Capitolo dieci

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Capitolo dieci

Il giorno seguente, Emma che ormai ha preso la strana abitudine ad alzarsi presto, arriva in cucina mentre Henry e Regina stanno facendo colazione. Ha ancora il fascicolo in mano di Robin Hood e vuole parlare alla donna di ciò che ha scoperto ieri, ma anche sapere del suo appuntamento con l'uomo. Se pur la sua faccia parli chiaro, è felice. Da quando è arrivata in cucina non ha smesso di sorridere un solo istante e potrebbe anche dire che ha la testa tra le nuvole.
Regina infatti si è accorta che è entrata Emma nella stanza, ma non ha comunque smesso di sorridere, ci ha provato, ma il suo tentativo é miseramente fallito.
Dopo aver ballato sotto al gazebo, sono tornati a casa e lui da perfetto gentiluomo l'ha riaccompagnata fino a davanti alla porta, nonostante potesse benissimo salutarla nel viale, visto la poca distanza tra la sua abitazione e la dependance, ma non ha voluto. Si sono scambiati un altro appassionato bacio, assaporando l'uno le labbra dell'altra, come se quei baci fossero necessari a entrambi per respirare. Può benissimo dire di essere diventata dipendente dai baci di Robin, perché anche in quel momento correrebbe da lui per baciarlo.
«Terra chiama Regina Mills» le dice Emma ridendo di gusto nel vederla così assorta nei suoi pensieri e soprattutto così innamorata.
«Uhm... mi chiedevi qualcosa Emma?»
«Si, se posso venire con te in ufficio, devo dirti ciò che ho scoperto sul caso di Robin e dalle informazioni che ha trovato Killian.»
«Certo che puoi»
«Allora andiamo insieme a portare Henry a scuola. Poi mi racconti anche com'è andato il tuo appuntamento, anche se deduco bene.» ammiccando e facendola arrossire, per una volta è lei a riuscire a farla arrossire.
Regina sa che Emma non la lascerà mai in pace finché non le avrà raccontato tutto, ma non ha intenzione di negarle il racconto della serata, lo farà una volta che saranno nello studio. Deve ammettere però che è anche curiosa di vedere che cosa ha scoperto la ragazza riguardo a Robin, ha sempre saputo che fosse brava a scovare l'indizi, anche quelli più nascosti, tutto arricchito dal suo super potere di saper riconoscere se qualcuno mente, ma non ha mai pensato che lei si appassionasse così al caso di Robin. Sa però che lo sta facendo per lei.
Una volta aver lasciato Henry a scuola, le due donne si recano nell'ufficio di Regina, c'é anche David e Emma inizia a raccontare a due ciò che ha scoperto sul caso.
«Lo sapevate che Gold ha un figlio? L'ho scoperto girando su internet, ho fatto una ricerca approfondita sulla vita privata dell'uomo per capire meglio il collegamento con Robin, ma... non so chi sia, non è mai stato fatto il suo nome, tanto meno quello della moglie. Ho solo scoperto che vivevano tutti e tre a Boston, ma che poi moglie e figlio sono spariti nel nulla.» Emma è molto brava con il computer, sa ricavare in quella scatola elettronica ogni tipo di informazione, sa essere un vero segugio di informazioni, sa dove cercare e come cercarlo e deve ammettere che tutto ciò le piace, le piace tanto fare ricerche e scoprire la verità. Anche se non ha mai avuto il coraggio di cercare i suoi genitori. Ed é forse anche per questo che cerca di aiutare, mette le sue doti al servizio degli altri, per non imbattersi nella dolorosa verità della sua vita.
«Ho anche scoperto chi forse ha passato le informazioni all'informatore di Gold. Si fa chiamare Peter Pan, non so il suo vero nome, faceva parte della banda di Robin, ma poi i due hanno litigato perché lui ci ha provato, tanti anni fa, con sua moglie. Ultimamente da ciò che mi ha riferito Killian, i due si erano riappacificati, ma è lui che ha fatto la spiata, così almeno riferiscono le fonti più vicine a Robin.» continua molto presa il suo racconto, in una sola serata è riuscita a portare alla luce molte informazioni e in realtà se ne stupisce lei stessa, ha iniziato per aiutare Regina, ma ora deve ammettere che si sta appassionando a indagare.
«Hai mai pensato di fare l'avvocato Emma?» le chiede David, vedendo quanto sia brava con i computer, ma anche nella sua predisposizione nel parlare, nel reperire le informazioni e capire se qualcuno mente.
«No, non ho nessuna intenzione di tornare suoi libri... cinque anni di giurisprudenza non fanno proprio per me, tutto quel diritto.» strabuzza gli occhi al solo pensiero. Già tanto che sia riuscita a diplomarsi con il massimo dei voti, è sempre stata la prima della classe, ma non perché amasse studiare, ma per finire la scuola il prima possibile e chiudere per sempre il capitolo "studio".
«Be non credo che vorrei fare la cameriera per tutta la vita.» interviene Regina, la quale più di una volta ha fatto notare alla ragazza che può ambire ad altro nella sua vita, piuttosto che fare la cameriera in un pub per sempre. È intelligente, piena di iniziative, colta e brillante, può veramente aprire qualsiasi porta con successo.
«No, certo che no... In effetti, non mi dispiacerebbe diventare sceriffo. Ci penso da un po' e trovare informazioni su Robin mi ha fatto tornare questo pensiero alla testa.» pensa da tempo di affiancare lo sceriffo della città come tirocinante e poi magari tra qualche anno poterlo diventare anche lei. È brava con i computer, ha fiuto e le piace l'avventura, il pericolo non l'ha mai spaventata e il fatto che sia cresciuta da sola per gran parte della sua vita, le ha fatto capire un po' com'è la vita di strada.
«Allora perché non chiedi a August Booth, lo sceriffo, se lo puoi affiancare?»
«Ci ho pensato... Ma c'è anche Graham con lui, è il vicesceriffo... da quando ci siamo lasciati non l'ho più visto, non sembrerebbe strano lavorare insieme? Lui accetterà?»
«Se non ti prende dopo che li avrai portato le informazioni che hai detto a noi, è un coglione e non mi riferisco a Booth, ma a Graham.» ribatte Regina, non è da lei dire le parolacce, lei non è tipo da dirle, ma non sopporta Graham, non è gli piaciuto il modo in cui ha lasciato Emma, con un sms, senza avere nemmeno il coraggio di guardarla negli occhi e dirle chiaramente ciò che pensava. Un vigliacco.
«Infatti ora esci da qui e vai a parlare con lui e con lo sceriffo.»
«Signor sì, sergente Mills» ironizza Emma, vedendo con quanto calore la sua amica la sta spingendo a realizzare quello che forse potrebbe essere il suo sogno. Anzi senza il forse, Emma sa bene che cosa vuole fare dalla sua vita, ha solo paura di non riuscire, di fallire. Ma ora deve ammettere che forse l'entrata in scena di Robin Hood nelle loro vite non è stata del tutto casuale, ha fatto sì che Regina si aprisse di nuovo all'amore e che lei capisse finalmente quale fosse la sua ambizione lavorativa o meglio fatto capire per ciò che è veramente portata e che non deve temere di sbagliare.
Emma esce dalla stanza con un cipiglio ancora divertito, mentre Regina e David si guardano soddisfatti e orgogliosi.

There's no storm we can't out run, we will always find the sunWhere stories live. Discover now