Capitolo trentadue

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Capitolo trentadue

Due anni dopo

É mattina presto, Emma non si è sentita bene per tutta la notte e ha chiesto a Booth un giorno di permesso per potersi riposare, avendo vomitato più volte senza riuscire a riprendere sonno per la nausea.
Il suo meraviglioso capitano, che ormai vive con lei già da un anno, si è occupato lui di portare Henry a scuola e le ha anche proposto di tornare a casa e saltare il lavoro anche lui per poterla aiutare in casa, ma la ragazza ha rifiutato prontamente, pensando che le servisse solo un po' di riposo per riprendersi. Killian oltre a collaborare con Regina, adesso collabora come detective attivamente anche con lei e Booth in centrale.
È sul divano a guardare la tv, quando improvvisamente una pubblicità le fa venire un pensiero, uno spiacevole pensiero. Inizia a contare mentalmente, sempre più nel panico, ma non riesce proprio a ricordarsi ciò che deve. Si alza di scatto e viene colpita da un capogiro, essendosi alzata troppo velocemente e visto anche le sue condizioni fisiche. Ma ciò che deve fare non può aspettare... Arriva davanti al calendario e inizia a sfogliare per andare al mese precedente. Nel vedere ciò che cerca, nero su bianco sotto i suoi occhi, si deve appoggiare al bancone della cucina per non crollare veramente stavolta.
Il panico inizia a impossessarsi di di lei e non riesce a capacitarsi di come possa essere successo, in realtà lo sa benissimo come può essere successo, ma è anche impossibile perché lei prende la pillola. Mentalmente inizia a pensare che cosa abbia fatto per annullare l'effetto della pillola e poi si ricorda di aver preso l'antibiotico per l'influenza che le ha contagiato Henry qualche settimana prima. Si siede sul divano completamente bianca in volto e cerca di pensare che forse si sta sbagliando, sicuramente si sta sbagliando.
Afferra il cellulare che, per fortuna, è proprio accanto a sé e compone il numero dell'unica persona in grado di calmarla in una situazione del genere e soprattutto di aiutarla se davvero avesse ragione. Sua madre.
Regina, risponde prontamente dopo pochi squilli, non particolarmente impegnata a lavoro quel giorno.
«Mamma, puoi venire da me?» chiede prontamente Emma, non appena la donna risponde alla sua chiamata, la sua voce tradisce la sua agitazione e infatti, Regina se ne accorge subito.
«Emma cos'è successo?» chiede preoccupata che le possa essere successo qualcosa, ha saputo che è stata male tutta la notte, ma ha pensato a una banale influenza, se ora la chiama così allarmata deve per forza essere successo qualcosa di più serio.
«Sbrigati, ti prego e passa anche in farmacia venendo.» le dice, non vorrebbe dirglielo per telefono, non è una cosa da affrontare in una conversazione telefonica e poi ha bisogno di dirgliela guardandola negli occhi, ma non può fare altrimenti se vuole che passi a prendere ciò che le serve.
Ma ciò di cui sicuramente ha bisogno é del suo sostegno per affrontare ciò e fare ciò che deve.
«A comprare che cosa?»
«Un test di gravidanza.»
Regina sbianca letteralmente a quelle parole e non sa davvero che altro aggiungere e le dice semplicemente di darle venti minuti e sarebbe stata da lei. Esce dallo studio inventando una scusa con David, non può dirgli di certo che sua figlia ventenne sospetta di essere incinta, ne morirebbe, per poi resuscitare e andare a uccidere Jones in seduta stante. Per poi probabilmente morire nuovamente.
Arriva a casa di Emma in poco tempo, avendo capito che lei sicuramente è nel panico più profondo e che ha bisogno di essere rassicurata. Se pur, in realtà, è nel panico più totale anche lei, non si aspettava di certo di poter diventare nuovamente nonna così presto, anche se non è ancora detto nulla, potrebbe essere benissimo un falso allarme.
Bussa alla sua porta e Emma prontamente va ad aprire. La trascina quasi dentro casa e non è proprio da lei un comportamento del genere, ma è davvero nervosa e ha paura di essere incinta. Non sa nemmeno se è pronta a fare nuovamente la madre, con Henry è vero, è stato tutto semplice, ma lo è stato anche grazie l'aiuto di Regina che passo, passo l'ha guidata facendole capire come comportarsi in ogni situazione. Ora, sarebbe da sola a crescerla, c'è in realtà proprio sola no, ha il suo Killian accanto, ma non hanno mai ancora affrontato la conversazione bambini, visto la loro giovane età.
«Ho paura, mamma. Non so che cosa pensare... Io e Killian non abbiamo mai parlato di bambini e non pensavo che ci sarebbe stato questo rischio così presto.» ha il test in mano, ma ancora non ha trovato il coraggio di andare in bagno per accertarsi che sia davvero incinta. Ha bisogno prima di sfogarsi. Conoscere il pensiero di Regina a riguardo.
«Tesoro, calmati okay? È sicuramente presto sono d'accordo, ma possiamo affrontarlo insieme. E sono sicura che Killian non si tirerà di certo indietro, ti ama pazzamente.» non la sta giudicando ovviamente, non vuole di certo farlo e se dovesse essere incinta, le starà vicino, ma non può negare che sia sconvolta.
«Si è annullato l'effetto della pillola con l'antibiotico, io non ci ho proprio pensato...» risponde prontamente, ma sa benissimo che sua madre ha ragione, perfettamente ragione a riguardo, avrebbero dovuto stare più attenti. Ma è felice che non la stia giudicando.
«Allora, adesso calmati e vai a fare questo test, se sarà positivo prenderemo una decisione, okay? Insieme.» le dice cercando di spingerla verso il bagno. Emma annuisce e prima di andare l'abbraccia. Ha bisogno di sentire il suo calore, la sua protezione.
Non è la prima volta che fa un test di gravidanza, ma esattamente come la prima volta è nervosa, con la differenza che stavolta non è da sola, ma c'è la sua mamma accanto a lei, proprio come l'avrebbe voluta la prima volta.
Fa il test e poi con la scatolina in mano, torna verso Regina.
In quei cinque minuti d'attesa,  che in realtà non sembrano tali, ma decisamente molto di più, Emma inizia a pensare che a un nuovo bambino per casa. Pensando a un piccolo Jones o una piccola Jones il sorriso le compare sul volto, ma poi se pensa a Henry e Killian tornano le paure. Non può sapere se suo figlio la prenda bene e tanto meno se Killian vuole avere bambini, ne hanno parlato una volta ma per scherzare, non si sono mai davvero soffermati a pensare all'eventualità di allargare la famiglia, quanto meno lei. Inoltre, ha paura di non essere una brava mamma, è vero Henry è cresciuto bene, ma è stato anche grazie a Regina. È anche vero che ora sarebbe più preparata, ma non può non essere spaventata all'idea di sbagliare qualcosa, che non possa essere un bravo genitore. Ansia, agitazione si mescolano a felicità ed emozione e non sa davvero quale delle due predomini in lei.
Regina la guarda immaginando i suoi pensieri. I suoi invece, sono ugualmente in totale contrasto, se da una parte è felice di diventare nonna, dall'altra é consapevole che sia davvero troppo presto per lei e Killian mettere su famiglia, ormai stanno insieme da due anni, questo sì, da uno convivono e vanno molto d'accordo, nonostante qualche alto e basso e litigata di coppia normalissima. Ciò non toglie però, che sono ugualmente molto giovani per un passo del genere, Emma ha solo vent'anni, lui ne ha ventisette, ma è comunque piccolo per affrontare una gravidanza. Avrebbero dovuto stare più attenti. Ormai, se è incinta il danno è fatto e non può di certo rimproverarli per ciò. Sicuramente le starà accanto, com'è giusto che sia. Non sarà altrettanto facile dirlo a David e sinceramente anche questo preoccupa la donna.
Al termine dei cinque minuti, la più giovane tira fuori il bastoncino di plastica dalla scatola e lo guarda. Il libretto di istruzioni dice: due strisce incinta, una non incinta. È chiarissimo. Lo guarda e ciò che compare davanti ai suoi occhi la fa sbiancare e per fortuna è seduta sul divano o sarebbe potuta davvero svenire.
Due linee.
Positivo. Incinta.
Lo passa a Regina senza dire una parola e anche lei guarda a sua volta, rimanendo ad osservare il bastoncino come se potesse cambiare l'esito, ma ciò non è possibile.
«E ora?» chiede la ragazza guardando sua madre. È incinta, ormai è certo. Le nausee che ha da qualche giorno sono la prova e poi ieri sera ha vomitato tutta la cena e il senso di nausea non l'ha abbandonata per tutta la notte, il ritardo nel ciclo, il test... Si dà dell'incosciente da sola.
«Ora ti dico una cosa Emma, sarei una bravissima mamma. È presto, hai solo vent'anni e sinceramente speravo di diventare nuovamente nonna un po' più avanti, ma... Puoi farcela anche stavolta. Con Henry hai fatto uno splendido lavoro, sai anche tu che puoi farcela e poi stavolta non sei sola, c'è Killian con te.» le dice cercando di farle capire che può farcela, ha intuito perfettamente la sue paure, i suoi timori e ora vuole cercare di farle capire che è più in gamba di quello che crede. Con il loro piccolo, è stata una mamma eccezionale, nonostante la sua giovanissima età.
«Dici? Ma magari con Henry è stata solo fortuna. E poi avevo te al mio fianco...»
«No, non è lo è stata e io ho fatto ben poco, lo sai. Comunque non sei sola, ti staremo accanto tutti.»
«Piuttosto... David. Sai che non la prenderà bene vero?» le dice, ecco, questa è una cosa che ancora non aveva considerato. Suo padre. Lui non la prenderà affatto bene. Ha accetto Henry solo perché non aveva Neal sotto mano e non poteva dichiarare i suoi veri sentimenti a riguardo, visto che all'epoca doveva nascondersi dietro la facciata dell'amico, ma ora è diverso. Il loro rapporto è cambiato e Killian subirà una bella lavata di capo.
«Glielo diremo insieme, organizziamo una cena tutti insieme qui.» le propone Regina e la ragazza decide di accettare, anche perché deve dirglielo, non è che può nascondere la gravidanza ancora a lungo, ora è solo alle prime settimane, ma prima o poi la pancia inizierà a vedersi.
Intanto devo pensare a un modo per dirlo a Killian e non per nulla facile, tanto meno doverlo dire a Henry, teme che quest'ultimo possa rimanerci male. Ha solo sei anni, se pur chiede sempre in fratellino o una sorellina, quando poi arriva magari inizia a diventare geloso. Lo è stata lei un po' del piccolo Andrew, nel vederlo in braccio a David e tutte le attenzioni che lui le dava e che lei non ha ricevuto... Ma la situazione é anche diversa.
Parlerà con Henry quel pomeriggio stesso appena lo va a prendere a scuola, si sente molto meglio e le nausee al momento sembrano essersi un po' attenuante. Lo porta a prendere un gelato.
Ora però, l'unica cosa che vuole fare è abbracciare la sua mamma ed é ciò che fa.

There's no storm we can't out run, we will always find the sunWhere stories live. Discover now