimensioni dell'arma.
«Ragazzina, sarai pure una tirocinante ma sei sveglia eh» le dice il commissario di polizia, naturalmente è arrivato alla stessa conclusione, vedendo che la pistola utilizzata è la stessa. Ci sono stati diversi omicidi di recente e tutti da poter ricollegare al signore oscuro, ma niente che possa incastrarlo e lui sembra nascondersi molto bene. Ha gli agganci giusti ed è impossibile rintracciare le sue chiamate, i suoi possibili spostamenti, individuare il suo rifugio segreto. Sembra essersi volatizzato con la magia, da perfetto stregone del male.
Emma incassa il complimento con un sorriso, ma non è di certo una che si lascia troppo influenzare dai complimenti e mantiene tutta la compostezza, in fondo ha fatto solo il suo dovere. Ha solo messo insieme i risultati, cosa che sicuramente aveva già fatto anche Graham, è solo arrivata a esporre prima la sua teoria.
«Naturalmente è stato il primo sospettato... Ma non abbiamo prove, non possiamo fare nulla al momento, abbiamo le mani legate. Totalmente.»
«Avete già interrogato Belle French vero?» chiede Emma ancora una volta.
«Naturalmente, ma la ragazza non sa nulla, è solo scossa e spaventata. Non so se lo sapete, ma è incinta di Gold» gli dice il commissario.
Graham scuote la testa, non ne sapeva nulla e tanto meno Emma, conosce personalmente la giovane donna, è andata più di una volta nella sua libreria situata davanti all'ufficio di Regina, ma effettivamente, ora che ci pensa, è parecchio tempo che non ci fa un salto e non sapeva proprio del suo stato di gravidanza, soprattutto che fosse di Gold.
«Possiamo provare a interrogarla di nuovo noi?» dice Graham, intuendo i pensieri della sua collega, la quale infatti stava pensando esattamente la stessa cosa. L'uomo sorride a quella complicità che hanno saputo restaurare in un solo giorno. Emma anche si ritrova a sorridere, sa già che sarà piacevole lavorare al fianco di un collega così in gamba e loro sono decisamente complici, forse anche dovuto al fatto che sono stati insieme.
«Si, ma...»
«Io frequento la sua libreria, è davanti all'ufficio dell'avvocato Mills, che è una mia cara amica, possiamo andare io e il vice sceriffo con la scusa di comprare un libro e magari ricavare qualcosa di utile.» interviene nuovamente Emma, magari con una persona che conosce può lasciarsi andare a confessioni che non ha fatto per paura.
Il commissario a quel punto non può fare altro che annuire, ma si fa promettere dai due che lo dovranno tenere informato di qualunque novità, come lui farà lo stesso.
Con quella promessa di collaborazione sigillata, i due ragazzi escono dal commissariato, tornando verso la macchina.
«Senti Emma, che ne dici di andare a pranzo insieme e poi andare direttamente alla libreria della French?» le propone il giovane una volta che stanno tornando verso il loro ufficio per informare Booth della mattina e del colloquio con il commissario.
Emma non sa che cosa rispondere e si prende del tempo per riflettere sulla sua proposta, sa che è solo lavoro, che sicuramente lui non la sta invitando a pranzo per qualche assurdo motivo o perché la sta corteggiando, ma è comunque indecisa sul da farsi...
«È solo un invito a pranzo tra colleghi, tranquilla. So che non basta lavorare insieme per farmi perdonare.» le dice, vedendo che la ragazza non ha risposto subito e ha fatto una faccia stranita.
«Lo so. D'accordo dai, vada per il pranzo... Ma offri tu, così magari inizi a farti perdonare.» risponde ora con tono divertito, può gestire la situazione. Non è più una bambina, come lo poteva essere a sedici anni, poi ora ha Killian al suo fianco.
Graham ride, ammettendo che non è più decisamente la ragazzina che ha conosciuto due anni prima. È sempre stato una tosta, con tanta determinazione e senza farsi mettere i piedi in testa da nessuno, ma ancora inesperta in campo amoroso. Invece a quanto pare, in due anni, è cresciuta anche da quel punto di vista.
Dopo aver fatto rapporto ad August e aver cercato nuovi indizi utili, con scarso successo, tutti e tre decisero di andare in pausa pranzo. Il vicesceriffo estende l'invito anche a Booth per il pranzo fuori, anche per evitare situazioni troppo imbarazzanti con Emma, ma lo sceriffo ha appuntamento con la sua donna per pranzo, per organizzare il compleanno di sua figlia.
Così Emma e Graham si ritrovano soli, a mangiare proprio in un piccolo locale vicino alla libreria di Belle French, in modo da essere già lì per quando la ragazza riapre dopo la sua di pausa pranzo.
«Allora Emma, cosa hai fatto in questi anni?» le chiede a brucia pelo il ragazzo dopo aver ordinato.
«Mi sono diplomata e ho iniziato a lavorare in un pub, ma sinceramente ho sempre covato un certo interesse per il tuo lavoro, ma solo il caso Locksley mi ha fatto scattare davvero qualcosa. Tu?» gli viene del tutto naturale parlare con lui, se inizialmente ha pensato che la situazione potesse risultare imbarazzante, così non è stato ed è anche piacevole parlare con lui.
«Mi sono dedicato esclusivamente alla mia carriera e ho anche avuto poche relazioni, tutte occasionali... Ma non so nemmeno perché te lo sto dicendo. Tu invece sei fidanzata?» chiede curioso, in realtà sa bene perché glielo sta dicendo, spera che lei sia single e che lui possa avere una chance. È egoista a pensarlo, a desiderarlo, dopo averla scaricata con un sms, ma comunque ci vuole provare. Ora è cambiato, non è più l'imbecille che lei ha conosciuto.
«Si... Ma fidanzata è una parola grossa. Sto insieme a una persona, da poco, in realtà. Ma è come se lo conoscessi da sempre.» è vero, lei è Killian hanno avuto il loro primo appuntamento solo la sera prima, ma ha la sensazione di conoscerlo da molto prima. La sera prima si è spinta ben oltre i suoi principi, prima di conoscere Killian non aveva mai pensato di fare l'amore al primo appuntamento, ma con lui si sarebbe lasciata andare... E forse si sta seriamente innamorato del ragazzo, anche se ancora non riesce ad ammetterlo e vuole andarci con i piedi di piombo, senza affrettare le cose. Killian sembra averlo capito e infatti ha apprezzato tanto il fatto che, alla fine, se pur desiderasse spingersi oltre i baci, si fosse fermato, per rispetto al loro rapporto, a lei, a ciò che avrebbero voluto costruire in futuro.
«Sono felice per te Emma, te lo meriti. Sei una ragazza fantastica e io sono stato un cretino a lasciarti andare.» le dice onestamente.
Emma sorride alla sua affermazione e annuisce, facendogli capire che sì lo è stato eccome. Il ragazzo capendo dal suo sguardo il suo linguaggio silenzioso, scoppia a ridere, seguito da Emma.
Proprio in quel momento i due sentono qualcuno tossire rumorosamente.
È Killian. Il ragazzo dopo essere passato da Regina per nuovi casi, si è fermato a mangiare nel ristorante lì vicino, è un posto dove va spesso. Appena è entrato ha subito riconosciuto Emma. Vedendo che è in compagnia di un uomo si è avvicinato senza pensarci troppo, la gelosia, e lui non è mai stato un tipo geloso prima di conoscerla, si è impossessata di lui. Ha cercato di mantenere il controllo, magari di non avvicinarsi, capendo che si tratta di lavoro, visto il suo primo giorno come tirocinante, ma non ha resistito alla fine. Deve chiarire con quel ragazzo riccio che Emma è la sua ragazza.
«Ciao love» le dice dolce, ma inevitabilmente trapela anche la sua gelosia, non riesce a contenere il suo sguardo quasi omicida nei riguardi del ragazzo seduto a mangiare con lei.
«Killian che ci fai qui? Lui comunque è Graham. Graham, lui è Killian, il mio...» non sa bene come definirlo, ma non fa in tempo nemmeno a pensarci che è di nuovo Killian a parlare.
«Il suo ragazzo. Piacere.» porgendogli la mano, ma piuttosto acidamente, solo perché è costretto ad essere educato. Si immaginava perfettamente che il ragazzo riccio fosse l'ex di Emma, la conferma lo fa essere solo più geloso, non ha perso tempo a invitarla a pranzo. Si fida di Emma, ma dell'uomo decisamente no. Ha capito che tipo è, prima scarica le ragazze e poi se le vuole riprendere, facendo la parte del pentito. Forse lo sarà pure, ma ormai Emma non è più libera e lui ha perso la sua occasione. Emma ovviamente gli ha raccontato tutto, di come lui l'ha lasciata, di quanto ci è stata male, ma anche che ci avrebbe lavorato insieme, perché lei è superiore. Lui è stato da subito d'accordo sul mostrarsi superiore a lui. Ma l'invito a pranzo è troppo.
Emma capendo dal suo tono che Killian possa aver frainteso, chiede scusa a Graham e trascina il suo ragazzo, nel dietro del ristorante per parlare. In fondo è in pausa pranzo e può concedersi quella piccola distrazione per spiegargli come stanno le cose.
«È solo lavoro. Dobbiamo interrogare la French, per questo abbiamo approfittato per venire a pranzo qui, ma non ti posso dire altro, lo sai.» accarezzandogli la guancia.
«Lo so.. ma infatti non l'ho con te, love.» e le sorride dolce, al suo tocco si rilassa.
«Mi piaci quando fai il geloso» lo provoca lei, non appena lo sente rilassarsi al suo tocco, ora la sua mascella non è più contratta come poco prima.
«Io non sono...» prova a dire per giustificarsi, ma poi: «Oh al diavolo, si sono geloso.»
Ed Emma scoppia a ridere, gettandosi subito dopo sulle sue labbra e baciarlo con passione. Non è da lei baciare così qualcuno, nel retro di un ristorante per giunta e con il rischio che qualcuno possa vederli, ma non le importa. Per una volta non le importa. Killian è in grado di farla anche diventare sdolcinata e poi ha sentito la mancanza dei baci del suo ragazzo, come lui si è definito.
«Quindi saresti il mio ragazzo?» gli dice una volta separatosi dalle sue labbra e guardandolo ancora una volta con malizia. Si diverte a provocarlo anche lei.
«Certo, sempre che tu lo voglia, love.» tenendola ben stretta per i fianchi, ha capito che lei lo sta provocando e la cosa lo diverte parecchio, ma in questo modo mettono anche una volta per tutte le cose in chiaro, se ancora non lo fossero state.
«Lo voglio Jones, lo voglio.» sorridendo dolce e tenendo ancora le braccia intorno al suo collo , mentre accarezza i suoi capelli, per poi unire nuovamente le loro labbra, per un ultimo bacio prima di tornare a lavoro.
É un bacio davvero poco casto quello che si scambiano nuovamente, ma sanno che molto probabilmente sarà l'ultimo prima di potersi rivedere e vogliono che resti bene impresso nella loro memoria, per farne ricorso se durante la giornata, dovessero sentirne la mancanza.

There's no storm we can't out run, we will always find the sunWhere stories live. Discover now