Capitolo venti

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Capitolo venti

«Emma... Robin, Robin è... stato rapito.» dice, prima di accasciassi sulla prima poltrona davanti a lei, ci è mancato poco che svenisse.
Nessuno dei presenti riesce a credere alle proprie orecchie, Emma si è alzata per porgere un bicchiere d'acqua alla donna e Booth, si è seduto accanto a lei per rassicurarla e cercare di capire una volta che si è calmata cosa sia successo, cosa le fa credere che l'uomo sia scomparso. Ed é ovvio per tutti i presenti, chi sia Robin, non c'è bisogno di fare il suo cognome, capeggia da mesi sotto i loro occhi, ed è stato anche grazie a lui che sono partite le ricerche più approfondite nei confronti del trafficante, che sono uscite le prime rivelazioni importanti.
Regina dopo aver bevuto un po' d'acqua, punta i suoi occhi marroni verso lo sceriffo e inizia a raccontare tutto, ogni cosa successa, del messaggio in segreteria e di come ha scoperto che Robin non si fosse presentato a prendere il figlio, cosa per niente da lui visto che per nulla al mondo si dimenticherebbe di andare a prenderlo a scuola.
É chiaro che l'uomo sia scomparso o meglio, rapito. Il suo cellulare risulta ancora attivo, ma nessuno risponde e soprattutto, é chiaro che Peter Pan, si sia avvicinato a lui dopo che Robin ha ignorato il suo messaggio, ha agito prima che potesse recarsi a denunciare la cosa.
Emma ha ascoltato in silenzio il racconto di Regina e ha pensato subito di correre da lei e abbracciarla, dirle che lei ci sarebbe stata, che non l'avrebbe lasciata sola e che insieme avrebbero ritrovato Robin, ma poi piccata ancora dal suo maledetto orgoglio non ha fatto nulla di tutto ciò, si è però seduta alla sua scrivania per cercare di rintracciare il cellulare di Robin. Mentre i due uomini hanno finito di ascoltare la deposizione di Regina. Trovare quel cellulare é estremamente importante e il fatto che sia ancora attivo, fa ben sperare la ragazza che l'uomo non ce l'abbia con sé, che magari sia caduto nella colluttazione e che nemmeno Peter Pan se ne sia accorto, commettendo un grosso errore.
«Bingo! Eccolo. Ho rintracciato il cellulare di Robin, non é tanto distante da qui, è situato in una stradina vicino alla parte del bosco. Graham, andiamo a prenderlo.» dice autoritaria e decisa. Dimenticandosi per un momento che il suo collega é il suo alto in grado.
«Brava Emma. Andate a recuperarlo si, quel telefono é di estrema importanza.» dice rivolto ai due agenti lo sceriffo.
Regina intanto guarda Emma con estremo orgoglio, questa é sua figlia. La sua piccola Emma. Determinata, forte, coraggiosa, autoritaria, pronta a battersi per proteggere le persone. Non le ha detto chiaramente che è preoccupata, ma lo sta dimostrando con il suo atteggiamento e questo, per la donna, é un primo vero passo verso un possibile riavvicinamento. Non vuole illudersi, ma conosce abbastanza bene Emma, da sapere che è così, se pur non lo ammetterebbe mai.
Prima di uscire, afferra velocemente la sua giacca di pelle rossa e seguire il collega, ma ha un attimo di esitazione, guarda Regina negli occhi e le fa un sorriso, breve, non troppo accennato, ma è pur sempre un sorriso, portando la sua mano sulla spalla della donna come a rassicurarla, ed esce, non incrociando nuovamente il suo sguardo.
I due agenti salgono sulla macchina dello sceriffo nella direzione indicata dal gps attivato da Emma per condurli direttamente al telefono di Locksley.
«Graham, scusa per prima, non volevo mancarti di rispetto... é che...» Emma, prontamente una volta in macchina chiede scusa al suo collega per aver assunto quel tono di comando nei suoi confronti.
«Tranquilla, lo so che eri solo preoccupata per tua madre.»
«Cosa? Tu come...» chiede sorpresa, non ha confidato a nessuno che Regina é sua madre, quindi ora é maledettamente sorpresa che il suo collega sappia la verità.
«Emma, non sono mica vice sceriffo per caso» le dice ridendo e facendo ridere di conseguenza anche lei.
«Quando ne vuoi parlare io ci sono.» le dice ancora schiacciandole l'occhio, se inizialmente ha desiderato tornare con lei, ora non la vede più come una potenziale ragazza, anche se estremamente bella e desiderabile, ma come una collega in gamba, determinata e coraggiosa e se lei vorrà, anche una buona amica. Gli piace parlare con lei e le volte che si sono fermati a pranzare insieme in ufficio, chiacchierare é risultato sempre molto piacevole, ancora di più di quando stavano insieme. Hanno parlato di serie tv, videogiochi, di libri e film, come forse non avevano mai fatto.
«Grazie Humbert, ne terrò conto» lo prende in giro volutamente chiamandolo per cognome, ma ha apprezzato, il suo collega si sta rivelando un buon amico e sicuramente non è più il giovane che le ha spezzato il cuore, é maturato e tra loro può nascere davvero una bella amicizia.
«E poi autoritaria così, mi piaci Swan, presto mi farai veramente le scarpe. Con il computer stai diventando sempre più brava.» Le dice punzecchiandola a sua volta, ma anche facendole un complimento sincero, da quando lavora come tirocinante sceriffo, é migliorata molto nelle sue abilità tecnologiche e anche nello svolgere le indagini o le semplici problematiche quotidiane.
«Grazie. Ci siamo comunque, é qui.» risponde Emma, é arrossita dal complimento e quindi non ha saputo rispondere diversamente, ma decisamente ha apprezzato le parole del collega sul suo operato. Si impegna ogni giorno per diventare una brava agente.
Non aggiungendo altro, scendono dalla macchina alla ricerca del cellulare.
Lo trovano sepolto dall'erba, poco distante da dopo ci è stata la colluttazione e lo possono dedurre dal fatto che sulla strada ci sono evidenti segni di pneumatici. Prontamente il Vicesceriffo fa una fotografia e se la manda per mail all'indirizzo dell'ufficio.
I due agenti si continuano a guardare intorno alla ricerca di altri indizi, ma a parte questo dettaglio, é tutto maledettamente calmo.
Tornano in centrale con il telefono recuperato e non perdono tempo, mettendosi subito a lavorare. Graham cerca di risalire al modello de i pneumatici che hanno trovato, mentre Emma cerca di rintracciare da dove è partito l'sms che gli ha inviato Pan.

There's no storm we can't out run, we will always find the sunWhere stories live. Discover now