Capitolo 29

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La sera calò su Hogwarts, Rachel e Lucas si stavano rincamminado verso il castello.
La quiete regnava e il vento accarezzava il volto dei due ragazzi.
Rachel alla fine aveva passato un buon pomeriggio con il moro, la noia era stata abbandonata non appena lo aveva incontrato.
Quello era stato ribattezzato come il loro piccolo giardino segreto, ovviamente non c'era niente tra i due, o almeno non ancora.
Avevano passato molto tempo insieme, ma tutto qui, come buoni amici.
Lucas aveva provato delle nuove sensazioni, sconosciute precedentemente.
Non sapeva di che genere fossero, ma erano belle ed appartenevano a lei.
Era stato felice di condividere quel segreto con Rachel, non gli era venuto in mente nessun altro se non lei.
La ragazza si era sentita come lui, quelle sensazioni le aveva provate solo una volta nella sua vita, con James.
Si era resa conto dalla loro rottura di non provare più niente per il migliore amico e ora che con Lucas stava provando la stessa identica cosa la spaventava da morire.
Così appena arrivata al portone diede un saluto frettoloso al ragazzo e poi se ne andò.
Si rinchiuse nella sua camera e crollò a terra, le scese una lacrima, non poteva dire niente a Lucas oppure la loro amicizia sarebbe finita.
Lei non la voleva rovinare, si chiese cosa ci fosse di sbagliato in lei, perché non poteva innamorarsi come facevano le principesse che da bambina aveva amato tanto. Semplice. Quella era la vita reale, non una stupida favola.
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Julia Parisi passò molti duelli quella settimana, vincendoli tutti e classificandosi tra i più bravi delle due scuole.
L'ultimo duello che affrontò fu il più duro, era contro un ragazzo americano appartenente alla casata del Wampus dalla corporatura massiccia.
<<In posizione! Bacchette alla mano...3...2...1...VIA!>>.
La Parisi scagliò il primo incantesimo che venne parato velocemente con un potente scudo che la fece balzare all'indietro.
Non fece in tempo ad alzarsi che l'altro le lanciò contro un altro incantesimo:
<<Exulcero>>.
La ragazza fece in tempo a schivarlo rotolando a terra.
<<Giochi pesante? Bene. Fastronum!>>.
Un potente suono fuoriuscì dalla sua bacchetta che avrebbe dovuto stordire l'avversario che con una risata lo deviò:
<<E tu avresti vinto tutti quei duelli? Sei ridicola>>.
Le guancie della ragazza andarono a fuoco dalla rabbia.
<<Sei una ragazza, ma a me non importa, non ci giocherò leggero>>.
<<OH NON DOVEVI DIRLO, NON DOVEVI PROPRIO DIRLO>> urlò una voce dalle tribune, Julia la riconobbe come quella di James Potter, sorrise:
<<Ti hanno mai detto che parli troppo? Silencio!>>.
Il ragazzo non se lo aspettava e venne zittito immediatamente, la Corvonero sapeva che non sarebbe durato a lungo e il fatto che l'americano ora non poteva parlare non le garantiva che non si sarebbe potuto difendere.
<<Immobilus!>> l'avversario si gettò da un lato, ma la Corvonero, veloce, articolò l'ennesima fattura, sperando che questa lo centrasse:
<<Everte Statim>> il ragazzo dalla corporatura massiccia venne sbalzato via e prima che potesse riprendere la bacchetta la ragazza lo aveva già disarmato con un netto:
<<Expelliarmus>>.
<<QUELLA SÌ CHE È LA MIA RAGAZZA>>.
Julia drizzò le orecchie, aveva riconosciuto la sua voce, era stato James Potter a parlare.
Molti ragazzi si complimetarono con il Grifondoro:
<<Non fartela scappare>>
<<È davvero forte, sei fortunato>>
<<Non hai paura di lei?>>.
Julia si diresse verso la direzione del Potter in cerca di spiegazioni, senza, però trovarlo. Si chiese dove si fosse cacciato.
Scrollò le spalle, quando lo avrebbe trovato gli avrebbe chiesto cosa significasse quella frase che aveva detto.
Così l'ultimo duello della settimana era finito e il giorno dopo ci sarebbe stata la partita di Quidditch tra Hogwarts e Ilvermony, ci sarebbe stato da divertirsi.
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James si passò una mano nei capelli frustato.
Che cosa aveva detto? Per una volta non poteva starsi zitto? Non era difficile.
Ora che lui e Julia erano diventati amici perché aveva dovuto rovinare tutto con quella frase? Che poi l'aveva detta davanti a due scuole di magia e stregoneria.
Era stato un idiota, avrebbe dovuto tenere chiusa la bocca. E poi perché lo aveva detto? Ora Julia lo avrebbe odiato per sempre.
Poi non era nemmeno la sua ragazza, perché sarebbe dovuta esserlo?
Non era più una sfida, perché si stava comportando in questo modo?
Nervoso, diede un pugno al muro provocandosi una fitta alla mano, sperò che non fosse rotta.
Fece comparire una benda e se la sistemò intorno alla mano.
<<James, tutto okay?>> chiese Rob bussando alla porta del bagno.
<<Sisi>>
<<Non mentire! Sono il tuo migliore amico!>>.
Il Potter aprì la porta del bagno e appoggiò la fronte al muro.
<<Che hai fatto alla mano?>>
<<Niente di che, ho solo provato a rompere il muro>> rispose sarcastico.
Rob si sistemò accanto al ragazzo sbuffando:
<<Ho sentito quello che hai detto dopo il duello della Parisi>>
<<Certo, penso l'abbiano sentito tutti>>
<<Ne vuoi parlare? Affronteremo anche questo insieme lo sai, vero?>>.
James gli sorrise riconoscente per poi buttarsi sul letto.
<<Hai ragione, Rob>>.

Our Crazy Sixth Year|| Nuova Generazione Onde histórias criam vida. Descubra agora