Capitolo quindici

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Capitolo quindici

Il giorno seguente aver parlato con Neal e aver concordato di incontrarsi per la domenica mattina a casa Mills, è il momento di dire tutto a Henry. Per un attimo ha pensato di far conoscere al suo ragazzino direttamente la domenica, dicendogli che fosse un suo vecchio amico, ma poi non ha voluto mettergli, gli è sembrato scorretto e poco maturo, soprattutto si è immedesimata in sé stessa, a come si è sentita e ancora si sente per l'abbandono dei suoi genitori e non può cadere nello stesso tranello. La verità prima di tutto. Lei avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere la verità sui suoi genitori e adesso, dopo 18 anni probabilmente vuole ancora sapere, ma non ha il coraggio di indagare, ha troppa paura di rimanere delusa... Di certo non vuole dare questa sofferenza a suo figlio, ma Neal sembra davvero motivato a conoscerlo e spera vivamente di non doversene pentire.
Ma non è per nulla semplice dire al proprio figlio che ha rivisto suo padre e che adesso dopo 4 anni lo vuole conoscere. Si rivolge quindi, all'unica persona che pensa possa aiutarla in quel momento a trovare le parole più adatte. Regina.
La donna è intenta a preparare la colazione e prima che Henry si svegli, visto che quella mattina può dormire un po' di più, visto che entra un'ora dopo; vuole parlare con la donna è farsi dare il giusto consiglio.
Dopo il buongiorno e aver preso una tazza di caffè fumante, Emma tira fuori ciò che sente.
«Ehm... Regina, ascolta, tu come diresti a tuo figlio che è tornato suo padre e vuole conoscerlo?» le chiede, per poi addentare una fetta di torta al cioccolato. Non accorgendosi per fortuna della reazione della donna.
Regina che non si aspettava minimamente quella domanda proprio da Emma, sbianca. Sente il sangue gelarle le vene e il respiro farsi irregolare, la gola secca, quasi non avesse più salivazione. Cosa può risponderle? Lei, proprio lei, che le nasconde il segreto più grande, che le sta tacendo la verità da quando è nata, lei che non è stata per niente onesta. Sembra quasi che qualcuno le voglia fare del male o quanto meno ricordarle quali sono i suoi compiti di madre, essere sincera e dire sempre la verità, a qualunque costo. Ed è ciò che dice ad Emma.
«Io credo che tu debba essere sincera. Dire sempre la verità, a qualunque costo. Penso proprio che Henry se sarai onesta con lui, capirà. Come sono sicura che vorrà conoscere suo padre.» le risponde, cercando di riprendere il controllo di sé stessa e della sua voce.
Emma sa che la mora abbia ragione e soprattutto conosce la voglia di suo figlio di avere un papà, proprio come tutti i suoi amici, conosce l'esigenza di suo figlio di avere una figura maschile di riferimento. Ora ha Killian, nonostante sia entrato nelle loro vite da poco, ma avere suo padre al suo fianco, sarebbe tutta altra storia. Ogni bambino merita entrambi i genitori al suo fianco.
«Hai ragione! Darei qualsiasi cosa per far sì che i miei genitori fossero stati sinceri con me... Ora forse è anche tardi per loro. Non voglio che accada anche tra me e Henry.»
Una pugnalata, forse, in quel preciso istante, Regina l'avrebbe preferita. Non riesce a replicare nulla, ma per fortuna in suo soccorso arriva il piccolo di casa, il quale si è svegliato e ha come al suo solito una fame da lupi di prima mattina.
Emma lascia cadere l'argomento, per concentrarsi solo sul suo piccolo Henry, il quale verrà accompagnato da lei a scuola, in modo che potranno parlare.
Dopo aver fatto una colazione abbondate ed essersi finiti di preparare, Emma e Henry escono per iniziare le rispettive giornate.
Quando sono in macchina, Emma inizia a parlare.
«Ragazzino, c'è una cosa che devo dirti. L'altro giorno ho rincontrato tuo padre.» ecco non è così che avrebbe voluto dirglielo, forse è stata troppo diretta e aspetta di vedere la reazione del bambino. A volte si dimentica che ha solo 4 anni.
Henry la guarda per un primo momento incredulo, sorpreso e spaesato, ma poi i suoi occhi si illuminano e il suo sorriso si accende, come se avesse appena capito a pieno le parole di sua madre.
«E vuole conoscermi?» chiede solo ciò, non gli interessa come si sono visti, né nient'altro. Solo se lui vuole vederlo.
Emma annuisce e sorride a sua volta, com'è bella l'ingenuità dei bambini, non gli servono troppe parole, bastano quelle essenziali per renderli felici. Emma spesso si dimentica com'è essere una bambina, lei è dovuta crescere troppo in fretta per resistere ai bulli più grandi, per difendersi dal mondo intero. Henry invece è cresciuto al suo fianco e per fortuna si sta godendo la sua infanzia, anche grazie a Regina, che non gli ha mai fatto mancare nulla. A volte lo vizia anche un po' troppo e non è da lei farlo, ma il bambino tira fuori il suo lato migliore.
«Quando mamma, quando?» chiede entusiasta, ha aspettato da tempo che suo papà arrivasse e decidesse di presentarsi alla sua porta, nella sua fervida fantasia di bambino, ha immaginato che lui tornava e gli diceva che voleva ricostruire la loro famiglia.
«Domenica mattina viene a casa nostra»
Non ha mai visto suo figlio così raggiante e felice. Si lascia andare a un abbraccio con sua mamma come non fa da un po', ed Emma lo stringe a sua volta, contenta a sua volta di vederlo così entusiasta. La felicità di suo figlio, è inevitabilmente anche la sua. Ora come ora, è felice di non averlo abbandonato come hanno fatto i suoi genitori, non riesce più a immaginare la sua vita senza il suo ragazzino.
Lo lascia andare a scuola e aspetta, come ogni mattina che lo accompagna, che entri in classe insieme alla maestra. Le piace guardarlo fino all'ultimo e a volte Henry si gira per salutarla l'ultima volta, proprio come quella mattina.
È stato facile dirgli la verità, più facile di quello che si era immaginata.

There's no storm we can't out run, we will always find the sunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora