Epilogo

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È il 20 agosto 2022 e alla Tana regna il delirio.
James Potter è seduto su un albero a leggere l'ennesima lettera della sua migliore amica.
"Ciao James!
Come va? Io tutto bene, la Francia è davvero bellissima e ti sei perso Lucas che ha detto a un ragazzo che stimava molto la Russia senza sapere che fosse greco.
A sua discolpa ha detto che hanno un modo di parlare molto simile.
Non ho mai riso così tanto, giuro. Dovevi esserci.
Mi manchi un po' sai? Non preoccuparti ci vediamo il primo settembre al treno e ti racconterò meglio tutta la mia magnifica estate e voglio saperla anche da te, razza di cretino!
La tua migliore amica
Rachel Finnigan".
James sorrise e fece per prendere carta e penna e risponderle, ma un gufo grigio catturò la propria attenzione e gli consegnò una lettera che aveva una calligrafia elegante.
Non aveva mai visto quel gufo né quella scrittura e si chiedeva chi gli scrivesse, magari una delle sue ammiratrici.
"Caro James Potter,
non la passerai liscia questa volta, mi hai fatto una promessa un po' di tempo fa e mi chiedo se sarai disposto a mantenerla.
Ti sfido a farlo e da quanto ho sentito da molti, tu non ti ritiri mai.
Vieni a Londra davanti al Big Ben e non accetterò un no, o vuoi forse ritirarti dalla sfida? Dopo non lamentarti se a Hogwarts correrà la voce che il "grande" James Sirius Potter ha rifiutato una simile cosa davanti alla sottoscritta.
Alle 18:00 e non farmi aspettare, questa volta non accetterò un ritardo.
Saluti,
Julia Parisi".
Il sorriso di James si allargò a dismisura e controllò l'orologio: 16:00, aveva esattamente due ore per prepararsi.
Prese pergamena e piuma e iniziò a scrivere frettolosamente:
"Cara Julia Parisi,
Qui è James Potter che ti scrive ed è qui per dirti che accetterà la sfida e che una promessa è una promessa.
Sarò alle sei in punto davanti al Big Ban e non farò tardi, te lo giuro solennemente.
Anzi, io sfido te ad arrivare in orario perché è più probabile che tu sia in ritardo anziché io.
E ora ti saluto che devo farmi bello.
Tuo,
James Sirius Potter".
Consegnò la lettera al gufo grigio che gli beccò la mano e lo fece sorridere, pensando che avesse preso spunto gli istinti omicidi della sua padrona.
Corse in camera sua a prepararsi con cura e sorrise al suo riflesso nello specchio.
Salutò la famiglia liquidandoli quando gli chiesero dove stesse andando e rivolse un dito medio al fratello quando annunciò che secondo lui avesse un appuntamento.
Si smaterializzazò davanti al Big Ben e la aspettò, la vide arrivare e il suo cuore perse un battito:
<<Sei bellissima, esattamente come ti ricordavo>>
<<Che ruffiano>> commentò la ragazza senza nascondere un sorriso.
<<Sono arrivato in orario, visto? Anzi sono anche in anticipo>>
<<Vedo che hai accetto la sfida, eh?>>.
Lui ghignò:
<<Non mi tiro mai indietro, lo sai. E poi ti avevo detto che ti avrei aspetto, no? Una promessa è una promessa e io le mantengo sempre>>.
Lei sorrise, un sorriso leggero
<<Forza Potter!>> disse con tono scherzoso <<andiamo a divertirci>>
<<Ti seguirei dovunque, Parisi>> rispose lui con lo stesso tono.
<<Che ruffiano>> borbottò per la seconda volta.
Poi, a braccetto, si incamminarono per la splendida Londra chiacchierando e scherzando.
Felici di essersi ritrovati di nuovo: James Potter aveva mantenuto la promessa fatta e Julia Parisi aveva messo da parte quella fatta alla madre.
Finalmente inisieme, uniti fino alla fine.
Angolo autrice
La storia è finita, ufficialmente. Ho adorato scriverla e mi mancheranno molto i miei personaggi.
Ringrazio chi l'ha votata e chi l'ha letta silenziosamente.

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