Capitolo 18

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Rachel Finnigan non si era persa nemmeno un momento della partita per le selezioni e aveva guardato in silenzio il Potter, avvolta nella sua sciarpa rosso e oro.
Aveva notato il sorriso che aveva illuminato il volto di James quando aveva visto Julia Parisi e aveva visto lo sguardo divertito che gli aveva dedicato lei.
Non capiva come mai quei due stessero andando così d'accordo.
Non li aveva più visti guardarsi con astio e lanciarsi schiantesimi.
Si mordicchiò il labbro stressata e notò una sagoma verde spararare i bolidi con tenacia.
Subito capì che era quello scapestrato di Lucas Nott.
Il ragazzo si accorse dello sguardo della Grifondoro e le rivolse un cenno del capo e un sorriso luminoso.
Lei sorrise scuotendo la testa e continuò a osservarlo mentre con caparbia lanciava i bolidi contro un certo Alexander Fletcher, di tassorosso.
Finito il primo turno delle selezioni si alzò insieme a una sua amica del quinto anno, Amelia Ross, e si diresse silenziosamente verso il castello, ma una mano la afferrò.
Si ritrovò davanti un ragazzo dai capelli neri ancora bagnati per la doccia fatta da poco e gli occhi scuri che la fissavano: Lucas Nott.
<<Ehi, Rachel! Che fai di bello?>>
<<Me ne vado verso il castello, tu?>>
<<Anch'io>> il ragazzo sorrise poi fece un occhiolino ad Amelia che avampò <<possiamo andare insieme>>.
<<No, grazie>> ribatté sfacciatamente, prendendo a camminare velocemente e trascinando con sé la sua amica.
<<Sicura?>> chiese Lucas divertito seguendola con insistenza.
<<Al 100%!>>
<<Ok, allora verrò comunque>>.
Il Serpeverde, senza perdersi d'animo, camminò con passo sicuro accanto alla ragazza.
La Grifondoro trovava il ragazzo bizzarro e cercava di non dargli molto peso, convinta che fosse stato mandato da James Potter.
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Julia Parisi si era ritrovata stesa sul letto a fissare il vuoto con insistenza chiedendosi che cosa le stesse accadendo.
Cercò una risposta ragionevole nei meandri della sua memoria, sfortunatamente non riuscì a tirare fuori niente di così soddisfacente.
Aveva sempre cercato di dare del filo da torcere a quel Potter sotto consiglio della madre e anche senza quello lo avrebbe fatto comunque.
In questi giorni si era ritrovata a sorridere alle stupide battutine di James Sirius Potter e a dargli vari incoraggiamenti.
Non avevano più litigato, né si erano più schiantati e questo suonava irreale nella mente della Corvonero.
Scavando a fondo riuscì a darsi una risposta: stava facendo tutto questo solo ed esclusivamente psr Hogwarts, ovviamente e non c'erano altri motivi, ma ne era così sicura?
Scossè la testa provando ad addormentarsi, ma questa sua speranza fu stravolta dall'arrivo di una bionda.
<<Julia! Hai visto? James Potter, per ora, è nella squadra quindi abbiamo un'alta probabilità di vincere e tutto grazie a te! Non sei contenta?>>
<<Ehm sì>>.
La bionda inclinò la testa e si sedette a gambe incrociate sul letto dell'amica.
<<Cosa ti turba?>> le chiese dolcemente.
<<Nulla>> rispose mordendosi un labbro.
<<Ti conosco ormai, sei la mia migliore amica, allora?>>.
La Parisi sospirò:
<<Non so dare una spiegazione su ciò che mi sta accadendo: sorrido alle battutte di Potter e lo incito pure, che mi prende?>>.
<<Magari stai capendo che non è così male...>>
<<No! Lui per me rimarrà sempre un arrogante, presuntuoso ed egocentrico! No? Lo sto facendo per Hogwarts come mi hai detto tu>>.
Stephanie alzò gli occhi al cielo:
<<Eddai, si vede da un miglio che provi un minimo di simpatia nei suoi confronti! Non cercare di nasconderlo, non è niente di male! Prova a diventare sua amica, tentar non nuoce! Poi ora che passi più tempo con lui ti vedo senza stress e felice e James sta piano piano diventando una persona migliore.
Sembra quasi che tu lo stia guarendo!>>.
Julia scoppiò a ridere:
<<Stai scherzando, Steph? Io e lui amici? Sembra l'inizio di una barzelletta e lui non mi sembra cambiato affatto>>
<<Hai notato che non ha spezzato il cuore a nessuna delle ragazze fin'ora? E se fossi tu l'unica ragazza capace di fargli provare veramente qualcosa?>>.
La figlia di Cho Chang rise così forte che per poco non le vennero le lacrime:
<<Oddio Steph! Hai letto troppi romanzi! Ti immagini io e lui fidanzati? Oh Gesù! Non mi ci fare pensare>>.
Entrambe le due amiche scoppiarono a ridere e rimasero così tutto il pomeriggio, ridendo come due semplici ragazze
Julia riuscì a rilassarsi togliendosi dalla mente i punti e i compiti mentre Stephanie pensava a quanto fosse bella la loro amicizia che andava contro tutto e riusciva a farle a aprire.
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Robert Cooper camminava dritto davanti a sé con la mente che vagava altrove.
Si poteva dire che avesse risolto con Rachel, infatti i due a volte si incontravano sotto una quercia del parco e stavano lì insieme immersi nel silenzio interrotto solo da qualche parola.
Gli mancavano molto i suoi amici, gli scherzi e le feste che organizzavano e ora si sentiva quasi vuoto.
Mancavano due giorni all'appuntamento con Susanne Thomas e non sapeva come fare, aveva bisogno dell'aiuto dei suoi vecchi amici.
Senza di loro era sicuro che l'appuntamento sarebbe andato malissimo, lui non voleva rovinare l'amicizia che stava costruendo con la ragazza che piano piano stava occupando uno spazio nel suo cuore.
Robert non sapeva di preciso cosa provava nei confronti della ragazza dai capelli mori e gli occhi color cioccolato, ma era una bella sensazione.
La trovava bella e simpatica e le sue maniere maldestre per lui erano adorabili.
Arrossì pensando a lei senza accorgersi che era finito con l'andare addosso a qualcuno.

Our Crazy Sixth Year|| Nuova Generazione Where stories live. Discover now